Prefazione di
Giuliana Zoppis
“Vivere secondo natura” sta oggi diventando sempre più un imperativo, una scelta in parte etica, in parte sentita davvero come un bisogno primario e non più solo una moda, come invece sembrava essere fino a poco tempo fa. Molte le ragioni: cambiano le condizioni di vita sul pianeta, le risorse si assottigliano, l’espansione industriale cresce a dismisura, le informazioni circolano con più intensità e frequenza. E poi, forse, anche nel nostro Paese la consapevolezza e l’attenzione alle modalità del consumo si fanno più mature. Ci auguriamo che questo atteggiamento si diffonda sempre più, insieme all’adozione di stili di vita più sobri e meno spendaccioni.
Il mondo della produzione, dal canto suo, cerca di adeguarsi, si pone il problema di scelte eco-sostenibili e offre mobili, attrezzature e prodotti in sintonia con i nuovi bisogni e le aspettative di chi vuole consumare meno energia, non respirare più sostanze tossiche e inquinare il meno possibile il pianeta.
Si deve tener conto di più fattori: dall’approvvigionamento di materie prime controllate, all’uso di tecniche produttive a basso impatto ambientale, all’adozione di imballaggi riciclabili, alla ricerca di nuove modalità distributive che riducano il consumo di energia.
L’intero ciclo produttivo deve essere ripensato nei termini di minor spreco e maggior sicurezza possibili. Il comparto dell’arredamento arriva, in Italia, per ultimo dopo quelli degli elettrodomestici, delle vernici e dei collanti e delle attrezzature per il riscaldamento e molto dopo le innovazioni del settore automobilistico (qui l’urgenza dettata dal risparmio di carburante ha accelerato i tempi).
Si tratta, anche per i prodotti domestici, di conciliare gli aspetti dell’eco-sostenibilità e dell’eliminazione delle sostanze chimiche più a rischio, con quelli del contenimento dei costi e dell’impatto estetico (cosa per cui il made-in-Italy si è sempre distinto a livello internazionale). Si vuole in sostanza vivere in case più sane e accoglienti, senza perdere in stile e senza dover affrontare costi troppo elevati.
La scommessa dei prossimi anni sta in parte qui e in parte nel fatto di individuare con esattezza i veri pericoli che si celano all’interno delle mura domestiche. Senza creare eccessivi e inutili allarmismi e senza generare un facile business “alternativo” che faccia leva su di essi.
A questo proposito ci auguriamo che sulle tematiche del più corretto costruire e abitare si attivino sempre di più gli istituti universitari e di ricerca a essi preposti e tutte le associazioni dei tecnici e dei progettisti. Nonché che si arrivi al più presto alla definizione di normative ufficiali e di certificazioni di qualità da parte di organismi indipendenti, severi e affidabili in tutti i settori della produzione edilizia e dell’arredamento.
Nelle pagine che seguono affrontiamo, sotto diverse angolazioni, due dei fattori più riconosciuti e temibili di inquinamento dentro le mura di casa: i materiali e prodotti che possono rilasciare sostanze tossiche e la sottile, invisibile aggressione delle onde elettromagnetiche.
Per entrambi si sono analizzate le possibili alternative, i rimedi, i punti deboli su cui puntare l’attenzione, dando anche nomi e indirizzi di produttori, negozi, associazioni di esperti e tecnici per perizie e consigli.
Ma, attenzione: non bastano un buon prodotto o un attento progettista per risolvere tutti i problemi. Ci vogliono buon senso, capacità di dosare e possibilmente ridurre con consapevolezza i consumi, amore per la natura (quello vero, fatto in primo luogo di fatiche e rinunce). E un pizzico di buon umore e creatività!