INSEGNATI DI RELIGIONE CATTOLICA (1/9/2000)
Mentre i senatori, in aula, sono impegnati nella discussione sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica, la 7^ Commissione del senato sta concludendo la discussione generale sull'Affare assegnato "La politica del Governo in ordine all'insegnamento della religione cattolica previsto dal Concordato tra l'Italia e la Santa Sede".
Il relatore BRIGNONE, il 5 luglio scorso, al termine del dibattito generale, ha presentato la seguente proposta di risoluzione:
"La 7a Commissione permanente del Senato,
premesso che:
- l'insegnamento della religione cattolica trova la sua definizione nell'Accordo fra la Repubblica Italiana e la Chiesa cattolica e nell'Intesa tra il Ministero della pubblica istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana;
- la Repubblica italiana riconosce il valore della cultura religiosa e che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano;
- il Governo si è impegnato a rispettare tale principio nelle norme attuative della legge di riordino dei cicli scolastici, accogliendo in Senato l'ordine del giorno n. 9.4216.1;
considerato che:
- l'insegnamento della religione cattolica è assicurato dalla legge nell'ambito delle finalità della scuola pubblica non universitaria di ogni ordine e grado, entro la quale si collocano i curricoli e i programmi in via di formulazione;
- esso è compreso a pieno titolo nelle discipline scolastiche, con pari dignità culturale, formativa ed educativa e concorre quindi alla crescita e alla valorizzazione della persona umana;
- gli insegnanti di religione cattolica fanno parte della componente docente negli organi scolastici con gli stessi diritti e doveri degli altri insegnanti;
- l'esplicazione di tale ruolo deve essere resa concretamente possibile attraverso la titolarità di un numero di classi e di ore settimanali di lezione che consenta uno svolgimento di programma adeguato e un'effettiva partecipazione dell'insegnante ai consigli di classe per l'espletamento di ogni attività connessa;
rilevato che:
- gli obiettivi dell'insegnamento della religione cattolica rivestono un'alta valenza formativa ed educativa in una prospettiva interdisciplinare;
- l'insegnamento della religione cattolica presenta una dimensione culturale non identificabile con la pratica religiosa e, avvalendosi di contenuti innovativi strettamente connessi alla realtà sociale, risulta parte integrante della complessiva formazione scolastica recando un significativo arricchimento per tutti gli allievi che se ne avvalgono, indipendentemente dalla loro fede religiosa;
impegna il Governo:
- a garantire la specificità dell'insegnamento nel pieno rispetto della normativa vigente,
- ad assicurare all'insegnamento della religione cattolica una collocazione oraria che, pur nel rispetto dell'esercizio dell'autonomia delle singole istituzioni scolastiche, non risulti penalizzante per la disciplina;
- a conservare le sessanta ore complessive annue, già previste nella scuola materna, anche nella scuola dell'infanzia, col vincolo di non determinare forme di discriminazione;
- ad assegnare due ore settimanali all'insegnamento della religione cattolica nel settennio della scuola di base;
- a far sì che, nella definizione dello stato giuridico dei docenti di religione cattolica, le cattedre di insegnamento siano costituite da non più di 9 classi nella scuola di base e non più di 14 classi nella scuola secondaria, con completamento d'orario mediante ore a disposizione per le attività connesse con l'autonomia e il piano dell'offerta formativa".
In particolare, sottolinea che tale proposta di risoluzione si propone il duplice scopo di tutelare i posti di lavoro degli insegnanti di religione, nonché la dignità della disciplina da essi impartita. Manifesta peraltro piena disponibilità ad integrarla al fine di assicurare analoga dignità anche all'ora alternativa all'insegnamento religioso, tematica da lui non affrontata stante la delimitazione dell'affare assegnato al solo insegnamento della religione cattolica.
La 7^ Commissione sarà chiamata, in una prossima riunione, ad esprimersi sulla proposta stessa.