La cultura femminile ha sempre notato - e
lamentato - la condizione di subalternità rassegnata
affidata dalla Chiesa tradizionale alla donna tradizionale.
Che incarna e custodisce certo tutte le virtù, ma
dalla quale ci si aspetta che conduca una vita funzionale al
suo uomo. Ai suoi uomini: figli, padri, fratelli, se del
caso.
Poi sono venuti negli ultimi anni i pronunciamenti della
Chiesa, che sembrano configurare un diverso profilo, una
diversa, più risentita dignità femminile.
Sono fiorite le interpretazioni femministe delle sacre
scritture. Esiste una teologia al femminile. Non si tollera
più che Dio venga definito dentro il
"genere" maschile.
Si arriverà anche al sacerdozio femminile?
Coordina Beniamino Placido.
Intervengono: Marta Bellini, Irene Pivetti, Franco Peradotto,
Armando Torno, Suor Germana, Adriana Zarri.
La recente scomparsa di Colette Rosselli, la
popolare "Donna Letizia" del settimanale
"Grazia", ha fatto ripensare alla funzione che
svolgono le rubriche della corrispondenza con i lettori (ma
più con le lettrici) nei settimanali, specie in quelli
femminili.
Una funzione che offre alle signore titolari di quelle
rubriche una preziosa occasione per sondare gli umori e le
tensioni del tempo. Per osservarle. In certi casi per
orientarle.
Sono, queste rubriche, il punto di emersione di umori insospettati, di tensioni inedite, di desideri e sogni inconfessati, talora inconfessabili.
Per questo le fortunate signore - giornaliste e scrittrici - che a quelle rubriche presiedono sono le più legittimate a raccontarci se la donna moderna è cambiata. E quanto. E in che senso.
La tavola
rotonda è coordinata da Serena Dandini e
Beniamino Placido.
Intervengono: Susanna
Agnelli, Barbara Alberti, Natalia Aspesi, Antonella
Boralevi, Isabella Bossi Fedrigotti, Miriam Mafai.
È stato - questo che sta finendo - il secolo delle donne, si dice. Ma in che senso? Nel senso - da tutti immediatamente percepibile - che si è rotto uno schema culturale che ha governato i comportamenti dell'uomo occidentale per più di due millenni. Lo schema dell'Odissea; il modello di vita di Ulisse che gira per il Mediterraneo con l'intenzione di tornare a casa, ma senza fretta. Nel frattempo si concede alle avventure di ogni tipo. Incontra Circe Calipso Nausicaa le Sirene, e se ne compiace. Senza per questo dimenticare che deve pur sempre tornare ad Itaca.
Che cosa fa Penelope ad Itaca nel frattempo? Aspetta il ritorno del marito, custodisce il focolare, tiene a bada i pretendenti, tesse la sua tela. Non fa che tessere delle trame, la donna tradizionale in quel ruolo tradizionale. Delle trame astute, intese comunque alla difesa di quello schema patriarcale.
Ad un certo punto lo schema comincia ad incrinarsi. Nell'Ulisse di Joyce, punto terminale di una secolare variazione sui temi dell'Odissea, Penelope si chiama Molly. E consegna nel celebre monologo finale (65 pagine senza un segno di punteggiatura) una figura di donna tutta diversa. Che dice di sì alle occasioni, agli incontri, alla vita. E' lei che si è fatta Ulisse, adesso.
Siamo nel 1921. Poi ci sono state tante altre cose:
dall'invenzione della pillola (che ci costringe a riflettere
sulla straordinaria importanza della scienza, nel nostro
secolo), ai progressi tecnologici che hanno trasformato casa
e focolare, alle battaglie "vinte" per i diritti
civili delle donne. Fino al recente e sorprendente mutamento
di orientamento della Chiesa.
Se ne parla al Salone con
Nadia Fusini, Rosetta Loy, Giovanna
Melandri, Khalida Messaoudi, Noa Rabin.
E gli uomini: come hanno salutato - o subito, o contrastato - la rivoluzione femminile che c'è stata? Sono davvero diventati così bravi - e duttili, e comprensivi - come talvolta sembrano? Come tendono a farsi credere?
O hanno ceduto soltanto per quieto vivere, mordendo il freno?
Oppure sognano, nel loro foro più interno, quelle ribellioni-vendette sulle donne che alcuni di loro (i peggiori, s'intende) pongono qualche volta in atto scandalizzando persino i giornali, persino le televisioni?
Insomma, a che punto siamo oggi? Siamo al punto in cui la vecchia domanda di Freud: "Che cosa vuole la donna?" va rovesciata nel suo opposto: "Che cosa vuole l'uomo?" Che cosa si aspetta l'uomo di oggi - frastornato e perplesso - da questa donna nuova, che è cambiata e ha intenzione forse di continuare a cambiare?
Coordina Beniamino Placido.
Intervengono: Tahar
Ben Jelloun, Enzo Biagi, Pietrangelo Buttafuoco, Nico
Orengo.
Salone del Libro
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