Nei propri panni ci si deve sentire bene. Devono far respirare
la pelle, proteggerci dal freddo e dal caldo, non stringerci troppo
ostacolando respirazione e circolazione sanguigna.
Nella scelta di un capo di abbigliamento tenete conto che alcuni
tessuti sintetici si caricano di fastidiosa elettricità statica.
Se alla sera vi togliete una camicia e la sentite crepitare, questo
è un buon segnale per svelare unetichetta bugiarda. A contatto
con la pelle, le fibre a bassissima traspirazione, come acrilico,
poliestere o polipropilene, provocano facilmente una sensazione
di umido appiccicaticcio, favorendo la sudorazione.
Ma ci sono anche altri aspetti da prendere in considerazione:
alcune stoffe, infatti, possono determinare allergie, o addirittura
rilasciare sostanze nocive per lorganismo. Tra i tessuti naturali,
le fibre vegetali (lino e cotone) sono ottime conduttrici di calore
e agiscono come rinfrescanti della pelle. Il lino, in particolare,
ha unazione antiallergica specifica e viene infatti consigliato
per la biancheria di chi soffre di malattie della pelle. Lana
e seta sono le più inattaccabili da germi e batteri.
Non rimettiamoci la pelle
Avvertite qualche strano pizzicore? La colpa può essere della
maglietta o dei pantaloni. Lo confermano numerosi dermatologi
alla luce del progressivo aumento dei fenomeni di allergia e di
intolleranza da contatto con i tessuti. Dalla produzione del filo
alla composizione della pezza, intervengono trattamenti con coloranti,
appretti, conservanti, prodotti antitarme che possono diventare
una vera e propria minaccia alla nostra salute. E siccome la maggior
parte di questi procedimenti è coperta da segreto industriale,
è anche difficile conoscere le sostanze impiegate e individuare
quelle dannose.
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Vestiti per bambini
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I bambini, soprattutto quelli più piccoli, hanno la pelle molto
delicata e sono facili alle allergie. Per questo, la scelta dei
loro vestitini merita attenzione. Per indumenti da portare a
pelle, come camicie e magliette, scegliete sempre fibre naturali:
cotone, seta e, solo se necessario, lana. Questultima ovviamente
va scelta morbidissima, facendo molta attenzione che non pizzichi.
Per i maglioncini, che si indossano sopra, si può anche transigere
nella scelta delle fibre, in considerazione del fatto che una
minima parte (e sottolineiamo minima) di acrilico permette di
lavare e stirare più facilmente il capo.
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Tessuti inquinanti e inquinati
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Con i tessuti naturali la salute gode, ma solo se sono naturali
fino in fondo. Infatti, anche i tessuti in cotone possono avere
effetti negativi e parecchi: pesticidi usati nelle coltivazioni,
metalli pesanti e formaldeide presenti nei coloranti e nei trattamenti
delle stoffe, certo non fanno molto bene a chi li indosserà. Senza
contare i danni per lambiente e i rischi per gli addetti alle
lavorazioni. Il problema non riguarda solo labbigliamento, ma
anche i tessuti da arredamento. Allergie apparentemente misteriose
possono derivare da un lenzuolo o dal rivestimento del divano
trattati con sostanze antitarme, antipiega, antinfeltrenti o impermeabili.
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Cotone a rischio
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Lo sapevate che un quarto di tutti i pesticidi consumati nel mondo,
3 milioni di tonnellate circa, è impiegato nelle coltivazioni
di cotone? Nel Terzo mondo questa percentuale sale al 50 per cento.
Alcuni pesticidi sono oggi proibiti, altri sono regolamentati,
ma non sempre e non dappertutto. Al loro uso è legato un fattore
di rischio elevato, in primo luogo per i contadini e per lambiente
naturale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
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Pesticidi sulla pelle?
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I residui di pesticidi che restano sul cotone, entrano in contatto
con la nostra pelle? Il dubbio è preoccupante. Ma studi recenti
sembrerebbero escludere questa possibilità, riferiscono Massimo
Ilari e Tiziana Urbinati, autori del vademecum Scegliere. Secondo
lAssociazione cotoniera italiana e la Borsa cotoni di Brema in
Germania (che però sono parti interessate), delle 228 sostanze
tossiche (per lo più antiparassitari) ricercate sui tessuti nessuna
era presente oltre i limiti ammessi.
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Canapa da indossare?
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Una pianta che, per la sua naturale resistenza, può essere facilmente
coltivata senza largo impiego di pesticidi è la canapa. La fibra
che se ne ricava è meno fine del cotone, ma può essere utilizzata
anche per lenzuola e vestiti estivi paragonabili a quelli in lino.
Oggi, però, la canapa ha scarso impiego, anche perché in molti
Paesi, tra cui lItalia, la sua coltivazione è vietata, a causa
del possibile utilizzo per droghe leggere. Esistono però diverse
varietà di canapa, tra cui alcune a bassissimo contenuto del principio
attivo della cannabis.
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Cotone biologico
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Lalternativa allinquinamento da pesticidi è il sostegno alle
produzioni ecologiche.
Le coltivazioni di cotone biologico non prevedono limpiego di
pesticidi per ripristinare la fertilità del terreno e ricorrono
al sistema di rotazione dei raccolti, riciclando i residui organici.
Ecco un paio di indirizzi a cui rivolgersi per tutte le informazioni:
Associazione per lagricoltura biodinamica, via Privata Vasto
4, 20121 Milano, tel. 02/29002544.
The pesticides trust - Eurolink Centre, 49 Effra Road London
SW2 1BZ, Gran Bretagna, tel. 0044/171/2748895.
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Vestiti di veleno
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Non basta verificare lorigine delle fibre. Processi di lavorazione
quali il lavaggio, la tintura, il fissaggio, hanno un impatto
sullambiente persino superiore a quello causato dalla coltivazione,
sia in termini di consumo di risorse (acqua, energia), che di
emissioni inquinanti nellaria e nellacqua. Anche i trattamenti chimici lasciano sulle stoffe residui contaminanti:
formaldeide, cadmio, piombo, arsenico e altri metalli pesanti,
ammine aromatiche impiegate nei coloranti benzinici, alogeni
aromatici. Un vero arsenale chimico.
Sia le fibre naturali che quelle acriliche possono subire trattamenti
astringenti, antitarma, antifiamma, antipiega o essere impregnate
di sostanze che prevengono la formazione di batteri e funghi,
che sono la causa dei cattivi odori. Con quali effetti? Sono proprio
i trattamenti chimici quelli che possono regalarci macchie rosse
sulla pelle o prurito quando indossiamo una camicia nuova.
Il primo rimedio è quello di lavare gli indumenti nuovi prima
di indossarli, soprattutto quelli che si indossano a diretto contatto
con lepidermide.
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Lana superwash
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I trattamenti chimici non riguardano soltanto il cotone. Sulla
lana superwash, ad esempio, viene applicata una pellicola invisibile
di resina sintetica per renderla irrestringibile. In questo modo,
però, si riduce la capacità della lana di lasciar respirare
la pelle.
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Colori pericolosi
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Secondo una ricerca presentata nel 1995 dallistituto di Allergologia
dellUniversità di Firenze, su un campione di 20.000 persone il
10 per cento è risultato affetto da dermatite allergica da contatto
con coloranti tessili.
La prevenzione consiste nel non esporsi alle sostanze irritanti,
sia usando capi grezzi non tinti o tinti con colori naturali,
come lindaco, che proteggendo le zone sensibili con magliette
in cotone bianco o fodere in seta.
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I problemi del "naturale"
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La scelta di impiegare prodotti a basso impatto ambientale e colorati
naturalmente presenta diverse difficoltà, a cominciare dai prezzi
mediamente più alti rispetto a quelli chimici. Per tingere un
chilo di lana sono necessari da cinque a dieci chili di foglie
di indaco contro i pochi grammi di colorante di sintesi e un tempo
di tintura e di assorbimento che è almeno doppio.
Altre questioni: la lana ecologica è in genere più esposta al
deperimento precoce, resiste meno alla luce, al sudore, allo sfregamento,
crea problemi nel lavaggio.
Infine, un tessuto colorato con i prodotti naturali difficilmente
è riproducibile nelle stesse gradazioni. Ma questo limite può
anche essere considerato un pregio, perché ogni singolo capo dabbigliamento
ha un tocco particolare.
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I colori naturali
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Giallo-melograno: si ricava dalla Punica granatum, una particolare pianta di melograno
che cresce spontaneamente nelle aree rocciose dellAfganistan.
Grigio-mallo di noce: la junglas regia, ovvero il mallo di noce, è uno dei vegetali
più usati per la tintura naturale dei tessuti. Si utilizza per
ottenere le diverse gradazioni dei colori scuri.
Rosso-cocciniglia: si ottiene dallessiccazione delle femmine di Dactylopius coccus
cacti, cioè la cocciniglia che vive nellAmerica centrale e in
Oriente come parassita di una particolare specie di fico dIndia.
Porpora-campeggio: con i pigmenti del campeggio, una leguminosa
che supera anche i dieci metri di altezza, si ottiene una gradazione
scura del rosso porpora.
Giallo-curcuma: deriva da una pianta proveniente dallAsia meridionale, conosciuta
e usata fin dai tempi antichi per tingere i tessuti.
Rosso-robbia: il vegetale è originario dellEuropa meridionale. Per tingere
la fibra tessile si usa il pigmento ricavato dalle sue radici.
Blu-indaco: il pigmento che si ottiene da questa pianta può dare gradazioni
dal viola allazzurro. Ha una caratteristica: se il colore non
è ben fissato sul tessuto tende a scolorire. È stato usato per
i primi jeans.
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Piante colorate
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Per chi non vuole rinunciare al colore, una soluzione nuova arriva
dalle piante di cotone che crescono naturalmente colorate. Usando
queste varietà al posto di quelle tradizionali si possono realizzare
prodotti tessili che saltano la fase della tintura.
I cotoni colorati sin dalla pianta esistono ormai in diverse tinte:
grigio, arancio, ruggine, giallo e persino blu.
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L'etichetta ecologica
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Come riconoscere i tessuti che rispettano lambiente e la salute?
Il marchio europeo che garantisce lecologicità è lEcolabel,
la margherita che premia le industrie che realizzano prodotti
puliti in tutte le fasi del loro ciclo di vita, nella produzione
e in tutti i successivi trattamenti. Attualmente le aziende possono
richiedere lEcolabel solo per alcuni prodotti tessili, per i
quali sono stati definiti i criteri ecologici. Nel giugno 97
è stata concessa lEcolabel a unazienda danese (Novotex) per
le T-shirt in cotone e, in Francia, a quattro ditte di biancheria
per la casa (Tissage Watrelot, Joseph Hacot, Itc e Hacot-Colombier).
Letichetta ecologica può essere rilasciata solo dallorganismo
competente dello Stato in cui il bene è prodotto o commercializzato
per la prima volta. Per lItalia si tratta dellAgenzia nazionale
per la protezione dellambiente (Anpa).
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Altre etichette
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In tutto il mondo esistono circa 500 etichette, concesse da enti
pubblici e da organizzazioni private, che dovrebbero garantire
i tessuti ecologici. Alcune sono affidabili, altre meno perché
prendono in considerazione soltanto alcuni aspetti. E nella babele
delle sigle, il consumatore che vorrebbe indossare abiti sani
ed ecologici resta confuso.
La prima etichetta comparsa sul mercato, dal 1978, è stata lAngelo
azzurro (Blauer Engel) tedesco. Un marchio più recente è il Cigno
bianco (White swan-Nordic environmental label), che stabilisce
criteri ecologici per il cotone, la lana, il lino, e anche per
alcune fibre sintetiche e artificiali, con standard molto simili
a quelli dellEcolabel. Altre etichette ecologiche sono Oeko-Tex,
Eco-Tex, Mst, Hess Nature. LOeko-tex è un marchio piuttosto diffuso.
Questa etichetta - spiega la guida Di verde vestiti curata
da Legambiente e dallAgenzia nazionale per la protezione dellambiente
- dà garanzie di controllo sullassenza di residui chimici sui
tessuti. Tuttavia, per avere maggiori garanzie per lambiente,
dovremo aspettare che le aziende italiane scelgano di utilizzare
lEcolabel europea, che prende in considerazione la compatibilità
ambientale dellintero ciclo produttivo.
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Indirizzi utili
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Anpa-Agenzia nazionale per la protezione dellambiente, via V.
Brancati 48, 00144 Roma - Settore qualità ambientale dei prodotti,
tel. 06/50072077, fax 06/50072048. E-mail: ecolabel@anpa.it
Oeko-Tex c/o Centro tessile cotoniero e abbigliamento, piazza
S. Anna 2, 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331/680040 fax
0331/680056.
Eco-tex c/o Stefano Panconesi, via Lazzerini 67, 50047 Prato
(Firenze), tel. 0574/37124 fax 0574/38248.
Consorzio Cpn colori e profumi naturali, via De Grassi 11, 20123
Milano, tel. 02/48196636-58100044.
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L'eco-abito su Internet
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Commissione europea Dg XI, Newsletter on the Eu Ecolabel
http://europa.eu.int/en/comm/dg11/
news/ecolab/index.htm
Mostra annuale Ecomoda di Milano sui prodotti e le idee dellindustria
tessile che rispetta lambiente (promossa da Legambiente)
http://www.siosistemi.it/ecomoda/index.html
http://www.legambiente.it/ecomoda
Oeko-Tex Homepage
http://www.oeko-tex.com/
Bttg Environmental Services
http://www.bttg.co.uk/environ/environ.htm
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Eco-shopping
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Ecco una lista di negozi che vendono tessuti ecologici (tratta
dalla guida allabbigliamento ecologico di Legambiente).
High Tech, piazza XXV Aprile 12, 20100 Milano tel. 02/6241101.
Green, Via Moscati 12, 20194 Milano, tel. 02/33605654.
Dormire è..., c.so Bergamo 114, 22053 Lecco tel. 0341/422952.
I Talenti, piazza Martiri della libertà 1, 22043 Galbiate (Lecco)
tel. 0341/54939.
Costruzioni, c.so Garibaldi 7/F, 27100 Pavia, tel. 0382/304728.
Dulcamara, via Taverna 7, 27100 Piacenza, tel. 0523/322600.
La Città Celeste, borgo Guazzo 4/B, 43100 Parma, tel. 0521/283331.
Naturalmente, via Corbelli 11, 42100 Reggio Emilia, tel. 0522/442137.
Baraldi Arredamenti, via Don G. Zucchi 3, 41032 Cavezzo (Modena),
tel. 0535/58156.
Toccasana, piazza 2 Agosto 9, 48011 Alfonsine (Ravenna), tel.
0544/84939.
La casa sana e naturale, via G. Deledda 9, 36031 Povolaro di
Due Ville (Vicenza), tel. 0444/360193.
Lauro, via Bassette 9A, 35020 Padova.
Langolo di Gaia, via IV Novembre 34, 34074 Monfalcone (Gorizia).
Bios, via XXV Aprile 8/1F, 16123 Genova.
Abitalmente, via A. Caccia 13/A, 34129 Trieste, tel. 040/3726266.
Eco wear, via dei Vantaggio 22, 00186 Roma, tel. 06/36003224.
Elementi, via Appia Pignatelli 235, 00178 Roma.
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Sfruttamento del lavoro
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Sugli abiti che indossiamo cè metaforicamente il sudore di chi
ha raccolto i semi di cotone, delle operaie della filatura, degli
addetti alle vasche di tintura e di tutti gli altri che hanno
concorso a produrli. Quando compriamo una camicia o un foulard
dovremmo anche interrogarci: quali mani li hanno fabbricati? In
che condizioni di lavoro? Con quale paga?
I capi che acquistiamo molto spesso sono confezionati in altri
Paesi. Le industrie tessili prediligono i Paesi del Terzo mondo
a basso costo del lavoro, lasciando solo alcune lavorazioni alla
costosa manodopera occidentale.
I vestiti sono veri e propri prodotti del mercato mondiale. Una
giacca, per esempio, potrebbe essere stata prodotta così: Il
cotone, proveniente dal Kazachistan, viene filato in Turchia e
tessuto a Taiwan. La tela può essere stampata in Francia con colori
polacchi e cinesi.
Per evitare di acquistare prodotti tessili per la cui lavorazione
è stata sfruttata manodopera minorile o non sono stati rispettati
i più fondamentali diritti dei lavoratori, si può cercare il marchio
Made in Dignità. È però ancora poco diffuso, e si trova soprattutto
nelle Botteghe del commercio equo e solidale.
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Associazioni per un commercio equo e solidale
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Cospe-Cooperazione e sviluppo dei Paesi emergenti, via della
Colonna 25, 50121 Firenze tel. 055/2346511
Ctm-Cooperazione Terzo mondo, via Macello 18, 39100 Bolzano,
tel. 0471/975333.
Natur & Asur c/o la Petitosa, via dei Castagni 1, 20030 Seveso
(Milano), tel. 0362/541800.
Ram Roba dallaltro mondo, via dei Parco 14, 16036 Recco (Genova),
tel. 01 85/720012.
Ong Nuova frontiera, via Fara 9, 20124 Milano, tel. 02/66980809.
Per saperne di più sullabbigliamento equo e solidale si possono
anche visitare i seguenti siti Internet:
http://www.citinv.it/equo
http://www.cleanclothes.org |
Scarpe vegetariane
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Amate gli animali? Allora, probabilmente, non indossate una pelliccia,
a meno che non sia sintetica. Ma di cosa sono fatte le scarpe,
la cintura, il giubbotto, i guanti? Per la spinta della moda,
anche animali tradizionalmente da carne come il montone vengono
ormai allevati quasi più per ottenerne la pelle, una volta considerata
un sottoprodotto e ora diventata invece lo scopo principale.
Anche la produzione della lana può comportare il maltrattamento
di animali, come nel caso della tosatura industriale delle pecore.
E, a ben pensarci, anche una tintura naturale come il rosso di
cocciniglia si ottiene con il sacrificio di milioni di queste
bestioline.
Per informazioni e orientamenti: Lav - Lega anti vivisezione via
Sommacampagna 29, 00185 Roma , tel. 06/4461325. E-mail: lav@mclink.it
È comunque in aumento la richiesta di calzature e abbigliamento
che sostituiscano la pelle con prodotti di origine vegetale sintetica
come ad esempio la lorica, un materiale che ha pregi e difetti
simili al cuoio. Esistono comunque negozi specializzati in scarpe
vegetariane.
Vegetarian shoes, viale dei Mille, 26/b rosso, 50131 Firenze,
tel. 055/576303.
Linus, via Rigaste 23/f, 37123 San Zeno (Verona), tel. 045/8010923.
Vegerarian shoes, 12 Gardner St. Brighton BN1 1UP, Gran Bretagna,
tel. 0044/273/691912. Accetta ordini postali.
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Attenti al fuoco
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Nella scelta dei vestiti, bisogna considerare anche laspetto
della sicurezza. È bene non indossare tessuti altamente infiammabili:
come il cotone e alcune fibre artificiali quando si sta vicino
ai fornelli o a un fuoco acceso.
A bruciare di meno, comunque, sono i tessuti compatti, pesanti,
a un solo strato, senza fodere o imbottiture.
Attenzione alle fibre sintetiche, che hanno la pericolosa tendenza
a fondere aderendo alla pelle.
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Mutandine usa e getta
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Una curiosità. Comprereste un costume da bagno o un capo di biancheria
intima già provati da altri clienti? Sicuramente no, per paura
di batteri, virus e funghi che potrebbero infettare proprio le
zone più delicate. Di conseguenza, non è in genere possibile provare
questo tipo di indumenti prima dellacquisto.
Ma cè chi (il signor Roberto Bastoni di Roma) ha avuto unidea
che risolve il problema: una mutandina usa e getta, di sottile
maglia di calza, che il cliente può indossare al momento della
prova, in modo che il costume da bagno o i boxer non vengano a
contatto con la pelle.
Per ora cè solo il brevetto ma non è detto che presto questo
accessorio non faccia la sua comparsa nei negozi.
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PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE TESSILI
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