Primo Salone della Musica
Torino, Lingotto Fiere, 10 - 15 ottobre 1996

Pomeriggio francese

In sala 500 dalle quattrordici e trenta alle venti un lungo programma di esecuzioni di autori da Mozart a Schubert a Debussy fino a Ligeti e Poulenc. Pubblico eterogeneo dai sei agli ottanta, e forse più anni, per un percorso classico moderno. Si entra negli intervalli fra un pezzo e l’altro o agli applausi, gli ingressi sono ben ritmati e gestiti con garbo, quindi ben accetti agli spettatori. L’idea si intitola Nuove Carriere ‘96 ed è una rassegna di giovani interpreti francesi a cura del Dipartimento dello Spettacolo-Presidenza del Consiglio dei Ministri e CIDIM-Comitato Nazionale Italiano Musica in collaborazione con Chàtelet -Thèàtre Musical de Paris, Citè de la Musique, Conservatoire National Supérieur de la Musique de Paris.

Prova... Prova... Si sente

Anche l’acustica va salvaguardata, cercando una via intermedia tra la sicurezza, la bellezza architettonica e la funzionalità sonora. Roberto Gabetti ha presentato in sala Dublino le innovazioni apportate alle strutture del Teatro Regio di Torino, motivando scelte che tengono conto di tutte le esigenze nate in merito alla produzione operistica. Questi argomenti saranno oggetto di un convegno di tre giorni che si terrà al Piccolo Regio, a partire da domani.

L'assoluto e Franco Battiato

Se con la musica cerchiamo di definire l'assoluto, dice Franco Battiato, allora la musica dell’ ‘800 ha fallito. E quella del ‘900? Ha fallito anche quella, perché è assodato che la musica per la meditazione va verso il silenzio, mentre l’ ‘800 e il ‘900 hanno voluto percorrere questa stessa strada sovraccaricando le strutture, facendo "un gran baccano". Ogni musica deve essere innanzitutto valida come testimonianza del proprio tempo. Per questo, non è una stranezza far paragoni tra compositori come Bach o Mozart, e i gruppi rock di questi anni. Purtroppo l’ansia di passato del nostro secolo ha orientato l’attenzione degli ascoltatori sul repertorio, credendo giusto selezionare i brani musicali sulla base di criteri totalmente estranei alle vere esigenze del momento storico in cui sono state scritte. Se noi oggi andiamo a vedere le opere nate alla Scala il secolo scorso, ci dimentichiamo che anche la lirica fu vissuta dal pubblico come un fatto di consumo, senza la pretesa di lasciare un’eredità musicale ai posteri, ma semplicemente ponendosi l’obiettivo di rappresentare il proprio tempo (dalla sala Berlino ore 18.00, in compagnia di Alberto Abruzzese e Manlio Sgalambro).

Torino, 13 ottobre 1996


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