Salone del Libro di Torino

Salone del Libro
Torino, Lingotto Fiere, 22 - 27 maggio 1997

L’EDITORIA IN FRANCIA: UNO SGUARDO SUL MERCATO DEL LIBRO

La cifra d’affari dell’editoria è stata nel 1995 di 14,129 miliardi di franchi con un calo del 3% rispetto all’anno precedente. Un risultato che preoccupa molto gli operatori del settore e le istituzioni legate al libro, anche se i dati forniti dalle librerie indicano invece una crescita debole, ma costante. Le cause principali di questo calo vengono identificate soprattutto nella perdita di mercato da parte di enciclopedie, dizionari e libri d’arte. Come effetto immediato, la letteratura è diventata il settore più importante con una percentuale del 18,9 contro il 17,1% dei dizionari e delle enciclopedie.
Il Syndicat National de l’Edition contava, nello stesso anno, circa 600 imprese (anche se all’epoca erano 5000 gli editori che potevano considerarsi attivi) di cui 400 (rappresentanti 500 marchi) costituivano il 98% del giro di affari. 42.977 i titoli prodotti, di cui 21.500 novità e 386.162 milioni di copie stampate. L’editoria ha rappresentato lo 0,5% dell’intera industria francese e il rapporto tra l’acquisto di libri, dischi o posti al cinema era di 2 libri ogni disco o biglietto di cinema.
I generi più in crescita sono stati il libro per ragazzi e la manualistica, oltre alla letteratura, dove prevale una certa attenzione per la narrativa giovane (Marie Darieussecq - autrice di Truismes - ben rappresenta questo trend, che in Italia trova un parallelo con personaggi come Enrico Brizzi che, proprio in questi giorni, ha in uscita da Le Seuil Jack Frusciante è uscito dal gruppo).
L’editoria per ragazzi è cambiata notevolmente soprattutto negli ultimi tre anni grazie alla sua vitalità sia nella produzione (passando da 4000 a 6000 titoli pubblicati), sia nella promozione (per esempio molti editori hanno creato collane in formato tascabile, per contenere il prezzo dei volumi ed ampliare il numero dei lettori). Per la sua caratterizzazione multiforme, la manualistica ha potuto adattarsi facilmente alle esigenze dei lettori, consentendo un ampio margine di scelta nelle strategie da adottare. Soprattutto si è visto che, per questo tipo di libri, i lettori sono disponibili a spendere di più a patto però di acquistare qualcosa di diverso, di più ricco e su questa ricchezza si sono concentrate le attività degli editori.
Il settore che ha avuto la maggior espansione nel 1995 è stato il tascabile. Il giro d’affari del libro economico è aumentato del 5% rispetto all’anno precedente. Un dato molto positivo che ha dimostrato ampiamente come il settore sia ormai fuori dal periodo di crisi causato dall’ingresso sul mercato dei libri a dieci franchi. I quattro marchi che detengono il mercato, Le livre de Poche (gruppo Hachette), Folio (Gallimard), Pocket e J’ai lu (Flammarion), confermano che le vendite dei libri delle loro collane sono aumentate in media dal 5 al 12% per cento.
In maniera del tutto simile a quanto avviene nell’hardcover anche nel paperback sono solo pochi volumi ad avere un considerevole successo di vendita. Infatti, capita sempre più frequentemente che, a vendere di più, siano i titoli che sono già stati dei best seller nella prima edizione. I maggiori successi del 1995 sono stati i volumi di John Grisham, Paulo Coelho, Marie Higgins Clark.
Se pure c’è crisi nell’editoria in Francia, un dato molto positivo viene dall’export: nel 1994 è infatti aumentato del 7,7% il numero dei volumi esportati all’estero, mentre le importazioni sono aumentate del 4,9%. L’export è diminuito verso i paesi francofoni dell’Africa, mentre è notevolmente aumentato verso alcuni paesi europei. L’Italia è, insieme alla Spagna, uno dei paesi principali per l’esportazione dei libri francesi, ma la ragione di ciò è motivata soprattutto dalla svalutazione della moneta. L’Italia è anche il primo paese nella lista dei principali importatori di libri: nel 1995 sono stati importati infatti 744.683 volumi.
   
Uno sguardo critico sullo stato dell’editoria.
L’industria editoriale francese ha, nel suo complesso, dato origine a due fenomeni, che ne hanno cambiato considerevolmente la fisionomia: da un lato la diminuzione costante del numero di librerie tradizionali rispetto agli altri canali di vendita (erano il 46% nel 1988 sono passate al 39% del 1992); dall’altro la forte concentrazione delle imprese, che ha addirittura superato il modello anglosassone di accentramento, lasciando due soli colossi a dominare il mercato: Hachette e Groupe de la Cité, che, pur concedendo ampia autonomia editoriale ai marchi acquisiti, tuttavia hanno imposto e impongono tutt’ora delle regole commerciali che influenzano tutto il mercato e quindi anche le attività di marchi indipendenti quali Albin Michel e Gallimard.
François Gèze, direttore editoriale della casa editrice La Découverte, vede all’origine di queste grandi trasformazioni e della crisi in cui versa l’editoria, un cambiamento considerevole nella pratica della lettura e nell’acquisto dei libri. Secondo Gèze, infatti, la concorrenza dei nuovi media o la fotocopiatura incidono negativamente sulla vendita dei libri, ma non così tanto quanto il nuovo modo dei francesi di rapportarsi all’oggetto libro. Il numero dei lettori è in continuo aumento, però la gente legge meno: sono soprattutto i lettori forti a diminuire, anche se la lettura viene a tutt’oggi considerata come l’esperienza culturale più ricca di valori. Nel numero dedicato al Salone del Libro di Parigi di Libération sono illustrati i risultati di un’indagine sulla lettura dove queste osservazioni vengono approfondite e dettagliate. Il 62% dei francesi afferma di leggere sovente, mentre il 41% afferma di comprare meno libri rispetto al passato. Il prezzo giudicato troppo elevato dei libri è senz’altro una delle ragioni principali - soprattutto nei giovani lettori - per il non-acquisto, il 26% degli intervistati infatti ha dichiarato di attendere regolarmente l’uscita in formato tascabile dei libri che intende acquistare.
La crisi della critica letteraria è invece responsabile per il declino delle vendite dei best seller: anche quando un autore appare nelle più importanti trasmissioni televisive e il suo libro viene recensito dai più illustri quotidiani e periodici non c’è più come in passato una corrispondenza diretta con la richiesta del volume in libreria.
   
I temi d’attualità nel dibattito professionale
Il prezzo fisso, il diritto d’autore, la reprografia, il prestito a pagamento sono i temi attualmente in discussione nei dibattiti tra operatori del settore.
Sul prezzo fisso, la Francia mantiene la sua posizione di indiscusso rispetto della legge Lang, ribadendone la validità, soprattutto in sede di confronto con altri paesi europei. E in questo sono supportati anche dai bilanci negativi dell’esperienza inglese: la deregulation, dopo la caduta del Net Book Agreement, non ha portato nessun beneficio all’editoria anglosassone e ha fornito un’ulteriore occasione per i francesi di sottolineare l’esigenza di avere una legge che regoli il prezzo dei libri.
Rispetto al diritto d’autore i professionali del libro in Francia sono orientati prevalentemente su due aspetti: da un lato a cercare di conciliare il passaggio da 50 a 70 anni della durata di protezione del diritto d’autore, con i problemi oggettivi che il passaggio comporta e, dall’altro, a fornire una normativa adeguata per quel che riguarda la pubblicazione delle opere in Internet: la Francia è stata protagonista di uno dei casi più famosi di pirateria on line quando la biografia di François Mitterand apparve per intero su Internet subito dopo esser stata ritirata dal mercato perché non autorizzata.
Ma proprio in questi ultimi mesi l’attenzione di tutti si è concentrata sul problema della fotocopiatura, che sembra avere assunto nel paese un ruolo preoccupante : le statistiche parlano di più di un milione di centri per fotocopia esistenti e di 60,6 miliardi di franchi di danno economico. Pur essendo poi la fotocopiatura un reato penale per chi la diffonde è oggi normalmente praticata.
Molto interesse suscita invece l’approvazione, data dal Syndicat National de l’Edition, alla proposta di ipotizzare per l’immediato futuro un sistema di prestito di libri in biblioteca non più gratuito, ma a pagamento. La decisione, che ha fatto molto discutere, si è però allineata con l’opinione dei lettori, che sempre nel sondaggio effettuato da Libération, hanno dichiarato in gran maggioranza di essere disponibili a pagare, pur di poter usufruire di una maggior scelta di volumi.
   
Il multimedia e Internet
Nonostante in tutto il mondo case editrici e librerie stiano traendo i primi bilanci non troppo positivi dallo sviluppo della produzione di CD ROM e di siti Internet, tuttavia è ormai un dato di fatto che in Francia l’editoria elettronica sia un settore rilevante. Il Syndicat National de l’Edition ha diffuso dati molto significativi: 1 milione di PC presenti in Francia nel 1995, tra 60.000 e 100.000 i CD ROM venduti nel 1993. Nel 1995 la vendita dei titoli multimediali è aumentata del 70% con un incremento significativo soprattutto nel settore "culture e loisirs". Non a caso il best seller francese (che ha venduto 80.000 copie anche in Giappone) è un CD ROM pubblicato da Montparnasse Multimedia, La storia di Lulu, che è ormai stato tradotto in tutto il mondo.
Gli alti costi di realizzazione dei prodotti off line spingono oggi gli operatori in direzione di uno sviluppo delle attività legate a Internet. L’ultima edizione di "Milia", il più importante evento legato all’editoria multimediale in Europa, è stata completamente incentrata sul rapporto tra CD ROM e Internet e cioè sui prodotti cosiddetti ibridi, la cui diffusione è un chiaro segno della direzione che il mercato sta prendendo.
   
   


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