Riunione Nazionale EDA (26/11/99)

La recente riunione nazionale sull'EDA, che ha visto peraltro una significativa partecipazione delle strutture, è stata l'occasione non soltanto per verificare lo stato dell'arte, ma soprattutto per mettere a fuoco alcune questioni di rilevanza strategica all'interno della riorganizzazione in atto del settore, indispensabile per ricondurre a sistema la pluralità delle iniziative e dare piena attuazione ai contenuti del Patto sociale di dicembre 1998.

Dal confronto sono emerse le seguenti considerazioni.

In primo luogo, il ridisegno del profilo dell'attività EDA nell'ambito dell'offerta integrata di istruzione e formazione deve tener presente le diverse finalità, non ultimo il ruolo tradizionalmente svolto dalla scuola per il recupero delle fasce deboli e marginalizzate anche in vista del conseguimento dei titoli di studio.

Pur all'interno di una programmazione molto più connotata sul versante integrazione, ed in questo senso più aderente alla tipologia della domanda di formazione, si tratta di rispondere ad una specifica esigenza culturale e sociale che non può che essere in capo alla responsabilità dell'istituzione scolastica, per obbligo costituzionale. Il rapporto tra scuola, formazione professionale e mondo del lavoro esplicita le sue potenzialità in quanto si fonda sul riconoscimento, nonché valorizzazione, delle rispettive funzioni e competenze, senza pretese di esclusività.

Questo, al fine di una corretta attuazione del disegno istituzionale così com'è delineato nella L.59/97 e nel D. 112/98.

La realtà EDA sta assumendo nel sistema formativo proporzioni via via sempre più rilevanti con evidenti profili di specificità. In questo senso è emerso il problema di una maggiore autonomia organizzativa e gestionale dei Centri Territoriali posta con accenti e sensibilità diverse, riconducibili alla diversità delle esperienze.

Si è convenuto, comunque, che soluzioni più mature rispetto all'attuale assetto sono legate all'evoluzione in atto nel settore e, più in generale, nel sistema; il rapporto tra Centro territoriale ed istituzioni scolastiche rappresenta, al momento, una condizione di garanzia sia per l'espletamento delle attività sia per la tutela del personale.

Si è quindi passati ad una valutazione degli esiti contrattuali che rappresentano prime concrete acquisizioni sia sul piano dell'organizzazione del lavoro (vedi in particolare la nuova formulazione dell'orario) sia sul piano professionale e di tutela (vedi le modalità di utilizzazione dei docenti e gli impegni sulla formazione).

Apprezzato l'esito della trattativa sulle funzioni-obiettivo che ne assicura la dotazione in tutti i Centri territoriali, nei corsi serali, nei corsi funzionanti presso ospedali e carceri, l'impegno assunto è per arrivare a considerare l'effettiva consistenza dell'organico docente ai fini dell'attribuzione delle risorse destinate al fondo dell'istituzione scolastica.

Ciò avrebbe, oltre che un riscontro di maggiore funzionalità, anche un significato politico di riconoscimento dell'attività e del personale che vi opera.

In tale contesto è stata evidenziata anche l'esigenza di un concreto riconoscimento, con modalità da definire, alla iniziativa che i capi d'istituto sono tenuti a sviluppare per assicurare la complessa organizzazione ed il funzionamento dei Centri, al di là dell'impegno ordinario.

Il trend delle iscrizioni non rappresenta più una variabile occasionale nella programmazione delle attività. L'esperienza di questi due anni in vigenza dell'O.M. 455/97 ha messo in netto risalto l'enorme potenziale della domanda di formazione e, conseguentemente, l'esigenza di rispondere con dotazioni di risorse professionali quantitativamente e qualitativamente adeguate, superando accertate precarietà che hanno caratterizzato questa prima fase di vita dei Centri territoriali.

E' emersa una duplice esigenza: da un lato un più marcato riconoscimento della specificità professionale del docente EDA, sempre più "piegata" su competenze trasversali (dalla progettazione all'analisi delle competenze alla certificazione), oltre la disciplinarietà tradizionale; dall'altra, le garanzie di tutela per il personale, una volta che scelga di concludere l'esperienza EDA ed intenda rientrare nell'ordinaria attività di insegnamento.

Fermo restando che tutti i profili di professionalità sono oggetto di attenzione, in presenza di funzioni plurime e via via più complesse, richieste dalla nuova organizzazione dell'autonomia, per il docente EDA si tratterrà di operare coerentemente con la fisionomia che il settore acquisirà, anche a seguito di scelte ordinamentali previste dal legislatore, valorizzando intanto gli ambiti di specificità che il contratto stesso ha definito.

 

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