RIORDINO DEI CICLI SCOLASTICI (4/10/99)
Comunicato stampa della Segreteria Nazionale CISL Scuola
La Camera dei deputati ha approvato, con i soli voti della maggioranza, il ddl di riordino dei cicli scolastici.
Questo è un primo dato negativo, in quanto una riforma di questa portata che riguarda la società nel suo complesso e l'avvenire delle nuove generazioni, deve saper trovare le convergenze politiche e il consenso sociale necessari per essere realmente la riforma di tutti.
Nel merito, la riforma non è chiaramente leggibile perché si limita all'involucro ordinamentale senza il sostegno di motivazioni didattiche, psicopedagogiche e culturali.
Di fatto si accorcia il percorso scolastico di un anno, senza che abbia preso concreto avvio un solido sistema di formazione post-secondaria, che faccia da raccordo tra scuola e lavoro e senza che l'attuale sistema universitario, in termini di diffusione territoriale e di organizzazione didattica, sia in grado di accogliere una più elevata domanda di formazione da parte di studenti il cui percorso di studi è abbreviato: condizioni, entrambe, da garantire preventivamente rispetto a queste scelte di riforma.
Si sommano scuola elementare e media in un percorso unico senza la preoccupazione di definire, fondandolo scientificamente, il momento del passaggio dalla didattica per ambiti culturali a quella articolata per discipline, affidando questa scelta alle singole scuole e mettendo, quindi, a repentaglio quella uniformità di obiettivi formativi, che è la premessa e la legittimazione della stessa autonomia delle singole istituzioni scolastiche.
Si cancella la scuola media e con essa lo specifico, anche formativo, della fascia d'età della preadolescenza.
Si cancella la riforma della scuola elementare, nata nel consenso sociale e parlamentare, dopo risultati apprezzati universalmente, riconosciuti dalla stessa verifica parlamentare e prima che la riforma stessa possa compiere il suo secondo ciclo di attuazione, percorso minimo perché se ne possano valutare pienamente esiti e ricadute.
Si eludono i pesanti riflessi organizzativi (si pensi alle operazioni di inizio anno) e le pesanti ricadute sugli organici nel nome di una riforma che sembra trovare le sue motivazioni semplicemente in sé stessa.
Nulla si dice sugli obiettivi formativi, sui contenuti culturali, sull'unicità o meno di un biennio delle superiori che, all'interno di un obbligo innalzato di un solo anno, deve comunque avere carattere di terminalità.
Ogni scelta culturale e pedagogica è affidata al ministro di turno, che riceve la delega più ampia e permanente ad agire per via amministrativa.
La Cisl scuola ritiene che con questa scelta il Parlamento espropri se stesso delle proprie prerogative e di parte dei suoi doveri, sia per la lacerazione in atto tra le parti politiche, sia per le scelte che vengono eluse, sia per il mancato dibattito pedagogico e culturale, sia per il mancato coinvolgimento del corpo professionale, il consenso e il protagonismo del quale non può essere surrogato da nessun sondaggio di parte, improvvisato e casalingo.
Il Segretario Generale (Daniela Colturani)
Il Segretario Generale Aggiunto (Sandro D'Ambrosio)
Roma, 22 settembre 1999
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