Indirizzi generali della politica del Ministro De Mauro (5/6/2000)

 

Depositiamo il testo delle comunicazioni sugli indirizzi generali della politica del suo dicastero che il nuovo Ministro della Pubblica Istruzione De Mauro ha fatto il 24 maggio 2000 alla Camera e d il 25 maggio 2000 al Senato.




Comunicazioni del Ministro alle Camere
sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero

Audizioni Ministro

24 maggio 2000 alla Camera
25 maggio 2000 al Senato

Richiamo preliminarmente l'attenzione sulla situazione determinatasi tra gli insegnanti e il personale e nella scuola, in ragione dell'attuazione del programma del precedente Governo.

La legge 59 del 1997, in specie col suo art.21, ha generato una serie di decreti legislativi e di regolamenti, destinati ad entrare in vigore dal prossimo 1° settembre per diffondere in concreto in tutte le scuole del Paese il processo di ampliamento dell'autonomia scolastica.

Sono state anche approvate dal Parlamento la legge quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione (L.10 febbraio 2000 n.30) e la legge recante norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione (L. 10 marzo 2000 n.62).

Il sistema scolastico italiano è stato investito da un processo di riforma globale, finalizzato a conferire alta efficienza al sistema stesso e a realizzare, con la politica di contenimento del fenomeno della dispersione, l'obiettivo ambizioso del successo scolastico e formativo per il maggior numero possibile di giovani. A tale obiettivo si aggiunge quello di impedire, attraverso l'educazione degli adulti, la creazione di situazioni di analfabetismo di ritorno. Si tratta di un processo che deve trovare concreta attuazione attraverso una serie di interventi, sui quali appunto intendo concentrare la mia azione nei prossimi mesi, anche per assicurare la regolare conclusione dell'anno scolastico in corso e l'avvio del prossimo.

Le linee di azione politica, che intendo a tal fine adottare, saranno anche improntate all'esigenza di realizzare il nuovo modello organizzativo del servizio scolastico senza indugi, seppur con i tempi che la fase transitoria prudentemente impone. Il quadro delle riforme va completato ovviamente con il consenso e la collaborazione responsabile del personale della scuola e di quello dell'amministrazione centrale e dei provveditorati agli studi, che ha sempre dimostrato alta professionalità e senso di responsabilità nei confronti delle famiglie e degli alunni, utenti del sistema scolastico. I punti su cui vorrei brevemente soffermarmi sono i seguenti:

· Autonomia scolastica

· Realizzazione del riordino dei cicli dell'istruzione

· Attuazione della legge sulla parità

· Lotta alla dispersione scolastica e politiche giovanili

· Educazione degli adulti; istruzione e formazione tecnico superiore; obbligo formativo

· Interventi diretti al personale

· Organici

· Contrattazione

A proposito del processo di ampliamento dell'autonomia scolastica, che entrerà in vigore a pieno regime -come già detto - il prossimo 1° settembre, è necessario ottenere anche dalle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Molise il dimensionamento della rete scolastica, previsto dal citato art.21 della legge 59, al quale è collegato il conferimento alle istituzioni scolastiche della personalità giuridica, indispensabile per il funzionamento autonomo delle scuole stesse. In tal senso, dopo la diffida già inviata il 16 marzo scorso dal Ministro pro-tempore ai predetti Presidenti, ho ulteriormente sollecitato nei giorni scorsi l'importante adempimento, sperando che non si debba ricorrere al commissariamento, che siamo comunque pronti ad affrontare.

Il debutto dell'autonomia a settembre prossimo ha tra le sue premesse indispensabili anche la definizione del regolamento ministeriale recante norme in materia di curricoli nell'autonomia scolastica, da emanare a norma dell'art.8 del D.P.R. 8 marzo 1999, che ha già ottenuto il parere del Consiglio di Stato e, con le necessarie modifiche ed integrazioni, è stato inviato agli organi di controllo.

Su di esso le scuole baseranno il proprio piano dell'offerta formativa, potendo tra l'altro gestire in totale autonomia il 15% del tempo curricolare.

La diffusione a pieno regime dell'autonomia prevede anche il riordino dell'amministrazione centrale e periferica. Il relativo regolamento, predisposto in base all'art.75 del decreto legislativo 300 del 1999, approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri, si trova attualmente all'esame delle Commissioni parlamentari, dopo aver ottenuto il parere del Consiglio di Stato. Auspico in proposito che le Commissioni parlamentari vogliano in particolare pronunciarsi sull'esigenza che la ristrutturazione territoriale dell'amministrazione, con soppressione dei provveditorati agli studi, si compia in tempi compatibili con il regolare avvio del nuovo anno scolastico e con le nomine in ruolo dei docenti e del restante personale. La soppressione dei provveditorati agli studi sarà comunque contestuale alla articolazione, sul territorio, di servizi di supporto e consulenza alle istituzioni scolastiche. In sede di contrattazione di comparto saranno proposti particolari riconoscimenti per il lavoro svolto in questo particolare frangente dal personale dell'amministrazione periferica.

Per consentire alle scuole di disporre delle risorse finanziarie stanziate per l'autonomia scolastica è stata completata in questi giorni la ripartizione dei fondi della legge 440 del 1997 (per l'anno in corso si tratta di 400 miliardi). I fondi sono notevolmente inferiori a quelli dell'anno precedente, con il rischio di comprimere progetti assai bene avviati e di grande importanza (le lingue nel 2000, l'educazione musicale e artistica dei giovani, e simili). Una parte notevole dei fondi peraltro è già assorbita dalla formazione del personale. Entro l'anno in corso dovranno anche essere emanate le nuove norme di contabilità delle istituzioni scolastiche, per mezzo delle quali sarà istituito il nuovo sistema della gestione economica, che si basa sui principi della responsabilità e della valutazione dei risultati a consuntivo. Esso prevede sostanzialmente l'iscrizione delle risorse assegnate alle scuole in un unico capitolo di bilancio in entrata e la ripartizione delle medesime in canali di spesa fissati liberamente dalle stesse scuole in relazione ai propri piani dell'offerta formativa. Questo nuovo sistema andrà a sostituire le regole della precedente gestione finanziaria, caratterizzata dal sistema delle autorizzazioni, del formalismo contabile e del controllo della legittimità degli atti. La bozza di provvedimento in parola è stata sottoposta all'esame e alla valutazione delle istituzioni scolastiche e dopo questa fase di attento ascolto è in corso la redazione un nuovo testo per il quale inizierà al più presto il cammino di approvazione da parte dei ministero del tesoro e della pubblica istruzione.
L'esigenza di poter tempestivamente disporre di tutti gli strumenti operativi collegati all'autonomia delle scuole comporta anche di procedere al più presto, nel contesto dell'indizione della gara per il rinnovo della convenzione per la gestione del sistema informativo dell'amministrazione scolastica (data prevista ottobre 2000), alla riorganizzazione del sistema informativo medesimo, con il completamento del collegamento in rete di tutte le scuole. Al potenziamento tecnologico delle scuole punteranno anche i programmi di utilizzo dei fondi strutturali dell'Unione Europea, finalizzati anche alla lotta contro la dispersione scolastica e alla formazione integrata. Si tratta di programmi che riguardano il mezzogiorno e che prevedono l'impiego di 1400 miliardi in 6 anni.

Per ciò che concerne la realizzazione del riordino dei cicli dell'istruzione vorrei ricordare che la legge 30 del febbraio scorso impone al Ministro della pubblica istruzione di predisporre entro 6 mesi un piano di graduale attuazione della legge medesima, sul quale deve essere acquisito il parere parlamentare. E' forse opportuno, come aveva già proposto il mio predecessore, che prima di questo formale pronunciamento si svolga nelle commissioni parlamentari un dibattito preliminare che porti contributi utili alla formulazione del piano di fattibilità.

Sono già costituiti presso il ministero più gruppi di esperti che stanno lavorando per giungere all'importante appuntamento entro i termini stabiliti dalla legge. Tali gruppi saranno rimodulati in una commissione unitaria che coinvolga largamente, con gli esperti e le strutture amministrative, il mondo delle e degli insegnanti. I tempi di attuazione della legge saranno in ogni caso condizionati dalla necessità di reperire, con apposita legge, le necessarie risorse, nonché dalla predisposizione della necessaria normativa secondaria e dalla preparazione del personale alle nuove funzioni attraverso un piano di aggiornamento.
In relazione all'importanza della riforma e alla sua incidenza sull'attuale sistema scolastico, sia sui contenuti che devono essere fissati sia sulla programmazione dei tempi ritenuti più idonei per mandare ad effetto quanto prevede la legge in argomento, saranno anche coinvolte nel dibattito, come ormai è tecnicamente possibile, le singole scuole e le organizzazioni rappresentative dei docenti, delle famiglie, degli alunni e le parti sociali.

A proposito dell'attuazione della legge sulla parità scolastica e sul diritto allo studio e all'istruzione, la n.62 del marzo scorso, comunico di aver dato indicazioni ai competenti uffici centrali del ministero, non prevedendo la legge atti di normazione secondaria, di predisporre le istruzioni necessarie affinché le scuole possano accedere alla parità. Saranno compiuti al più presto, nel rispetto dei tempi previsti, gli atti di bilancio ed avviate le intese per l'adozione di un piano straordinario di finanziamento alle Regioni ed alle province autonome per l'istituzione di borse di studio agli alunni delle scuole statali e paritarie. Sarà, però, necessario realizzare al più presto un intervento legislativo di urgenza per correggere la contraddizione fra decorrenza "dall'esercizio finanziario successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge" e disponibilità finanziaria già operante dall'anno 2000: si tratta di interventi di bilancio di 60 miliardi per le scuole elementari parificate e di 280 miliardi per la realizzazione del sistema prescolastico parificato. Tali interventi, tra l'altro, sono stati suggeriti da un ordine del giorno parlamentare accettato dal precedente Governo.

on lo stesso intervento, dovrà essere garantita l'assegnazione alle scuole materne autorizzate dei fondi assegnati nel 1999, onde superare l'obiezione degli organi di controllo circa la inesistenza di un supporto normativo.

A questo punto mi permetto di richiamare la vostra attenzione su alcune altre questioni, che nel loro insieme costituiscono obblighi prioritari di azione del dicastero dell'istruzione. Mi riferisco specificamente alla lotta alla dispersione scolastica, fenomeno grave e complesso per il quale si deve agire non solo attraverso le grandi riforme, ma anche attraverso strategie di integrazione interistituzionale, sostenute da un impegno forte del Governo. Intendo in proposito inviare alla firma del Presidente del Consiglio una direttiva per la promozione e il coordinamento delle politiche, delle risorse, degli interventi, da adottare proprio attraverso la concertazione interistituzionale.

In merito, invece, alle politiche giovanili ritengo di particolare importanza continuare a garantire un impegno pieno al ruolo delle Consulte provinciali degli studenti e allo sviluppo della partecipazione attiva degli studenti stessi nel quadro dell'autonomia. Si sta studiando il varo di un programma di formazione rivolto agli studenti e di valorizzazione della loro creatività, nel contesto di linee di politica culturale del ministero dell'istruzione come sostegno forte all'autonoma progettualità delle scuole. Con il contributo delle Consulte si potrà eventualmente arrivare all'adozione di un piano di lotta alla droga e di prevenzione del disagio giovanile, anche come prosecuzione dei numerosi interventi avviati da anni nel settore.

Quanto alla educazione permanente degli adulti, dati recenti sottolineano la necessità che i programmi già varati in materia siano ulteriormente potenziati, utilizzando le risorse CIPE e quelle messe a disposizione dall'Unione Europea. Si cercherà così di realizzare un processo di alfabetizzazione funzionale anche mediante la progressiva riorganizzazione dei centri territoriali operanti presso reti di scuole, la loro estensione alla scuola secondaria superiore e il loro potenziamento con la formazione professionale regionale e le attività degli enti locali. Nel settore dell'istruzione e formazione tecnica superiore è in corso di messa a regime il nuovo sistema IFTS (istruzione e formazione tecnico superiore) anche attraverso la raccolta e la sistematizzazione dei risultati dei progetti pilota; è anche in corso di avvio un ulteriore ciclo di attività formative sulla base dei piani definitivi dalle Regioni. Per quanto riguarda, infine, l'obbligo formativo l'azione del Ministero deve concorrere, d'intesa con le Regioni e gli Enti locali e nel confronto con le Parti Sociali, all'attuazione dell'art.68 della legge 17 maggio1999 n.144, in particolare attraverso lo studio di percorsi integrati per l'attuazione dell'obbligo in argomento in relazione ai bisogni territoriali.

Ho rammentato all'inizio di questa esposizione il personale della scuola. A conclusione richiamo gli interventi diretti al personale. Si stanno completando su tutto il territorio nazionale i concorsi ordinari a cattedre e i corsi di preparazione finalizzati all'esame di abilitazione all'insegnamento. Entreranno così nelle graduatorie e nei ruoli, a partire dal prossimo anno scolastico 2000-2001 e nei due successivi, circa 35.000 persone. Nel corso dei prossimi mesi di giugno e luglio inizierà a tal fine anche il lavoro di redazione delle graduatorie permanenti previste dalla legge 124 del 1999, a proposito delle quali sono stati già approvati e pubblicati proprio in questi ultimi giorni i regolamenti di riferimento ed emanate le disposizioni per la presentazione delle domande da parte degli interessati. Molte delle procedure ricordate, nonostante la grave situazione di sovraccarico di lavoro dei provveditorati agli studi, si concluderanno probabilmente in tempo utile e consentiranno di nominare in ruolo gli aspiranti - si tratta come poc'anzi già detto di migliaia di persone - dal prossimo 1° settembre. Per alcuni altri concorsi e corsi abilitanti non si farà in tempo e sarà necessario poter arrivare alla approvazione delle graduatorie fino al 31 dicembre. Per non creare disparità di trattamento e innescare movimenti di protesta da parte del personale proprio nel periodo iniziale dell'anno scolastico, chiedo al Parlamento di approvare in proposito una specifica norma autorizzatoria in tal senso nel disegno di legge collegato alla finanziaria.

Ricordo ancora, collegandomi al problema dei concorsi, delle abilitazioni e delle nomine in ruolo dei precari, che sto avviando in questi giorni la consueta procedura annuale di programmazione delle nomine in ruolo medesime. Si tratta di un procedimento complesso: il Presidente del Consiglio stabilisce i criteri, il Consiglio dei Ministri autorizza le quantità globali di personale da assumere, il Ministro della pubblica istruzione ripartisce i posti tra ordini di scuola, tra province, tra tipologia di posto.

A proposito degli organici del personale della scuola e della contrattazione vorrei richiamare l'attenzione sul problema della assoluta difficoltà per il raggiungimento della riduzione stabilita - per il 31 dicembre prossimo - dalle leggi finanziarie degli ultimi anni. Si tratterebbe di migliaia di cattedre e di posti di lavoro in meno, che andrebbero ad aggiungersi ai poderosi tagli dell'ultimo decennio. Il pericolo che segnalo è, però, quello che il mancato raggiungimento dei livelli previsti di riduzione del personale comporti una riduzione dei fondi all'epoca stanziati per la contrattazione integrativa.

Ricordo in proposito che deve essere ancora risolta la spinosa questione del salario accessorio agli insegnanti, che ha suscitato tanto clamore nella categoria e nell'opinione pubblica nei mesi scorsi. E' impensabile che i fondi a suo tempo stanziati siano sottratti alla contrattazione integrativa. Occorre, anzi, che ulteriori risorse siano reperite, per ovviare ad una situazione sulla quale ho ritenuto di rendere pubbliche dichiarazioni fin dalla mia nomina: quella delle scarse retribuzioni degli insegnanti, specie al termine della carriera. Sarà, quindi, necessario trovare al più presto all'interno del Governo, con le forze politiche e con le organizzazioni sindacali, gli accordi necessari ed operare nel DPEF la programmazione dell'impiego delle risorse necessarie per procedere nell'arco del prossimo triennio, anche attraverso l'utilizzazione delle eventuali economie e delle aggiuntive risorse contrattuali, ad una rilevante operazione di ristrutturazione del salario del personale della scuola, cercando di realizzare con l'occasione anche i processi di valutazione dei risultati, della qualità e del merito secondo le prescrizioni del contratto collettivo nazionale di lavoro, che deve essere applicato o modificato.

Sempre in tema di contrattazione, ricordo che il 18 maggio scorso è stato raggiunto l'accordo tra le parti (ARAN e Confederazioni sindacali) per la creazione, all'interno del contratto collettivo quadro del 1998, dell'area specifica della dirigenza scolastica, che viene ad aggiungersi alle altre aree dirigenziali. E' questo il primo importante passo per l'avvio delle trattative per la sottoscrizione, possibilmente entro la fine di agosto, del primo contratto nazionale di lavoro dei capi di istituto, che -come è noto - assumeranno le funzioni dirigenziali all'atto dell'avvio, con il 1° settembre dell'anno in corso, del processo di ampliamento dell'autonomia delle scuole.

Non si può, infine, dimenticare con l'occasione la situazione piuttosto preoccupante degli uffici dell'amministrazione scolastica centrale e periferica, i cui dipendenti da anni sono sottoposti ad un impegno molto pesante in ragione del processo di riforma della scuola. Nel momento in cui si parla di rivalutazione delle retribuzioni del personale della scuola, bisogna anche pensare a forme di incentivazione a favore del personale dell'amministrazione se si vuole, come certo da tutti si vuole, che il processo avviato giunga in porto felicemente.



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