CGIL - CISL - UIL SCUOLA TORINO

DOCUMENTO SUI CORSI DI EDUCAZIONE DEGLI ADULTI ( EDA)

  1. PROSPETTIVE
  2. PROPOSTE OPERATIVE
  3. ASPETTI CONTRATTUALI

1. Prospettive

Nel quadro della graduale attuazione dell'autonomia scolastica, l'esperienza delle "150 ore", essendo stata ed essendo tuttora la principale attivita' istituzionale rivolta agli adulti a bassa scolarita', dovra' essere il punto di partenza per lo sviluppo di una piu' adeguata ed incivisa politica di educazione degli adulti (EDA).
Qualunque ristrutturazione e/o riforma di questo segmento di attivita' formativa non potra' non partire dall'esperienza dei corsi di alfabetizzazione e dei corsi 150 ore di scuola media, e dovra' adeguare la propria organizzazione per rispondere meglio ai seguenti bisogni e obiettivi:

La consapevolezza di essere alla vigilia di possibili importanti trasformazioni del sistema scolastico (autonomia, sistema di valutazione, innalzamento dell'obbligo, riforma dei cicli, formazione specialistica dei docenti, ecc.) richiede che le sopra citate riforme garantiscano e anzi potenzino le attivita' culturali e formative per le molteplici esigenze degli adulti ( italiani e stranieri ) con bassi strumenti culturali e professionali di base.
Nella legge sull'autonomia scolastica viene positivamente affermata la possibilita' che ogni unita' scolastica autonoma possa individuare e svolgere attivita' di EDA nell'ambito del proprio progetto di Istituto. Per far cio' in modo efficace e continuativo ci vogliono alcune condizioni strutturali, organizzative e motivazionali, che possono essere esemplificate in:

L'individuazione di scuole specializzate in EDA non puo' essere un processo spontaneo, che comporterebbe i rischi dell'anarchia, della disorganicita' e della discontinuita', ma deve rientrare in una attenta programmazione della rete scolastica, fra le cui finalita' ci sia la costruzione, in ogni ambito territoriale di certe dimensioni o nelle zone a particolare disagio socio-culturale, di una scuola che sia Centro di EDA. Da questo punto di vista un lavoro istruttorio di analisi ed una importante funzione propositiva devono essere svolte dal Gruppo Tecnico provinciale, come gia' prevede l'attuale O.M.. L'azione tecnica e consultiva svolta dal Gruppo Tecnico non deve ridurre ne' confondere il ruolo e lo spazio di contrattazione e di confronto proprio dei Sindacati Scuola.
Con questa impostazione ci si e' mossi a Torino con l'esperienza pilota delle "scuole -Polo" che puo' essere considerata una vera e propria sperimentazione anticipatoria rispetto ai futuri Centri integrati di EDA.

Nel processo di dimensionamento delle unita' scolastiche presupposto all'attribuzione dell'autonomia, l'utenza e le attivita' di EDA per le scuole che forniscono questo tipo di servizio devono essere contate e valutate sia per l'aspetto quantitativo delle dimensioni della scuola sia per quello della complessita' organizzativa.
Nella logica dell'autonomia scolastica e nel quadro della riforma dei cicli scolastici, tali Centri EDA dovranno fare riferimento ( essere presso?) alle nuove istituzioni scolastiche autonome sia della scuola di base che della scuola secondaria. Ma soprattutto per un'utenza adulta dovra' essere garantita una continuita' di percorsi formativi, flessibili e anche personalizzati, che partendo dal recupero degli strumenti culturali di base arrivi all'acquisizione di elementi, parziali o completi, dell'istruzione secondaria e della Formazione Professionale. Siccome anche nell'ottica delle riforme non e' pensabile di risolvere il problema dell'EDA con un'unica istituzione sul territorio, le strategie e le politiche attive di EDA dovranno essere frutto di una attenta cooperazione e sinergia di molteplici Enti e Agenzie sul territorio, la scuola di base, le scuole secondarie presenti sul territorio , i Centri di F.P., le strutture sul territorio degli EE.LL. con i loro operatori socio-culturali, le Associazioni del volontariato, il mondo dell'imprenditoria e dell'artigianato. In questo ambito compito specifico del Centro EDA sara' quello di centro propulsore e cabina di regia delle iniziative EDA sul territorio. L'assolvimento di tali compiti da parte dei Centri EDA sia di ricerca sociale del fabbisogno sia di promozione della domanda e di marketing sia di organizzazione, in tutto o in parte del servizio, richiede la costituzione di una specie di Dipartimento ad hoc ed un raccordo forte con le strutture sopra citate.

Piu' in particolare, i Centri EDA potrebbero realizzare:


Su quest'ultimo terreno occorre evitare di fare una duplicazione in formato ridotto o con un piu' basso profilo culturale dell'Universita' della 3° eta', esperienza positiva ma per un'utenza e con finalita' ben diverse. E' quindi indispensabile delineare gli obiettivi ed i contenuti di un'educazione permanente che ha senso proporre ad una fascia di popolazione che ha mosso o muove i primi passi nel recupero della motivazione formativa e degli strumenti culturali di base. Tali obiettivi e contenuti devono far leva sulle aspettative e sugli interessi dei partecipanti all'attivita' formativa con grande liberta' ed apertura mentale, ma dovrebbero riguardare essenzialmente, a nostro avviso, l'acquisizione di quelle conoscenze ed abilita' che rendano il cittadino in grado di usufruire meglio, piu' completamente e piu' consapevolmente dei diritti di cittadinanza o dei bene'fici effetti del progresso tecnologico scientifico sociale e umano per una migliore gestione della qualita' della propria vita nei suoi vari rapporti con la salute, l'ambiente, gli altri, il lavoro, le tecnologie, il mondo simbolico e dei significati ( cultura e eticita', intercultura e politica,....), e tutto cio' in modo paritario o almeno meno dis-paritario possibile, fra individuo e individuo, fra uomini e donne, fra gruppo sociale e gruppo sociale,....
Per riassumere, le istituzioni scolastiche autonome saranno impegnate a promuovere un'offerta formativa per adulti finalizzata a titoli di studio, come si accenna anche nel ddl sulla riforma dei cicli scolastici, da un lato con una pluralita' di formule organizzative e metodologiche, dall'altro con la possibilita' anche di realizzare interventi di formazione continua e permanente. Rispetto a questi ultimi la funzione dell'istituzione scolastica e del Centro EDA non sara' necessariamente quella dell'erogatore del servizio didattico o dell'intervento formativo completo, ma potrebbe essere piu' realisticamente quella dello "sportello" di orientamento sulle opportunita' formative, dell' individuazione dei bisogni formativi dell'utenza, della "messa in condizione" rispetto ai requisiti richiesti o necessari per qualificazioni e riqualificazioni professionali o addirittura per poter usufruire di fondamentali diritti di cittadinanza.
Sul terreno degli interventi formativi non legati a titoli di studio, e' importante, anche se ancora troppo indeterminato, il rinvio dell'art.13 del citato ddl ad un Decreto interministeriale fra Ministero del Lavoro e Pubblica Istruzione.

Proposte operative

In coerenza con le prospettive indicate, e' opportuno che gli interventi possano dare risposte efficaci gia' nei tempi brevi e prefigurino il futuro assetto del sistema di EDA.

Se la carta d'identita' delle future scuole autonome e' il PEI, che deve esplicitare l'intero ventaglio dell'offerta formativa in modo trasparente e controllabile, anche il programma di istruzione e di formazione per gli adulti deve rientrare nel PEI a pieno titolo. La specifica programmazione annuale delle attivita', fatta in collaborazione con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio, dovra' far capo a un Dipartimento di EDA come sopracitato. Tale Dipartimento dovra' avere un organico stabile, almeno per cicli pluriennali di intervento, e delle risorse e competenze professionali funzionali all'insieme dei bisogni formativi e alle caratteristiche dei Centri EDA. Si propone un team di 6 docenti come struttura di base: 1 alfabetizzatore, 4 docenti della media, 1 doc. di E.T. con competenze informatiche. Per altri eventuali interventi ad hoc si possono prevedere distacchi o contratti part time, a tempo determinato, sulla base di specifici progetti ed obiettivi.
L'attivita' didattica deve sempre piu' svilupparsi per obiettivi, senza rigide distinzioni per discipline, sulla base di un lavoro fortemente cooperativo e complementare fra i docenti. Il programma annuale puo' prevedere una molteplicita' di interventi, diversamente quantificati, dalle attivita' formali a quelle di Educazione permanente ( poche ore alla settimana o brevi periodi concentrati). Per garantire comunque un sostenibile rapporto costi/benefici, occorre prevedere un monte ore annuo di attivita' formativa del docente comprensivo delle attivita' formali (finalizzate al titolo di studio ) e informali ( moduli di educazione permanente), anche se tutte le attivita' dovranno avere una loro valutazione e certificazione.
Se le attivita' formali per il conseguimento nell'anno del titolo di studio devono avere un minimo di ore standard, le altre attivita' devono essere molto flessibili, ma tali da garantire comunque il pieno utilizzo dei docenti.

Per quanto riguarda il rapporto iscritti/frequentanti / numero corsi o gruppi, occorre avere un numero iniziale che garantisca la sostenibilita' dei costi ed occorre valutare se e' opportuno inserire un minimo di frequentanti per le varie tipologie di attivita'.
La forte individualizzazione delle attivita' formative in questo settore e l'integrazione degli interventi dei vari docenti ed esperti e' finalizzata alla riduzione della dispersione ed in particolare degli abbandoni, dato che caratterizza spesso questi corsi per la oggettiva difficolta' di rimotivazione degli adulti poco scolarizzati. Di fronte a percentuali consistenti di dispersione e ad un forte calo dei frequentanti, le risorse professionali devono essere impegnate prioritariamente su attivita' ed in progetti tendenti al recupero, alla rimotivazione ed all'attivazione anche di forme efficaci di marketing formativo.

Sul piano delle risorse finanziarie, anche nel contesto dell'autonomia scolastica lo Stato dovra' continuare a garantire i costi relativi ai corsi formali, mentre per le attivita' informali si potrebbe pensare a contributi integrativi degli EE.LL., delle Regioni e dell'utenza stessa.

Per quanto riguarda la preparazione specifica degli insegnanti occorre prevedere due fasi:

  1. a regime con la formazione specialistica universitaria e post-universitaria degli insegnanti, bisognera' individuare dei percorsi specifici di formazione specialistica, ma non esclusiva, dei docenti dell'EDA, che fornira' un diritto di precedenza, ma che non sia incompatibile con un pieno utilizzo per la collettivita' delle risorse formative disponibili;
  2. nell'immediato, formalizzare un diritto di precedenza a restare o a rientrare sui corsi per adulti per chi ha piu' di un tot numero di anni di esperienza sulle 150 ore, e obbligare ad un breve percorso di aggiornamento preventivo tutti i docenti che per la prima volta si affacciano ai corsi di EDA.

Aspetti contrattuali

Per questo settore del sistema scolastico e formativo, la valorizzazione della professionalita' degli operatori che dovra' accompagnare il piu' che necessario adeguamento salariale, si gioca sui seguenti elementi:
  1. una gestione piu' efficace dell'orario. Da questo punto di vista si propone di sperimentare un monte orario annuo dei docenti, indispensabile per garantire la maggior flessibilita' richiesta dal variegato ventaglio di interventi, formali e informali, sugli adulti, nell'ambito di un sostenibile rapporto costi/benefici ( es. se le ore sett. sono 18 e se le settimane di attivita' didattica sono 30, il monte ore sarebbe di 540 );

  2. una piu' specifica definizione dei compiti professionali dell'insegnante che si occupa di adulti, comprensivi, oltre che dell'attivita' didattica in senso stretto, dell'analisi dei bisogni, del marketing formativo, della progettazione didattica e della valutazione dei livelli cognitivi, compiti ovviamente di cui tener conto nella delineazione complessiva dell'orario di servizio;

  3. l'individuazione e il riconoscimento a sostegno di questo servizio formativo per gli adulti, di nuove funzioni, con la preparazione delle relative competenze specialistiche. Si ipotizzano come piu' necessarie le seguenti funzioni specialistiche che comportano delle specifiche risorse umane esperte e/o comunque del tempo lavoro aggiuntivo, formalmente riconosciuto e retribuito:
    Gli operatori che acquisiscono competenze siffatte e svolgono queste funzioni possono anche collocarsi a livello non di singola scuola, ma di consorzio di scuole o in un ambito territoriale.

  4. per quanto riguarda il Fondo per il miglioramento del servizio, nell'ambito della contrattazione provinciale deve essere definita la quota di risorse del Fondo da attribuire all'EDA, con la motivazione e nella logica di favorire l'evoluzione dell'organizzazione di questo servizio nella direzione dei Centri specializzati di EDA sul territorio.
    I criteri di ripartizione di queste risorse fra le scuole interessate sono definiti dalla contrattazione provinciale con un parere consultivo del Gruppo Tecnico prov..
    Le modalita' di utilizzo delle risorse attribuite alla scuola sono definite dalla contrattazione con la RSA, nell'ambito e in coerenza con gli obiettivi e le finalita' definite dagli OO.CC..

  5. Infine per quanto riguarda il piano salariale, nell'ambito di una riconosciuta ed urgente esigenza di rivalutazione economica della figura dell'insegnante, si pone il problema che di fronte a prestazioni uguali come servizio e come esercizio di professionalita', le condizioni retributive devono essere uguali, purche' i requisiti formali di accesso siano analoghi o non troppo diversi.

Torino, giugno 1997

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