Orientamento materna ed elementare (27/8/99)

Trasmettiamo la C.M. n. 182 del 22.7.99 inerente l'orientamento nelle scuole materne ed elementari, corredate dal documento tecnico.

 


Circolare Ministeriale n. 182

Prot. n. 1146

Roma, 22 Luglio 1999

OGGETTO: L'orientamento nelle scuole materne ed elementari - Progetto OR.M.E.: attuazione e prosecuzione

"L'orientamento, quale attività istituzionale delle scuole di ogni ordine e grado, costituisce parte integrante dei curricoli di studio e, più in generale, del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell'infanzia.": l'art. 1 della Direttiva n. 487 del 6 agosto 1997, nel prefigurare l'attività di orientamento quale fondamentale componente strutturale del processo formativo di ogni persona lungo tutto l'arco della vita, assegna alla scuola dell'infanzia ed alla scuola elementare il compito di attivare un processo mirato alla progressiva crescita personale, intesa come presa di coscienza di sé e accrescimento globale delle capacità progettuali.

In questa ottica, il Servizio per la scuola materna e la Direzione generale dell'istruzione elementare, d'intesa con il Coordinamento delle attività per gli studenti, hanno elaborato un progetto per l'orientamento delle bambine e dei bambini, denominato OR.M.E., diramato a tutte le strutture scolastiche con le note ministeriali n. 3287 e n. 3288 del 19.12. 1997, che si inserisce nel più ampio progetto per l'orientamento riferito a tutti gli ordini di scuola.

Il Progetto OR.M.E. si è posto come obiettivo la formazione del personale della scuola, in funzione dell'acquisizione di nuove competenze professionali in ordine agli interventi nelle scuole e ai rapporti coi diversi soggetti coinvolti. Sono state scelte alcune scuole del territorio nazionale, corrispondenti alle aree geografiche del nord, del centro e del sud del Paese, con il compito di produrre materiale e modelli funzionali all'orientamento nella scuola di base; ispettori regionali referenti hanno svolto le funzioni di coordinamento e di supporto alle scuole.

Gli obiettivi, i filoni della ricerca, la struttura e i compiti dei gruppi territoriali sono stati definiti in un seminario nazionale di lavoro e di produzione, svoltosi a Follonica dal 5 al 7 novembre 1998, che ha dato l'avvio al progetto.

Nel corso dell'anno scolastico 1998/99, le scuole individuate hanno svolto una attività di ricerca-azione finalizzata alla produzione dei materiali sopra descritti, i cui risultati sono stati rilevati attraverso un monitoraggio ed analizzati e discussi nel corso di un incontro di studio e produzione che si è svolto a Roma nei giorni 24 e 25 giugno 1999.

A conclusione delle attività di questo primo anno di lavoro, il gruppo nazionale di studio e progettazione delle attività per l'orientamento ha prodotto l'allegato documento tecnico, che si ritiene opportuno far conoscere agli Uffici scolastici periferici e a tutte le scuole. Si intende, infatti, offrire all'attenzione delle scuole uno strumento utile di studio e di riflessione per le attività progettuali che le vedranno impegnate nell'avvio del prossimo anno scolastico.

Inoltre, è prossima l'attivazione di una pagina web sull'orientamento nella scuola materna ed elementare presso il sito internet della Biblioteca di Documentazione Pedagogica (www.bdp.it), dove sarà possibile accedere a documenti e materiali utili sull'argomento.

La diffusione dei materiali svolge, infatti, un ruolo di spicco nel progetto, con funzione di stimolo al lavoro sull'orientamento nella scuola di base, anche in termini di approfondimento della ricerca e di individuazione di forme di collaborazione fra i diversi soggetti a livello territoriale.

L'iniziativa si inserisce pienamente nel quadro delle recenti disposizioni sull'autonomia scolastica e sul decentramento, che delineano la scuola quale soggetto attivo e promotore di progettualità, anche in raccordo con gli Enti locali e altre istituzioni e agenzie, utilizzando tutte le opportunità offerte dal D.L.vo n. 112/98.

Il gruppo nazionale di studio e progettazione, infine, sta predisponendo le prossime fasi di sviluppo del Progetto OR.M.E. che prevedono la prosecuzione delle attività di ricerca, la diffusione delle esperienze più significative e il supporto a tutte le scuole del territorio che vorranno progettare attività di orientamento.

Nell'auspicare che il lavoro svolto fino ad oggi, sintetizzato nel documento conclusivo che viene trasmesso, sia condiviso nei suoi nodi concettuali e diventi un utile contributo all'elaborazione progettuale, si augura buon lavoro.

 

 

IL DIRETTORE GENERALE

DELL'ISTRUZIONE ELEMENTARE

(Carmelo MANIACI)

 

IL CAPO DEL SERVIZIO

PER LA SCUOLA MATERNA

(Rosa Angela GIOMBOLINI)

 

 

IL CAPO DELL'ISPETTORATO

PER L'EDUCAZIONE FISICA E SPORTIVA

COORDINATORE DELLE ATTIVITA'

PER GLI STUDENTI


(Luigi CALCERANO)

 

 

 

 

 

Gruppo di studio per l'Orientamento nella scuola Materna e Elementare

 

 

LE AZIONI DI OR.M.E.

rapporto di medio termine e indicazioni di lavoro

 

 

Quaderno n. 1 - Luglio 1999

 

 

Uffici di riferimento

 

Ministero della Pubblica Istruzione:

sito internet: www.istruzione.it

Direzione Generale Istruzione Elementare:

Direttore Generale Carmelo Maniaci

Viale Trastevere, 76/a - 00153 ROMA

E mail: direlem@tin.it

Fax: 06/5895789

Divisione III: Tel: 06/58483456-3446

Fax: 06/58492099

E mail: dgelem.div3@istruzione.it

 

Servizio per la Scuola Materna:

Capo del Servizio Rosa Angela Giombolini

Via Carcani, 61 - 00153 ROMA

Tel.: 06/58495424

Fax: 06/58495123

 

Ispettorato Educazione Fisica e Sportiva

Coordinamento Attività per gli studenti:

Capo dell'Ispettorato Luigi Calcerano

Piazza Marconi, 25 - 00144 ROMA

Tel.: 06/58496254

Fax: 06/58496296

 

 

 

 

Viandante, il sentiero non è altro

che le ORME dei tuoi passi.

Viandante, non c'è sentiero,

il sentiero si apre

camminando.

 

Antonio Machado

 

 

Il quaderno contiene:

 

Autonomia e Progettualità per l'Orientamento:

i presupposti teorici e concettuali di OR.M.E.

 

Un anno di OR.M.E.:

dall'ipotesi di ricerca alla sua 'sperimentazione' nelle scuole-pilota

 

Una rete per orientare:

azioni di sostegno alla ricerca e produzione di materiali didattici e di studio sull'orientamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare

 

Un curricolo per orientare:

percorsi ed itinerari di orientamento nei saperi della scuola dell'infanzia ed elementare

 

Questioni aperte nella ricerca sull'orientamento:

linee metodologiche per la costruzione di progetti didattici e ipotesi di sviluppo del progetto OR.M.E.

 

Il quadro normativo:

riferimenti per l'integrazione tra risorse umane, materiali ed istituzionali in tema di orientamento sul territorio

 

AUTONOMIA E PROGETTUALITA' PER L'ORIENTAMENTO

 

Può essere utile che una scuola ripensata e riorganizzata secondo principi di autonomia tenda a orientare il percorso didattico verso la maggiore autorealizzazione possibile dei soggetti che la abitano attraverso la cultura. Diversamente da un programma, un orientamento è una indicazione di fondo non rigida o statica; pertanto si accompagna bene con una impostazione autenticamente pedagogico-culturale dell'autonomia.

Una scuola che cerchi di essere soggetto attivo nel territorio è luogo di memoria e progettualità, dunque di orientamento. L'Orientamento, come la progettualità, indirizza lo sguardo dall'altra parte della memoria; dona ricordi viventi dell'antico e addita il nuovo. La scuola è soggetto culturalmente motivato in quanto offre in congiunzione questi due lati della tensione culturale. E' sapere chi siamo stati ed è sapere di sé; proprio per queste consapevolezze esprime intenzionalità quali orientamenti verso l'avvenire. Essendo luogo di formazione attraverso la cultura per bambini e adulti, orienta al mondo; ciò avviene fin dalla scuola dell'infanzia quando si realizzano le prime interazioni culturali con la realtà finalizzate ad amplificare il potenziale di ciascun soggetto.

 

 

La scuola in autonomia e l'orientamento nel territorio

 

La prospettiva dell'autonomia investe la scuola sia della funzione formativa sia della funzione di servizio culturale al territorio, nella reinterpretazione di un servizio alla persona riprogettato in funzione dei fruitori, della domanda sociale, dell'ambiente nella sua storia e nella sua complessità; di qui anche la ragion d'essere del 'curricolo locale'.

La scuola è per natura un soggetto che guarda lontano, nel futuro come nel passato; è soggetto interpretante e progettante. E vive nel qui e nell'allora; deve guardarsi intorno, cercare di capire e offrire il suo orientamento anche a soggetti ed istituzioni centrati su un'attualità talora quasi 'sospesa' dalla storia.

Innanzi tutto, principale, ma non unico interlocutore è l'ente locale: questo diventa comunque un nuovo soggetto protagonista dell'autonomia. Si potrebbero, ad esempio, realizzare congiuntamente servizi di orientamento per i genitori attraverso attività di consulenza, di ascolto, di aiuto. Funzione preziosa in momenti come quelli attuali in cui sempre più la scuola rileva difficoltà da parte della famiglia nell'orientare la propria relazionalità educativa nei riguardi dei figli. Con finalità analoghe, alcuni enti locali insieme alle scuole, hanno attivato centri famiglie in base alla Legge 285/97.

Altre forme di collaborazione, in parte già attive, possono riguardare la lettura del territorio e delle risorse presenti in esso, l'allestimento di aule didattiche presso parchi, musei, biblioteche, teatri, la predisposizione di luoghi in cui depositare la memoria educativa di quel territorio.

La scuola 'autonoma' elabora allora fondate proposte educative e chiama altri soggetti a concorrere alla loro progettazione e realizzazione. Offre l'orientamento insito nei saperi della terra natia, nei saperi antichi e nei nuovi.

 

 

Saperi per orientarsi

 

Il profilo culturale dell'autonomia si disegna nel confronto con l'evoluzione dei saperi e del modo in cui questi vengono interpretati, criticamente analizzati e riproposti agli alunni come tracce per il cammino.

 

I saperi sono l'orientamento di base che le generazioni passate consegnano a quelle successive.

Il cambiamento degli sfondi culturali (dall'uni - verso al pluri - verso), scientifici (paradigmi della complessità), filosofici (affermarsi della fenomenologia e dell'ermeneutica), economici (mercato unico mondiale), ecologici (mutazioni del paesaggio e dei climi) e, in un futuro prossimo, anche genetici (biotecnologie), la pervasività delle tecnologie dell'informazione impongono alla scuola e all'università di indicare gli orientamenti, le direzioni di senso, di riconfigurarli in un momento in cui anche soltanto l'accumulo quantitativo e la pressione qualitativa delle conoscenze hanno ormai creato una massa critica e posto, forse, le condizioni per sviluppi imprevedibili. Che i saperi cambino è evidente, riconoscerne le forme nuove è difficile in quanto si deve interpretare un processo di trasformazione della conoscenza entro un quadro che a sua volta è in forte e continua evoluzione e diventa difficile individuarne la permanenza. Occorre comunque concorrere a configurare i nuovi scenari culturali; è una sorta di impresa, l'autotrasparenza del tempo a cui la scuola deve partecipare da protagonista.

Per evitare rischi di dispersione delle finalità, la scuola individua la prospettiva di fondo verso cui muovere: orientarsi per orientare.

Si riportano alcuni stralci significativi, ai fini dell'orientamento, proposti dalla Commissione ristretta dei saggi, che ha messo a punto nel marzo del '98 un documento sui contenuti essenziali della formazione di base:

"......compito fondamentale della scuola è garantire a chi la frequenta:

­lo sviluppo di tutte le sue potenzialità e la capacità di orientarsi nel mondo in cui vive (sia esso l'ambiente di più diretto riferimento, o lo spazio sempre più esteso della comunicazione e dell'interscambio), al fine di raggiungere un equilibrio attivo e dinamico con esse.....

­l'assimilazione e lo sviluppo della capacità di comprendere, costruire, criticare argomentazioni e discorsi, per dare significato alle proprie esperienze e anche difendersi da messaggi talvolta truccati in termini di verità e di valore........".

 

 

Domande di orientamento

 

Occorre dunque definire il progetto, ossia il manifesto degli eventi culturali e delle strutture relazionali che la scuola promette a se stessa, ai bambini, ai genitori e al contesto sociale. Sarebbe bene che il documento si articolasse intorno ad alcune, poche ed essenziali idee fondanti.

L'orientamento potrebbe rappresentare l'intenzionalità principale su cui incentrare la proposta formativa, l'aspetto caratterizzante il disegno unitario della scuola.

Il concetto di orientamento può essere assunto come 'indicare', dare un senso all'auto-dirigersi del soggetto in modo da sollecitare il radicamento di una gerarchia valoriale e culturale di riferimento. Nella società plurale, si tratta di indicare vie plurali di senso individuate attraverso l'interpretazione del tempo di vita e di quanto emerge, in tal senso, dalla comunità locale. Orientare è sostanzialmente porgere indicazioni su dove andare.

La scuola potrà cercare di acquisire consapevolezza e responsabilità del carattere orientante delle scelte effettuate rafforzando il curricolo con attività a forte valenza orientativa. Si tratterà, ad esempio, di favorire, anche attraverso la scrittura, la capacità di scelta, di riflessione sul vissuto, mediante le pratiche autovalutative ed autobiografiche.

Una scuola che assuma l'orientamento come elemento strutturale, idea portante, 'curvatura' aspecifica e unificante il proprio disegno educativo e individui collaborazioni in questa direzione, si rivolge a ciascuno e a tutti tentando di rispondere a due domande essenziali: dove vado, maestro/a? e come (con chi) posso cercare l'Oriente?

Quella sul dove andare è la prima domanda, forse precede anche il "dove sono?". Io sono in relazione al luogo donde vengo (memoria) e quello cui sono, più o meno consapevolmente, diretto. La posizione è data dal campo intenzionale globale: assetti culturali, costituzioni disciplinari della conoscenza e dell'etica, tendenza del sistema economico, leggi. La direzione, al contrario, dovrebbe essere decisa dal soggetto.

Punto focale dell'Orientamento è l'identità soggettuale e la ricerca dell'ulteriorità rispetto allo stato attuale dell'identità. Si tratta dunque di muoversi a oriente di se stessi, ma verso oriente è bene non muoversi da soli. Occorre essere disponibili a ri-trovare noi stessi attraverso l'altro come persona e come soggetto culturale in una disponibilità reciproca all'incontro. E' questo il senso della proposta di OR.M.E.: ambiziosa e realistica ad un tempo, ed è vero, come hanno dimostrato gli audit del Seminario Nazionale del giugno scorso che chiudeva la prima fase del progetto, che le scuole-pilota hanno accolto con piena condivisione questa prospettiva ed hanno prodotto una notevole mole di materiali didattici, che traducono le parole chiave dell'orientamento proposte dal Gruppo Nazionale in itinerari culturali e formativi che percorrono per diversi tratti e direttrici il campo semantico del concetto di orientamento delineato dalla nostra ipotesi di ricerca.

 

 

UN ANNO DI OR.M.E.

 

Un approccio allargato all'orientamento non si limita all'azione di indirizzo dei giovani nella prosecuzione degli studi o nella scelta di una determinata attività di lavoro, ma lega strettamente l'orientamento al 'progetto di vita' che ogni bambino, ragazzo o giovane incessantemente elabora.

Aderendo a tale 'concezione sistemica' dell'orientamento vi è tuttavia un rischio: identificare in tutto e per tutto le proposte sull'orientamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare con il processo educativo, in sé e per sé. Nel percorso seguito con il progetto OR.M.E. si è costantemente cercato di evitare questo rischio. Partendo dalla individuazione di specifici obiettivi da raggiungere è stato possibile ottenere una serie di ipotesi di lavoro da offrire alla riflessione delle singole scuole dell'infanzia ed elementari perché possano dare particolare valenza orientativa ai processi educativi e didattici da esse attivati. Ciò ha significato sostenere la progettazione delle scuole che hanno 'sperimentato' OR.M.E. affinché andassero alla ricerca dei criteri che permettono di adeguare i percorsi formativi e curricolari già realizzati alla 'logica' dell'orientamento, così come lo si è definito in precedenza.

In effetti, OR.M.E. ha percorso le principali tappe del 'ciclo di vita' che caratterizza lo svolgimento di ogni autentico progetto.

1.Nella fase di ideazione, al fine di dare attuazione alla Direttiva 487/97 - con la quale il

Ministro ha chiarito che l'orientamento "costituisce parte integrante dei curricoli di studio, e più in generale, del processo educativo e formativo fin dalla scuola dell'infanzia" - il Servizio per la Scuola Materna e la Direzione Generale dell'istruzione elementare hanno deciso di aderire alle iniziative di attività interdirezionale sull'orientamento.

2.Nella fase di valutazione della fattibilità è stata predisposta la circolare prot. n. 3288/97,

contenente la definizione di un progetto comune che ha sancito la costruzione di una partnership fra scuola materna e scuola elementare.

3.Nella fase di pianificazione operativa è stato organizzato un Seminario a Follonica

(5-7 novembre 1998), nel quale sono stati attuati i primi due moduli previsti dal progetto:

a)un modulo basato sulla presentazione di esperienze pregresse;

b)un modulo per l'attivazione, in alcune scuole campione, di modelli e di servizi di

orientamento.

4.Nella fase di realizzazione e controllo si è provveduto, in un seminario di lavoro svoltosi

a Roma il 24 e 25 giugno 1999, a:

a)ricavare, dall'attività di audit svolta dagli ispettori, un primo rapporto sullo stato di

avanzamento dei lavori,

b)concordare modalità comuni per documentare i materiali prodotti in modo che possano

essere inseriti in un sito della rete Internet dedicato ad OR.M.E.,

c)individuare possibili linee di ulteriore sviluppo del progetto, con particolare riguardo

alla diffusione dello stesso nelle scuole del territorio nazionale.

5.Nella fase di utilizzo del progetto si tratterà di provvedere allo scambio dei risultati

mediante l'attivazione di una rete telematica che permetta la adeguata diffusione dei prodotti e dei servizi realizzati dalle scuole, filtrati da opportuni sistemi di valutazione qualitativa degli stessi.

 

 

UNA RETE PER ORIENTARE

 

Il progetto prefigura l'attivazione di uno spazio Internet che sarà collocato sul sito della Biblioteca di Documentazione Pedagogica (www.bdp.it) di cui a breve sarà dato l'esatto indirizzo. Tutte le istituzioni potranno contribuire alla elaborazione di proposte e modelli con quello spirito di collaborazione che alimenta l'autonomia e che consente al sistema formativo di crescere e di produrre qualità grazie al lavoro di tutti.

Data la complessità del progetto ed il necessario monitoraggio, il Gruppo di Studio Nazionale ha attivato, per il momento, una rete territoriale di scuole in sei regioni: Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Molise e Puglia.

Si tratta di una rete attiva che ha messo in contatto alcune scuole in ogni regione con il coordinamento di un ispettore per la scuola materna ed uno per la scuola elementare.

Il lavoro svolto ha evidenziato come il supporto regionale possa essere di sostegno, di animazione e di promozione per un'adeguata diffusione delle buone pratiche di orientamento e, nello stesso tempo ha evidenziato il 'valore aggiunto' che si crea nella ricerca didattica, quando più scuole si collegano tra di loro condividendo idee, strumenti e mezzi per uno scopo formativo comune e condiviso.

Alla luce di queste valutazioni positive del primo anno di attività di OR.M.E., si prefigurano snodi regionali da estendersi a tutto il territorio nazionale. Tale fase troverà attuazione nell'anno scolastico 1999-2000.

Ora è il momento in cui le scuole materne ed elementari devono attivarsi per rendere vivo, in questa prospettiva, il progetto offrendo ulteriori contributi di studio e di esperienza che sicuramente esistono in ogni Unità Scolastica ed alimentando un processo di documentazione con la costituzione di reti locali in cui siano coinvolti tutti quei soggetti che hanno competenze o interesse per l'orientamento: Comuni, ASL, agenzie formative, mondo del lavoro, mondo del volontariato, ecc.....

Si tratta di una costruzione che realizza progressivamente l'art. 1 della Direttiva n. 487 del 6 agosto 1997 - secondo la quale l'Orientamento è un fattore strutturale dell'azione formativa - partendo dalla vita delle comunità locali, nelle quali i genitori abbiano uno spazio propositivo che li renda protagonisti insieme al personale della scuola, alle istituzioni ed alle altre componenti sociali.

La proposta che il Gruppo Nazionale fa alle scuole è, dunque, quella di assumere il punto di vista dell'orientamento all'interno delle strategie di pianificazione dell'offerta formativa che ciascuna scuola è chiamata a sviluppare nel contesto della propria autonomia didattica ed organizzativa, con particolare riferimento alla elaborazione di curricoli di scuola e, successivamente, di progetti didattici che siano in grado di 'traguardare' ai saperi (che sono lo strumento formativo specifico, cui deve ricorrere l'educazione scolastica per realizzare i propri fini) secondo una prospettiva di orientamento.

Allo scopo di dare la possibilità alle scuole o loro reti o comunità nel loro insieme di proporre le singole esperienze, il Gruppo Nazionale ha previsto per l'a.s. 1999/2000 l'attivazione definitiva del sito Internet, già richiamato in precedenza. In esso verranno messi a disposizione studi, ricerche, materiali didattici e di lavoro provenienti dai 'laboratori' di OR.M.E. avviati nelle scuole che parteciperanno al progetto, attraverso modalità e protocolli di archiviazione che il Gruppo Nazionale sta delineando e che saranno inviati al più presto a tutte le istituzioni scolastiche. Accanto a questo servizio la prossima fase di sviluppo di OR.M.E. prevede la creazione di nuclei di coordinamento, consulenza e supervisione per l'orientamento nella scuola materna ed elementare a livello di ciascuna Regione.

 

"Da ogni viaggio sono tornato con il ricordo di qualcuno più che di qualcosa.

Ho una conoscenza dei luoghi attraverso i racconti di uomini e donne incontrati

lungo il cammino, e con gli occhi della memoria rivedo più facilmente le espressioni

dei loro volti anziché le bellezze di tanti paesaggi. E molti di loro sono diventati

amici con cui non ho perso il contatto, al punto che il motivo di altre partenze è stato

tornare a rivederli per continuare a mantenere vive le passioni che ci accomunano ...."

 

da Camminando di Pino Cacucci

 

 

 

 

UN CURRICOLO PER ORIENTARE

 

Nell'ambito della complessità e del carattere processuale dell'orientamento, il Gruppo Nazionale di studio propone all'autonoma progettualità delle scuole alcune idee per formulare ipotesi di lavoro in grado di orientare le potenzialità di soggetti plurimi. Tali idee, desunte dai progetti pervenuti dalle scuole-pilota coinvolte nel progetto OR.M.E. e dalle riflessioni emerse durante gli incontri di studio ed i seminari, sono riconducibili ad alcune 'parole chiave' assunte come campi semantici, mappe concettuali utili per impostare l'elaborazione progettuale; esse sono: integrazione, relazione, identità, progettazione, conoscenza.

 

A)Agire in termini di integrazione vuol dire tentare di armonizzare le spinte individualistiche ed egocentriche insite nei comportamenti personali e nelle azioni indotte dalla società attuale. Nel processo formativo 'integrare' significa: valorizzare le differenze, creare legami autentici tra le persone, sviluppare forme e modi di partecipazione ad 'imprese comuni', favorire rispetto e comprensione reciproca.

In riferimento a questa tematica, si suggeriscono, fra le tante possibili, alcune linee

progettuali entro le quali elaborare specifici percorsi di orientamento:

ˇattività integrate con le risorse del territorio, sia in riferimento al curricolo che all'ampliamento dell'offerta formativa; percorsi che prevedano corsi di formazione alla cultura musicale, al teatro, agli sport, alla conoscenza, alla fruizione e alla conservazione dei beni storici, culturali e ambientali presenti nel territorio;

ˇvalorizzazione della cultura di provenienza degli alunni e integrazione tra culture diverse;

ˇpartecipazione alla vita della scuola da parte di alunni, famiglie e agenzie locali nelle forme del partenariato, piuttosto che in quelle della semplice 'rappresentanza', così come attualmente viene configurata la partecipazione attraverso gli organi collegiali istituzionali;

ˇiniziative a favore degli alunni in situazione di disagio personale e sociale, con il coinvolgimento di tutta la scuola, in particolare per attivare relazioni di aiuto in termini di accoglienza e/o di sostegno ai loro 'progetti di vita';

ˇmoduli didattici finalizzati all'integrazione tra linguaggi diversi e alla stimolazione della dimensione creativa e divergente delle conoscenze;

ˇforme di tutoring tese a sostenere gli alunni mediante attività che sviluppino competenze trasversali o metacognitive (attenzione, concentrazione, motivazione allo studio ...).

 

B)L'acquisizione di competenze relazionali è un obiettivo prioritario della scuola di base. E' essenziale introdurre nei percorsi formativi momenti ed esperienze di riflessione su se stessi e sulle modalità di relazione con gli altri e con il mondo esterno; l'esplorazione, non solo cognitiva, potrà attraversare i più svariati campi della relazione, quali ad esempio: la presa di coscienza degli stili della comunicazione, i modi dello stare insieme, le regole della convivenza, gli atteggiamenti della relazione interpersonale...

Vengono di seguito riportate, a titolo esemplificativo, alcune linee progettuali realizzate in questo ambito dalle scuole coinvolte:

ˇprogettazione di moduli formativi rivolti ai genitori ed educatori per gestire la

relazione educativa con i figli;

ˇattività di consulenza rivolte ad alunni/genitori/insegnanti da parte di esperti, sia

interni che esterni alla scuola, in raccordo con i servizi socio-sanitari del territorio;

ˇpercorsi attivati anche in consorzio con altre scuole, che prevedano la tutela della

qualità della vita e dell'ambiente;

ˇorganizzazione di gruppi di progetto, formati da docenti e/o da operatori specializzati, per la realizzazione di attività di laboratorio per l'orientamento.

 

C)La costruzione dell'identità personale rappresenta un elemento essenziale del percorso formativo, funzionale allo sviluppo della persona e della sua capacità di orientarsi nella vita. In particolare, in questa fascia d'età, i territori di ricerca della propria identità potrebbero fare riferimento a: il corpo e la gestualità, le differenze di genere, la cultura ed i significati, l'individuo e il gruppo, la ragione e le emozioni.

Molti dei progetti sull'orientamento pervenuti hanno assunto quest'ambito progettuale per avviare:

ˇpercorsi significativi di alfabetizzazione emotiva e itinerari didattici volti al riconoscimento e all'espressione del mondo affettivo e sentimentale;

ˇiniziative di continuità atte a favorire il passaggio da un ordine di scuola all'altro;

ˇiniziative di accoglienza in ingresso e di orientamento in uscita;

ˇesperienze mirate alla valorizzazione delle diversità di attitudini e bisogni legati all'età, di esperienze di vita, di genere, di cultura, di religione, di etnia;

ˇlaboratori volti al riconoscimento e alla cura delle intelligenze di ciascuno, all'acquisizione di capacità, abilità e competenze inerenti ad attitudini specifiche e al rafforzamento dei rapporti interpersonali;

ˇesperienze di valorizzazione della memoria collettiva, mediante la conoscenza del contesto sociale, civile e produttivo, con ampie possibilità di collegamento con le diverse forme degli insegnamenti curricolari, la promozione della coscienza storica a fondamento della società locale, della comunità nazionale e della realtà comunitaria.

 

D)Orientare alla progettualità significa potenziare la capacità di operare delle scelte e di assumere responsabilità, promuovere lo spirito d'iniziativa e il gusto dell'impresa. Anche in questo caso suggeriamo alcuni itinerari possibili da realizzarsi nelle forme di giochi, invenzioni, avventure, autogestione di spazi e tempi di vita, officine, ateliers...

Possibili piste di lavoro rispetto a questo ambito possono considerarsi:

ˇpercorsi didattici o attività disciplinari che vedano gli alunni coinvolti in prima persona nelle diverse fasi progettuali e che partano da situazioni 'realmente' problematiche per arrivare alla realizzazione di un 'prodotto' condiviso e, magari, utile alla comunità scolastica;

ˇmoduli didattici mirati allo sviluppo della creatività, specie se applicata all'uso delle tecnologie;

ˇattività mirate allo sviluppo dell'apprendimento cooperativo;

ˇpercorsi didattici volti a consolidare l'abitudine a progettare nell'esperienza quotidiana per orientarsi in situazioni di relazione ed assumere iniziative di responsabilità e di rischio nella presa di decisione personale o collettiva;

ˇiniziative di ricerca-azione volte a prevenire la dispersione scolastica arricchendo l'offerta formativa attraverso l'utilizzo di strategie e metodologie idonee a promuovere la motivazione, la partecipazione e lo spirito d'iniziativa.

 

E)In che modo la conoscenza, ovvero le discipline, possono assumere valenza orientativa? Già gli Orientamenti della scuola materna e i Programmi della scuola elementare definiscono le forme della conoscenza proprie di questa fascia d'età in termini di "campi di esperienza" e di "ambiti". Occorre, quindi, passare attraverso la elaborazione dell'esperienza per avvicinare i bambini ad una conoscenza in termini di 'sistema di significati', come indicato anche nel documento finale sui saperi essenziali.

Questo implica la progettazione di percorsi curricolari orientati al potenziamento di strategie metacognitive quali:

ˇmotivazione ed autostima,

ˇconsapevolezza degli stili cognitivi propri ed altrui

ˇinteresse

ˇmemoria

ˇattenzione e concentrazione.

 

E' facile rendersi conto che soltanto attraverso la ricerca, la catalogazione e lo scambio dei materiali progettuali che le scuole di tutto il territorio nazionale che decideranno di assumere il punto di vista di OR.M.E. nella redazione dei propri piani di offerta formativa, potranno arricchire questo patrimonio di strategie didattiche mirate allo sviluppo del potenziale di orientamento delle diverse istituzioni scolastiche.

Peraltro, nello spirito di servizio che caratterizza il lavoro di coordinamento e supporto fornito dal Gruppo Nazionale, è allo studio una ricerca per l'individuazione di attitudini, abilità, capacità, competenze e padronanze inerenti alla progettazione curricolare propria degli ambiti disciplinari e dei campi di esperienza, desunti dai documenti programmmatici della Scuola materna ed elementare, così da offrire ulteriori spunti alla elaborazione di percorsi formativi da parte delle scuole sui temi dell'orientamento diacronico formativo, interno al curricolo dalla scuola materna alle superiori e, poi, per tutto l'arco della vita attiva. Naturalmente anche questa pista di ricerca avrà la sua collocazione nel sito di OR.M.E. della rete Internet e potrà accogliere i contributi di Gruppi di Ricerca che le scuole autonomamente vorranno avviare nell'ambito della progettazione della propria offerta formativa.

 

 

QUESTIONI APERTE NELLA RICERCA SULL'ORIENTAMENTO

 

 

Il seminario di verifica sul primo anno di OR.M.E., oltre alla messe di idee e riflessioni riportate nelle parti precedenti di questo rapporto, ha permesso di cogliere anche alcuni spunti problematici che il Gruppo Nazionale intende utilizzare per lo sviluppo della riflessione intorno alla tematica dell'orientamento nell' età della prima e seconda infanzia. Ma si intende anche rilanciare alle scuole la ragione per cui - nell'ambito dell' autonomia progettuale - tale tema possa costituire per gli insegnanti un significativo motivo di ricerca e formazione.

In primo luogo, dagli audit sui progetti realizzati nel corso di quest'anno, è emersa una sorta di sfondo integratore culturale che rappresenta il terreno su cui si sviluppa la progettualità delle scuole: esso si configura come una matrice generativa dei percorsi di orientamento e, proprio per la sua 'fertilità', sembra foriera di interessanti prospettive per il passaggio dai progetti per l'orientamento al curricolo orientante, ovvero alla pervasività dell'orientamento rispetto all'intero corso degli studi, sia della scuola materna che elementare.

Tale matrice può essere rappresentata in questo modo:

 

 

QUALITA' DEI SERVIZI EDUCATIVI


Area della Area della

Responsabilità Consapevolezza

 

 

CONTINUITA' PREVENZIONE

Area della Area della

Progettualità Riflessività

 

 

 

 

 

CURRICOLO DI SCUOLA

 

 

 

Questa struttura delimita quattro campi semantici che , a loro volta, permettono di identificare le strutture di senso delle parole chiave di OR.M.E., così come sono state definite in precedenza e queste, a loro volta, costituiscono dei formidabili generatori di progetti didattici mirati all'orientamento.

Un primo problema di ricerca è, dunque, quello di verificare se questa prima ipotesi di generatività curricolare per l'orientamento è effettivamente plausibile e praticabile, sia nel senso che ha il sostegno delle conoscenze e degli studi fondamentali sulla materia, sia nel senso che appartiene alle culture professionali diffuse tra gli insegnanti e gli operatori del settore.

Accanto a questa linea di sviluppo della riflessione e della ricerca OR.M.E., il seminario citato ne ha fatta emergere un'altra, che si collega direttamente alla ipotesi iniziale del progetto: se orientamento, in questa età della vita, è consapevolezza di sé e senso di responsabilità e se queste due grandi aree di competenza si acquisiscono mediante una 'curvatura' all'orientamento dei saperi essenziali del curricolo di scuola, con quali criteri è possibile identificare la "valenza orientante" dei singoli progetti didattici e percorsi curricolari?

La domanda può essere riformulata in quest'altro modo: se l'orientamento non è una serie di attività aggiuntive al normale corso degli studi, ma una sorta di 'additivo formativo' rispetto ai percorsi culturali degli alunni, come è possibile riconoscere in essi il loro potenziale di orientamento?

E, ancora: come è possibile apprezzare la qualità dei servizi di orientamento delle singole scuole a partire dalla analisi dei percorsi formativi da esse progettati?

 

Si tratta, come si intuisce, di questioni assai rilevanti non soltanto ai fini dell'assestamento concettuale ed epistemologico dell'ipotesi di lavoro che il Progetto OR.M.E. si è data, ma anche per acquisire alcuni contributi significativi rispetto alla ricerca di indicatori di qualità delle scuole indispensabili per la valutazione in regime di autonomia.

Una prima serie di risposte può essere trovata a partire dalla considerazione che le quattro aree riportate in precedenza, oltre a generare percorsi formativi di orientamento, possono anche essere considerate strutture criteriali per effettuare la valutazione del potenziale di orientamento dei progetti didattici, dei curricoli, e infine, delle unità scolastiche medesime. Esaminandole nel dettaglio è possibile, infatti, ricavare alcuni descrittori (cioè elementi visibili del servizio scolastico) che rimandano alla possibilità di apprezzarne la capacità di orientamento:

 

ˇArea della consapevolezza: al termine di alcuni percorsi o progetti è possibile rilevare nei comportamenti dei bambini e degli adulti coinvolti le modificazioni comportamentali che si connettono direttamente con tale ambito di competenza. Il riferimento va alle capacità di autocontrollo, alla pratica della relazione come solidarietà piuttosto che come aggressione, alla capacità di commisurare il proprio impegno e le proprie motivazioni alle situazioni vissute...

ˇArea della riflessività: tale dotazione del patrimonio di autorientamento del soggetto si rende visibile attraverso l'espressione di capacità critiche, di forme di giudizio personale e creativo, attraverso il ricorso a comportamenti di concentrazione e di problem posing nell'affrontare nuove esperienze o nuove conoscenze...

ˇArea della responsabilità: si manifesta soprattutto al riguardo degli atteggiamenti nei confronti delle regole, sia di quelle date da altri, sia di quelle che occorre darsi per convivere; tuttavia essa è osservabile anche nella capacità di assumere il punto di vista degli altri, nella accettazione di compiti di ruolo e nella gestione del proprio status sociale nei gruppi e nella comunità...

ˇArea della progettualità: il campo applicativo dei comportamenti in questo ambito è connesso con le capacità di problematizzazione, presa di decisione, condivisione, spirito di iniziativa, desiderio di cambiamento, previsione e innovazione...

 

Come si vede si tratta di un parco di competenze, tutte ascrivibili al vasto campo dell'orientamento come consapevolezza di sé e azione responsabile, naturalmente nelle forme e secondo la misura proprie dell'età dei bambini della scuola materna ed elementare.

 

Si tratta, anche, di una prima ipotesi di studio della efficacia dell'azione di orientamento, sviluppata dalle scuole all'interno delle loro proposte formative: sarà assai interessante raccogliere le riflessioni ed i materiali di osservazione che esse vorranno proporre al Gruppo Nazionale al riguardo, in modo che esso possa immetterli nella rete informatica creata per il Progetto costituendo una sorta di prima banca dati su questo tema.

Sempre in termini di verificabilità della efficacia delle azioni di orientamento intraprese dalle scuole, il seminario di giugno ha messo in evidenza anche alcune aree scoperte rispetto al campo che abbiamo sin qui delineato. Ci si riferisce in particolare :

a)ai curricoli "materiali": ovvero ai setting formativi progettati dalle scuole. E' noto infatti come l'approccio ecologico alla formazione non possa non tener conto dei modi con cui le scuole organizzano gli spazi, i tempi e le relazioni per l'apprendimento e come questi fattori, che costituiscono i contesti di vita (nella definizione degli Orientamenti '91) e gli ambienti per l'apprendimento (in quella dei Programmi '85), abbiano grande importanza rispetto allo sviluppo di competenze non solo sociali ed affettive, ma siano determinanti anche per quelle cosiddette cognitive;

b)alla condivisione di progetti di orientamento con le famiglie: si tratterebbe di assumere, da parte delle scuole, un compito di cooperazione per un percorso comune tra insegnanti e genitori per stabilire insieme modalità e criteri per aiutare i bambini e le bambine ad orientarsi, sia rispetto a se stessi che rispetto alla complessità del mondo che li circonda. Uno spazio come quello definito nella normativa "contratto formativo" e in letteratura pedagogica "alleanza educativa" rappresenta sicuramente una interessante e fertile area di ricerca in tale direzione.

 

Naturalmente non ci si poteva aspettare, in un anno, l'esplorazione completa della progettualità per l'orientamento da parte delle scuole-pilota che hanno accolto l'invito del Gruppo Nazionale a sperimentare; ma è importante che in questo rapporto di medio termine si siano potute identificare anche ulteriori aree di sviluppo che - siamo certi - la creatività delle Unità Scolastiche che si faranno coinvolgere nella seconda fase provvederà a scandagliare con esperienze significative e validi contributi al riguardo.

Non resta che darci appuntamento alle prossime scadenze di lavoro che saranno, per le scuole, la elaborazione dei piani dell'offerta formativa, a partire dal prossimo settembre e, per il Gruppo Nazionale, lo sviluppo delle azioni di rete, sia nel senso virtuale del sito Internet, sia nel senso pratico in riferimento alla creazione dei coordinamenti regionali per OR.M.E..

 

 

IL QUADRO NORMATIVO

 

 

Per la prosecuzione e la diffusione del progetto è necessario far riferimento alle norme legislative che ne hanno ispirato e delineato l'impianto. Si tratta di normativa primaria e secondaria, nazionale e internazionale, riferita al sistema scolastico in generale, con particolare riguardo alle innovazioni verificatesi nell'ultimo decennio nella Scuola dell'infanzia e nella Scuola elementare.

É altresì necessario tenere presente che, dall'avvio del Progetto ad oggi, nella scuola tutta è in atto un processo di radicale cambiamento che interessa, da un lato, l'impianto organizzativo, i curricoli e i saperi, le professionalità coinvolte e, dall'altro, le competenze e i rapporti tra istituzioni.

Da tutto ciò emerge una maggiore attenzione ai bisogni e ai problemi educativi dell'infanzia, e la conseguente esigenza di risposte sinergiche tra le scuole, gli enti e i soggetti chiamati alla responsabilità formativa nei diversi livelli territoriali.

Le recenti disposizioni sull'autonomia e sul decentramento, infatti, prevedono interventi formativi affidati anche a soggetti diversi dalla scuola, in un'ottica di cooperazione progettuale. In proposito si ricorda il D.Lvo n.112 del 31 marzo 1998, che fissa le nuove competenze degli Enti Locali e delle Regioni anche in materia di istruzione - con particolare riguardo ai temi dell'orientamento - e l'art. 21 della L. n.59/97 che, conferendo l'autonomia alle scuole, predispone le condizioni per realizzare vere e proprie partnership interistituzionali per l'attuazione di interventi più adeguati e di più ampio respiro sui temi dell'educazione e della formazione. Come detto in precedenza, i due documenti comprendono a pieno titolo le tematiche dell'orientamento, secondo l'ipotesi adottata dal Progetto OR.M.E.

Con la normativa richiamata viene legittimata e rafforzata l'azione sociale, che diventa parte integrante e attiva di tutta l'azione formativa. A tale scopo si richiamano altresì la L. 285/97 per la tutela dei minori e la L.40/98 sull'immigrazione, che sancisce il diritto-dovere allo studio anche per i minori stranieri. Esse delineano con chiarezza le coordinate entro le quali muoversi per raggiungere la finalità di formare individui dotati di cittadinanza piena, che sappiano orientarsi nella società di appartenenza e che siano aperti anche alla dimensione europea e mondiale.

Oltre alle risorse offerte da questa produzione normativa che, per oggetto e prospettiva, non ha solo la scuola, esiste una normativa specifica della scuola che, puntando sulla flessibilità, offre tutta una serie di risorse umane e materiali, utili a dare risposte diversificate in differenti contesti. É d'obbligo, quindi, il riferimento a quel complesso di norme derivate che hanno dato l'avvio al processo di autonomia delle scuole: da quelle relative all'organico funzionale di scuola materna ed elementare ai decreti sulla sperimentazione dell'autonomia, che permettono di ottimizzare l'utilizzo delle competenze del personale, di razionalizzare il tempo dedicato all'insegnamento di ciascuna ambito disciplinare e di uscire infine da un costume di organizzazione didattica basata sul raggruppamento rigido degli alunni in classi di età.

Né va trascurato il contributo alla professionalità docente offerto dal nuovo CCNL nel quale si delineano articolazioni delle attività di insegnamento legate non solo ai saperi ed ai relativi curricoli, ma correlate anche con i servizi formativi offerti dalle scuole autonome nell'ambito della progettualità che ne contraddistingue il nuovo status istituzionale, quali le cosiddette 'funzioni-obiettivo' e le attività di ricerca, studio e sistematizzazione delle pratiche didattiche. In tale contesto le scuole che, nell'ambito dei piani dell'offerta formativa, intendessero muoversi nella prospettiva indicata dal Progetto

 

 

 

OR.M.E. (un curricolo per orientare), potrebbero utilmente far ricorso alle risorse di professionalità che derivano dalla attivazione della rete di ricerca e consulenza che il Gruppo Nazionale ha messo utilmente alla prova, in questo primo anno, e che intende sviluppare ed estendere con il rilancio del progetto nel prossimo anno scolastico.

I citati riferimenti normativi, delineando il quadro delle risorse, definiscono il campo di azione per l'orientamento formativo nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare.

In questo contesto, il progetto OR.M.E. si propone come una modalità di utilizzo in maniera integrata dei contributi professionali, sociali ed economici che le comunità offrono alle scuole autonome per realizzare percorsi di orientamento fin dall'inizio del processo di scolarizzazione. In tale prospettiva, le scuole dispongono di tutti gli strumenti giuridici, previsti dalla normativa per l'autonomia, utili per avviare progetti di orientamento nell'ambito dei servizi formativi che ciascun istituto è chiamato a predisporre.

 

 

GRUPPO DI STUDIO NAZIONALE

 

Anna Grimaldi Coordinatore

 

Melania Baccaro

Italo Bassotto

Paolo Calidoni

Elettra Capristo

Stefania Cardi

Aura De Paulis

Marco D'Ottavi

Maria Angela Ferrari

Carla Garagnani

Alfonso Greco

Ferdinando Lazzaro

M.Rita Lolli

Sergio Maletto

Agostina Melucci

Franca Giovanna Merlina

Maria Teresa Mircoli

Gabriella Papponi Morelli

Gaetano Scancarello

Paola Tinagli

 

 

Scuola Polo Nazionale

Circolo Didattico di Follonica

Dirigente Gabriella Papponi Morelli

Via Varsavia, 5 - 58022 Follonica (GR)

tel. e fax 0566/58613

e-mail orme@ouverture.it

 

 

 Torna a PROFESSIONALITA' E RIFORME