DOCUMENTO FINALE DEL CONSIGLIO GENERALE CISL (3/2/2000)

 

 

 

DOCUMENTO FINALE DEL CONSIGLIO GENERALE CISL

ROMA 28 GENNAIO 2000

 

 

Il Consiglio generale della CISL, riunito a Roma il 28 gennaio del 2000 approva la relazione introduttiva sulla situazione economica, sociale e politica del paese presentata dal Segretario confederale Savino Pezzotta con i contributi intervenuti dal dibattito.

 

1. Il Consiglio Generale nel prendere atto che, a causa della mancata realizzazione della Costituente unitaria proposta dalla CISL fin dal 1993, una fase dell'unità sindacale si è esaurita, ritiene che si sia aperta una nuova stagione chiamata "dell'unità competitiva" proprio per sottolineare insieme la persistenza dell'obiettivo e la diversità dell'approccio.

Questa è, dunque, una fase che presuppone maggiore capacità di proposta e di iniziativa da parte di tutta la CISL a tutti i livelli ed in tutte le sue articolazioni.

2. Nell'attuale fase politica la CISL pone la questione di fondo del ruolo e della funzione delle rappresentanze sociali nel quadro del governo degli interessi generali del paese.

Questo si intende quando si parla di autonomia del sindacato: la sua non subordinazione, nella scelta dei temi e dei nodi da sciogliere, da qualsiasi altro potere sociale e politico. Ma anche, e insieme, la sua ferma convinzione che la concertazione tra le parti sociali e la politica non va solo rilanciata per governare la società complessa ma articolata in tutte le direzioni, periferia ed Europa, e a tutti i livelli territoriali.

 

3. La CISL ha giudicato debole ed ha, perciò, criticato la legge finanziaria ed i suoi contenuti. Non basta fare una finanziaria che non pesa eccessivamente sui soliti contribuenti, infatti, per giudicarla buona.

Qui c'è scarsa attenzione verso il divario d'inflazione tra l'Italia e i paesi nostri partners e concorrenti. C'è poco sulla promozione del lavoro laddove esso manca. C'è quasi rassegnazione che il divario Nord-Sud nel prossimo futuro non sia superabile, anziché essere il punto prioritario della politica di governo, così come è stato per l'euro. C'è qualcosa di più, ma chiaramente del tutto insufficiente - proprio mentre tutti lamentano la tendenza demografica negativa in aumento - ad una politica di sostegno efficace alla famiglia.

La CISL è un sindacato animato da una profonda cultura riformatrice convinto da sempre che i problemi di questo paese non si risolvono aumentando il numero delle leggi, né con l'iperpoliticizzazione dei problemi stessi. Richiedono, invece, un rapporto diverso e più efficace tra le varie forme di rappresentanza politica e sociale che abbiamo chiamato "concertazione".

 

4. Il quadro politico non riesce ancora a trovare assestamento e stabilità. Non sono di per sé né le leggi elettorali né il restringimento del pluralismo a promuoverli. E' la scelta e la priorità data ai temi che preoccupano ed appassionano il paese (sviluppo, lavoro, Nord-Sud) che può stimolare, invece, la partecipazione dei cittadini a una cosa pubblica sentita finalmente come propria.

 

5. La CISL esprime un giudizio duramente negativo sulla promozione dei referendum radicali contro il sindacato e il lavoro. Il Consiglio generale non può che leggerli per quello che sono, nel loro complesso e nel senso che hanno: l'esaltazione di un liberismo senza controlli e di un rapporto semplificato fra istituzioni e cittadini che salta società e comunità e, quindi, contrasta con il modello di società partecipata del quale noi, non da soli, siamo storicamente portatori. E' il ritorno a una visione propriamente giacobina e liberista dove i diritti sono solo individuali e quelli collettivamente organizzati vanno cassati perché con essi confliggono organicamente.

Invece i diritti individuali comportano sempre anche responsabilità sociali che non sono, però, solo statuali o istituzionali e richiedono proprio una partecipazione piena. II principio che vale è quello di una sussidiarietà che risolva davvero i problemi al livello più vicino alla cittadinanza.

Quanto al merito dei referendum, la CISL decide di costituire con CGIL ed UIL, e in raccordo con le forze dell'associazionismo sociale, i "comitati del no" aperti all'adesione di significative personalità della società civile e promuoverà un capillare lavoro di informazione e di coinvolgimento dei propri iscritti e di tutti i lavoratori ed i pensionati.

 

6. Sulle pensioni, il Consiglio generale della CISL insiste: la verifica va collocata come previsto nel 2001 perché solo allora si potrà parlare di dati e certezze e non solo di proiezioni ed ipotesi; restiamo contrari alla generalizzazione del sistema contributivo perché in ogni caso non è giusto ridurre il reddito pensionistico che è stato promesso; e, se la politica del governo, come pare, prevede il TFR per legge - l'interferenza della legge su una materia squisitamente contrattuale - per poterlo passare alle pensioni integrative in modo da lanciare così il contributivo pro-rata per tutti, la CISL è nettamente contraria.

 

7. Sulla scuola il Consiglio Generale, convinto che la centralità della formazione e del suo ruolo strategico sia impegno comune a tutte le forze sociali e politiche del paese, approva il giudizio critico espresso dalla Segreteria confederale e dal Sindacato scuola sui cicli scolastici e sul tema della formazione professionale.

 

8. A fronte dei cambiamenti che stanno intervenendo sulle normative del mercato del lavoro, il Consiglio generale rileva l'esigenza di dotare l'organizzazione di nuovi strumenti di intervento in particolare per quanto riguarda l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, processi formativi strutturando ed estendendo le esperienze in corso su Emporio dei Lavori e dello IAL.

 

9. Il Consiglio generale della CISL chiama tutta l'organizzazione ad attivarsi e mobilitarsi sulle iniziative che ha deciso di programmare: 100 città, per "Il lavoro che cambia, il lavoro che manca" il 12 febbraio; l'iniziativa del 22-23 febbraio a Bologna tesa a valorizzare la presenza e l'apporto delle donne lavoratrici; il convegno del 9 marzo a Roma sulle nuove forme di partecipazione e di democrazia economica che la CISL ritiene necessarie per affrontare questo inizio di XXI secolo.

 

Approvato all'unanimità

 

 

Roma, 28 gennaio 2000

 

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