Prefazione di
Anna Bartolini*

Se non cominciamo tutti, giorno per giorno a fare un gesto sia pure piccolissimo, ma consapevole per l’ambiente, la battaglia non sarà vinta. Di questo sono ormai tutti coscienti, ma i mezzi per smuovere questa montagna di consumatori spesso insensibili, altre volte solo non consapevoli, sono davvero pochi.
Nel programma triennale che Emma Bonino ha diffuso all’inizio del suo mandato, spiccava tra le priorità una “politica per i consumi sostenibili” intesi come atti coscienti a soddisfare bisogni scegliendo prodotti e servizi che non attaccano l’ambiente e che non compromettono le possibilità delle future generazioni di soddisfare i loro bisogni. Alcune cose importanti sono targate Ue e riguardano la riduzione dell’uso dei Cfc (clorofluorocarburi) che attaccano la cintura dell’ozono, una direttiva che riguarda l’etichettatura dei frigoriferi per indicarne il risparmio energetico, gli imballaggi, i rifiuti, l’Ecolabel.
Già 166 prodotti con questo marchio sono in vendita in Europa e toccano proprio gran parte dei beni di consumo che usiamo tutti i giorni: dai detersivi alla carta per la cucina e per il bagno ad alcuni prodotti tessili, alle vernici e altri ancora. Purtroppo neppure uno di origine italiana. Ma la di là delle politiche europee, delle indicazioni date come direttive o raccomandazioni, non c’è alcun tema come quello dell’ambiente ecocompatibile che chiami inevitabilmente in causa il singolo.
Inutile investire nella raccolta differenziata se tutti buttano via tutto insieme, per esempio. Si tratta di piccole e semplici informazioni che come un “tam tam” mondiale dovrebbero circolare dalla Patagonia alla Sicilia e dal Polo Nord al Polo Sud. Noi siamo convinti che qualcosa si sta già facendo a scuola ma occorre recuperare anche tutta la popolazione che dai banchi di scuola è lontana da tempo.
Esempi come questa iniziativa de “Il Salvagente” sono importanti e dovrebbero essere moltiplicati all’infinito.
Ci sono 5 o 6 regole su cui riflettere per permettere alla coscienza collettiva di fare un passo in avanti. Basta poco per migliorare le cose ma occorre che questo poco sia fatto non solo dai membri del Wwf, di Legambiente o da Greenpeace, ma da tutti noi.
a) In commercio vi sono già prodotti “ecocompatibili”: dalle benzine, alle pile al mercurio, a carta e vetro riciclati, alle lampadine a basso consumo. Quando giriamo con il carrello della spesa cerchiamoli e chiediamoli se non ci sono.
b) Secondo voi la scatola che avvolge il tubetto di dentifricio ha qualche utilità per questo prodotto? Se la risposta è “no”, cerchiamo di acquistare il più possibile prodotti senza imballaggio o quelli cui è ridotto all’essenziale. Se scegliamo la scatola di cioccolatini guardando solo il contenuto in cioccolato, rifiutando la scatola ingombrante, certamente anche il produttore sarà invitato a cambiare la sua politica di packaging.
c) Ridurre gli sprechi nel consumo di detersivi, nel dimensionare la spesa di tutti i giorni facendo attenzione proprio a quanto viene buttato perché non consumato durante la settimana. Evitiamo “l’usa e getta”, riciclando i capi di abbagliamento passati di taglia, destinandoli a parenti, amici o associazioni benefiche che potrebbero apprezzare il vostro omaggio.
d) Limitiamo lo spreco di energia, acqua, gas tenendo conto dei tempi in cui queste fonti di energia costano meno.
e) Il drammatico problema delle discariche abusive dei rifiuti che tanto grava sulle amministrazioni e quindi sulle nostre tasche, nasce purtroppo da noi perché ogni famiglia produce circa 3 chili di rifiuti al giorno.
Viviamo in un mondo in trasformazione che sarà migliore non solo grazie a intelligenti misure che verranno imposte o suggerite dall’Unione europea, ma soprattutto dalle nostre scelte. Un minuto al giorno di riflessione lo richiedono. Cosa ne pensate?

* Consigliere speciale consumatori - Unione europea