Documento conclusivo del C.G. Cisl Scuola (4/5/2000)
Il Consiglio Generale della CISL Scuola riunito a Fiuggi il 28 e 29 marzo 2000 ha approvato all'unanimità il seguente documento conclusivo ed ha proclamato la mobilitazione della categoria e lo sciopero generale per il 12 maggio p.v. contro le scelte di politica scolastica del Governo e del Ministro, per chiederne una decisa inversione di tendenza, perché scuola e formazione siano in concreto una risorsa strategica per lo sviluppo del Paese, e per una politica di valorizzazione economica e professionale di tutto il personale.
DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL CONSIGLIO GENERALE CISL SCUOLA
FIUGGI 28-29 MARZO 2000
Il Consiglio Generale CISL Scuola riunito a Fiuggi il 28 e 29 marzo 2000, assume i contenuti della relazione politica della segreteria ed i contributi emersi dal dibattito.
ESPRIME
un giudizio fortemente critico sulla politica scolastica del Governo e del Ministro della P.I. che pone in essere scelte in controtendenza rispetto ai grandi obiettivi sulla scuola e la formazione fortemente voluti e sostenuti dalla politica sindacale confederale e divenuti punti significativi e strategici di accordi e patti sottoscritti da Governo e parti sociali.
Il Consiglio Generale della CISL SCUOLA
DENUNCIA
- le contraddizioni per la scuola e per il personale che inevitabilmente deriveranno dal riordino dei cicli, contraddizioni tali da rendere probabilmente necessari ulteriori interventi legislativi;
- il confuso ed insufficiente governo politico complessivo dell'intero processo di innovazioni e riforme, che si traduce oggi in una sommatoria di provvedimenti, senza una strategia di reale e diffuso coinvolgimento del personale rispetto alle trasformazioni in atto, privilegiando invece una tattica di soli annunci e di consultazioni virtuali di cui sono incerti criteri e modalità;
- l'assenza di una organica e progressiva politica di investimenti per il personale, in termini professionali ed economici, a sostegno del processo di innovazione che lo coinvolge interamente;
- il ricorso sistematico a politiche di risparmio e di taglio che incidono negativamente sulla funzionalità delle scuole (vincoli ai flussi di cassa, ritardi nei pagamenti delle supplenze) e sulla disponibilità qualificata di risorse professionali (tagli progressivi al personale, in particolare ATA, riduzione delle risorse economiche per la formazione rispetto agli stanziamenti già definiti e agli accordi contrattuali);
- i ritardi ed il non governo della gestione amministrativa, la non chiarezza dell'operazione di dimensionamento, il permanere di sacche di precariato (dall'applicazione della L. 124 agli IRC e insegnanti di sostegno) che non consentono alle scuole la puntuale programmazione di tutti gli interventi didattici.
Il Consiglio Generale della CISL Scuola
RESPINGENDO i tentativi di strumentalizzazione politica e di delegittimazione del sindacato
ASSUME E FA PROPRIO il disagio profondo che gli iscritti e tutti gli operatori scolastici manifestano rispetto alle condizioni del loro lavoro ed alla sua continua evoluzione e ritiene necessario un salto di qualità nella politica scolastica, per dare risposte forti e coerenti alla domanda di valorizzazione professionale ed economica del personale della scuola. Senza questa rinnovata politica del personale, le riforme e la riqualificazione dell'intero sistema scolastico e formativo non appaiono credibili e praticabili.
È infatti impensabile che la piena attribuzione dell'autonomia alle istituzioni scolastiche e la gestione delle innovazioni di sistema non siano sostenute da risorse e investimenti aggiuntivi per le politiche del personale, sul piano professionale e salariale, in alternativa alle politiche fin qui seguite di mero autofinanziamento sulla base dei risparmi di sistema.
1) Sul piano delle politiche salariali del personale la CISL Scuola:
- considera prioritaria e non ulteriormente rinviabile una consistente rivalutazione della retribuzione fondamentale come segno socialmente evidente della valorizzazione di tutte le professionalità operanti nella scuola, in quanto oggi tale retribuzione:
- è sottostimata rispetto a quella delle altre funzioni che operano nel campo dei servizi alla persona, preordinati al soddisfacimento di diritti costituzionali fondamentali;
- è inadeguata rispetto alle comparazioni internazionali che riconoscono, anche in termini economici, il ruolo sociale del lavoro degli insegnanti;
- è penalizzante rispetto al carico di responsabilità professionali ed ai cambiamenti in termini di prestazioni e di organizzazione del lavoro che le innovazioni introducono nel sistema scolastico italiano e nell'attività didattica.
- considera oggi non praticabile né accettabile l'introduzione di sistemi salariali premianti, a fronte della strategia e degli orientamenti del Ministro, tanto più in presenza di una situazione di sottoretribuzione. Eventuali future articolazioni nella carriera economica dei docenti non potranno comunque configurarsi come una gerarchizzazione della categoria, che negherebbe il carattere collegiale e cooperativistico dell'attività degli insegnanti, ancor più in assenza di un vero e proprio sistema di monitoraggio e valutazione, che rende non credibile ogni forma di valutazione individuale del lavoro e della professionalità.
2) Sul piano degli investimenti per la scuola dell'autonomia la CISL Scuola:
- chiede una rivalutazione significativa delle risorse finanziarie per garantire il funzionamento di ogni scuola, nella condizione di maggiore complessità che il regime di autonomia comporta;
- rivendica un consistente potenziamento delle risorse finalizzate all'arricchimento dell'offerta formativa e del fondo delle istituzioni scolastiche, a copertura delle prestazioni professionali aggiuntive del personale;
- rivendica organici adeguati all'impegno di articolazione dell'offerta formativa che le scuole dell'autonomia sono chiamate a dare agli studenti e alle famiglie del territorio in cui operano.
3) Sul piano delle politiche professionali la CISL Scuola:
- richiede strumenti adeguati per dare attuazione qualificata alla strategia di formazione del personale definita in sede contrattuale. È infatti determinante offrire a tutti le condizioni per possedere la strumentazione necessaria a gestire le novità culturali, didattiche, organizzative derivanti dall'autonomia e dai processi di innovazione, attraverso un sistema diffuso capillarmente sul territorio;
- rivendica il consolidamento ed il recupero delle risorse economiche necessarie a tali scopi, avendo come obiettivo la concreta disponibilità della quota dell'1% sul monte risorse salariali del comparto, come concordato tra governo e parti sociali;
- sollecita la costituzione di un sistema di valutazione che svolga un ruolo di accompagnamento e monitoraggio rispetto all'attuazione delle riforme e renda disponibili strumenti di supporto alle singole scuole autonome, in termini di tutoraggio e di diffusione della cultura dell'autovalutazione.
Il Consiglio Generale della CISL Scuola assegna agli obiettivi individuati un grande valore strategico sia sotto il profilo della dignità professionale e salariale della categoria, sia sotto il profilo della riqualificazione del sistema scolastico e formativo. Essi rappresentano il cuore della "Vertenza Scuola" che il Consiglio Generale della CISL Scuola delibera formalmente di aprire, sostenendola con un'ampia consultazione dentro l'organizzazione, negli organi statutari e tra gli iscritti, ed una diffusa sensibilizzazione, della categoria, attraverso una tornata di assemblee che veda impegnato tutto il gruppo dirigente.
A sostegno della VERTENZA SCUOLA il Consiglio Generale della CISL SCUOLA PROCLAMA uno
SCIOPERO GENERALE DELLA CATEGORIA
per l'intera giornata del 12 maggio 2000
preceduto da un itinerario di mobilitazione così articolato:
PRESIDIO a Palazzo Chigi dell'Assemblea Nazionale CISL SCUOLA, con la partecipazione del Segretario Generale CISL Sergio D'ANTONI, per la formalizzazione della vertenza e la consegna della piattaforma al Presidente del Consiglio
riunioni degli organismi t