Primo Salone della Musica
Torino, Lingotto Fiere, 10 - 15 ottobre 1996

Onde e solchi dal serio al faceto

La Radio, la Radio (ma come si farà a scrivere quella R ?).
La voce di Renzo Arbore riempie la sala Berlino delle trovate di "Bandiera Gialla" e "Per voi giovani": la radio che fa vedere i personaggi dandogli solo una voce, la radio che inventa giorno per giorno il modo di farsi ascoltare da un pubblico alla ricerca continua della novità, la radio che, insomma, non è solo un sottofondo, ma è (era?) un discorso a puntate con uno sviluppo sempre imprevedibile. Non si cade nella rievocazione nostalgica. Beniamino Placido conduce la sua intervista andando a cercare nobili riferimenti dell’oggi, quelli che, secondo lui, derivano direttamente dalla creatività comica di (non possiamo farne a meno) "quei tempi". Si trattava in realtà di situazioni che incisero profondamente sul gusto degli ascoltatori, e che offrirono in seguito un buon esempio di linguaggio e di attrazione. In sala sedeva un altro protagonista delle voci radiofoniche di casa Arbore, Franco Bracardi, pianista "muto" di Costanzo, ma incredibilmente vario nel catalogo dell’invenzione sonora.

78, 33, CD, ...e poi?
Non è ancora finita, anche se alle nostre orecchie sembra aver ormai ascoltato il capolinea della perfezione digitale. La tecnologia è sempre tesa al futuro, e al passo con questa si confrontano nuovi modi di fare e di fruire della musica. Si prospettano anche novità nel mondo dell’arte dei suoni? Per ora ci si ferma a riflettere solo sulle possibilità dell’hardware. Qualcuno penserà a trovare i linguaggi appropriati.
(dalla sala Madrid, Il mercato della musica con Luciano Bideri Villevieille, Gerolamo Caccia Dominioni, Dennis Lorrain, Darrel Panathiere, Giovanni Ramello).

Dal Salone al Salon.
Al padiglione 1, stand n.335, tra le curiosità dei teatri e delle Associazioni, si apre un varco il Caffè Concerto Strauss di Cesena. Vi ricordate quei gruppi da camera "con pianoforte obbligato" che (sostituti dei jukeboxes?) arricchivano il momento di pausa dell’espresso, della cioccolata e del cappuccino? Oppure che accompagnavano un ballo, un banchetto, un evento importante? Bene. Esiste una tradizione musicale, fatta di brani originali, ma anche di trascrizioni da arie d’opera e repertorio per organico più vasto, che aveva l’ardire di prolungare il ricordo degli ascolti riservati al teatro o alla sala da concerto. Il Caffè Concerto Strauss è una scena d’Ottocento che ha ordinato al tempo di fermarsi. Almeno per un pò.

Torino, 12 ottobre 1996


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