Educazione degli adulti (3/5/2000)

 

Si è concluso formalmente in data 23 marzo 2000 con la riunione presso il M.P.I., presenti il Ministro Berlinguer, il rappresentante per la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed i soggetti firmatari del Patto per lo sviluppo, l'itinerario che ha portato alla definizione del documento politico attinente la riorganizzazione complessiva dell'attività di istruzione e formazione per gli adulti, definitivamente approvato in sede di Conferenza Stao-Regioni il 2 marzo u.s.

I tempi di gestazione sono emblematici della complessità procedurale indotta dalla nuova articolazione delle competenze istituzionali sulla materia, complessità che si aggiunge a quella dei contenuti.

Il documento è frutto di una elaborazione impegnativa non soltanto per la densità delle questioni, ma anche per la pluralità dei soggetti istituzionali e sociali coinvolti.

E' accompagnato da un accordo sottoscritto dalla stessa Conferenza che assume gli obiettivi e le strategie definiti nel documento per la riorganizzazione ed il potenziamento dell'educazione degli adulti a partire dall'anno 2000, in attesa della compiuta definizione del sistema integrato di istruzione e formazione, postulato da più provvedimenti legislativi, le cui connessioni sono sostanzialmente affidate alle modalità di attuazione.

Documento ad accordo assumono un rilevante significato politico perché ricollocano l'educazione degli adulti in un quadro di sistema.

Questa tipologia di attività, affidata nel tempo ad ordinanze e circolari ministeriali, più recentemente divenuta centrale negli accordi sociali, acquista finalmente piena legittimazione politica, culturale e sociale cui darà riscontro istituzionale il collegato alla legge finanziaria sull'istruzione, attualmente in discussione in Parlamento, sancendone la configurazione a sistema.

La complessità che ha caratterizzato la fase di elaborazione si trasferisce ora nelle forme e modalità di attuazione. In questo senso è fondamentale la scelta di comportamenti e modelli organizzativi che mirino all'efficacia del risultato, evitando nuove ingessature sul piano del funzionamento.

Assolutamente non secondaria è la questione delle politiche del personale chiamato a gestire un'offerta di formazione molto caratterizzata negli obiettivi e nelle metodologie per la particolarità dell'utenza vecchia e nuova.

In continuità con le prime positive acquisizioni dell'ultimo contratto di lavoro, questioni come profili di competenze, organizzazione del lavoro, formazione, disponibilità di risorse professionali ed economiche rappresentano i cardini per una riorganizzazione sistemica dell'attività.

Questi due anni di sperimentazione dei Centri territoriali permanenti hanno evidenziato grandi potenzialità, ma anche limiti e difficoltà in una gestione caratterizzata da risorse insufficienti soprattutto sul versante professionale.

In tale contesto di innovazione che si connette strutturalmente con la riforma dei cicli e l'obbligo formativo a 18 anni, la scommessa si gioca concretamente sulle condizioni di fattibilità, a partire dalla dotazione certa delle risorse che vanno individuate da subito come anche sedi funzionali di concertazione ai vari livelli, soluzioni organizzative praticabili volte al raggiungimento degli obiettivi.

In questo senso abbiamo chiesto all'Amministrazione di riprendere sollecitamente il confronto di merito.

Depositiamo il documento ed, allegato, l'accordo.

 

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