Iniziativa della CISL Scuola Torino contro il ddl sul riordino dei cicli scolastici (14/10/99)

 

CISL SCUOLA TORINO

 

 

La CISL Scuola di Torino giudica negativamente il testo del ddl sul riordino dei cicli scolastici. Durante le scorse settimane, nel corso delle audizioni parlamentari, la posizione della CISL e della CISL Scuola è stata esposta ai vari Gruppi Parlamentari. Essa non ha trovato accoglimento fra le forze politiche che rappresentano, in questo momento, la maggioranza di Governo. A noi non interessa collocare la parte di movimento sindacale che rappresentiamo all'opposizione piuttosto che nello schieramento di maggioranza. Oggi, riteniamo che, accanto alle prese di posizione ufficiale dell'Organizzazione sindacale, sia anche opportuno dare la parola ai lavoratori della scuola che, come cittadini, hanno il diritto ed il dovere di usare tutti gli strumenti in loro possesso per rendere nota la propria posizione nel merito di questo tema.

 

Proponiamo quindi ai nostri iscritti e a tutti coloro che condividono le nostre posizioni un'iniziativa insolita ma che riteniamo efficace: quella di inviare al proprio Senatore, per posta o attraverso qualsiasi altro mezzo comodo, il testo qui accluso debitamente firmato. In esso sono indicate in maniera sintetica le ragioni del nostro dissenso. Questa iniziativa non esime la CISL Scuola dal procedere con i propri strumenti nell'azione sindacale; essa serve per allargare la discussione e per esprimere il bisogno diretto dei lavoratori della scuola di partecipare alla discussione sul futuro del sistema formativo nel nostro Paese.

Torino, 1 ottobre 1999

La Segreteria Territoriale CISL Scuola Torino


 

Al Gruppo dei Senatori

 

di_______________________________________(1)

 

oppure: All'On. Senatore ___________________________(1)

 

Presso il Gruppo Senatoriale di ________________

 

Senato della Repubblica Italiana

 

 

Caro Senatore,

mi rivolgo a Lei, in relazione alla prossima discussione al Senato del d.d.l. sul riordino dei cicli scolastici. Sia come cittadino sia come operatore della scuola intendo rivolgerLe un appello affinchè la Sua posizione, durante la discussione e le votazioni, possa anche considerare alcune valutazioni che provengono dalla scuola reale.

La Camera dei deputati ha approvato, con i soli voti della maggioranza, il d.d.l. di riordino dei cicli scolastici.

Questo è un primo dato negativo, in quanto una riforma di questa portata che riguarda la società nel suo complesso e l'avvenire delle nuove generazioni, deve saper trovare le convergenze politiche e il consenso

sociale necessari per essere realmente la riforma di tutti.

Nel merito, la riforma non è chiaramente leggibile perché si limita all'involucro ordinamentale senza il sostegno di motivazioni didattiche, psicopedagogiche e culturali.

Di fatto si accorcia il percorso scolastico di un anno, senza che abbia preso concreto avvio un solido sistema di formazione post-secondaria, che faccia da raccordo tra scuola e lavoro e senza che l'attuale sistema universitario, in termini di diffusione territoriale e di organizzazione didattica, sia in grado di accogliere una più elevata domanda di formazione da parte di studenti il cui percorso di studi è abbreviato: condizioni, entrambe, da garantire preventivamente rispetto a queste scelte di riforma.

Si sommano scuola elementare e media in un percorso unico senza la preoccupazione di definire, fondandolo scientificamente, il momento del passaggio dalla didattica per ambiti culturali a quella articolata per discipline, affidando questa scelta alle singole scuole e mettendo, quindi, a repentaglio quella uniformità di obiettivi formativi, che è la premessa e la legittimazione della stessa autonomia delle singole istituzioni scolastiche.

Si cancella la scuola media e con essa lo specifico, anche formativo, della fascia d'età della preadolescenza.

Si cancella la riforma della scuola elementare, nata nel consenso sociale e parlamentare, dopo risultati apprezzati universalmente, riconosciuti dalla stessa verifica parlamentare e prima che la riforma stessa possa compiere il suo secondo ciclo di attuazione, percorso minimo perché se ne possano valutare pienamente esiti e ricadute.

Si eludono i pesanti riflessi organizzativi (si pensi alle operazioni di inizio anno) e le pesanti ricadute sugli organici nel nome di una riforma che sembra trovare le sue motivazioni semplicemente in sé stessa.

Nulla si dice sugli obiettivi formativi, sui contenuti culturali, sull'unicità o meno di un biennio delle superiori che, all'interno di un obbligo innalzato di un solo anno, deve comunque avere carattere di terminalità.

Ogni scelta culturale e pedagogica è affidata al ministro di turno, che riceve la delega più ampia e permanente ad agire per via amministrativa.

Non nego la presenza nel d.d.l. di elementi positivi, quali i propositi di ampliare la base della scolarizzazione nel Paese, quello di ridurre la selezione e la dispersione anche attraverso l'eliminazione di snodi. Sono convinto che i problemi della scuola e del suo adeguamento alle mutazioni della realtà e della società italiana non possano e non debbano essere trattati all'insegna della conservazione: un cambiamento anche profondo è esigenza di tutti e, in quanto diretto operatore, ne sento il bisogno come e forse più degli altri ma Le chiedo di non dare il Suo personale assenso ad una riforma che rischia fortemente di peggiorare il nostro sistema formativo.

 

Torino, ________ ottobre 1999

 

 

Cognome e nome ________________________________

 

 

 

 

 

(1) Nota: indicare a scelta o il nome del Gruppo Senatoriale o il nome del singolo Senatore appartenente ad un Gruppo Senatoriale.

 

 

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