Salone del Libro
Torino, Lingotto Fiere, 16 - 21 maggio 1996

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a cura del Comune di Torino

“POLITICAMENTE SCORRETTO?”

“REPUBBLICA” E’ UN SOSTANTIVO MASCHILE, provoca Rossana Rossanda. L’occasione di parlare di politica come soggetto di un dibattito in gran parte al femminile o data da il manifesto che ha organizzato un incontro su Donne e uomini nella transizione italiana. Se la vita politica o fatta anche lei di corsi e ricorsi, di alti e di bassi, per le donne questo o un momento di bassa marea. “Non o solo un problema di pochi ministeri”, dicono le relatrici. Davanti alla perdita di peso dei discorsi ideologici, la donna riduce le proprie ambizioni. Nei rapporti con il sociale la politica conta sempre di meno. “Più di quello che decidono i governi, bisogna vedere quello che decidono organismi come la Bundesbank”, sottolinea Gloria Buffo, una delle poche deputate del nostro parlamento, un parlamento che conta solo un 9% di elette alla Camera e un 7% al Senato. La repubblica, quindi, e la politica restano soggetti maschili. “La donna - continua Rossanda - assente dalla competizione politica, viene esclusa pure dalla discussione politica. Io sono una delle poche donne considerate abbastanza uomo da essere stata invitata a Pontignano. Dunque, anche nella sinistra, nel Pds, manca la voce delle donne, quella voce che per la radicalita della sua ricerca resta per me la più interessante. Una voce che non sento, che mi manca, che non trovo” .

L’EROINA E’ UNA PROIEZIONE MASCHILE? Non solo la donna legge, ma ascolta con attenzione e partecipa ai convegni. A Metamorfosi delle eroine da figura a coscienza nella letteratura e nel cinema, il 98% del numeroso pubblico era di sesso femminile.
Contestato da alcune delle relatrici il termine di eroina, perch§, forse, “si lega di più a un contesto di letteratura anglosassone”, propone Marisa Bulgheroni, oppure perch§ “lo sintetizza in modo perfetto Sigmund Freud, quando dichiara che il mito definitivo dell’eroe o quello di qualcuno che si leva a combattere contro il proprio padre - cita Maria Nadotti -. Da Gilgamesh a Edipo, si tratta sempre di un corpo a corpo tra due maschi, il figlio contro il padre. L’obbiettivo? Quello di spodestarlo. In questo plot, l’eroina dov’o che si inserisce?”.
“Le grandi eroine del romanzo, da Emma Bovary ad Anna Karenina - chiosa Bulgheroni -, sono viste giocoforza come espressione di uno sguardo maschile, quello dello scrittore. Che descrive la donna in modo estremo. Donne che possono vivere soltanto nella loro dimensione, quella che mette al centro del loro universo l’uomo e che precipitano poi inevitabilmente verso il suicidio, condannate dal proprio desiderio. Nessuna metamorfosi le aspetta, vivono in senso univoco. Al contrario di ciò che fanno le protagoniste della letteratura che comincia a scardinare il quieto vivere della scrittura nell’Ottocento inglese. Da George Eliot a Jane Austen e, soprattutto, a Charlotte Brontë. Entra in scena un nuovo elemento rivoluzionario. L’ordine gestito dall’uomo non viene intaccato, bensì minato in maniera sotterranea”.
“L’immagine della donna assemblata (bel termine da usare giustamente al Lingotto), una donna pastiche, un collage di pezzi, di frammenti presi dalla storia recente della cultura occidentale - dice ancora Nadotti - propone non un corpo femminile, ma un mostro, un replicante. Tanto da poter dire che ci troviamo in una difficile fase di passaggio metamorfico che segnala la difficolta di questa trasformazione, sottolineando la lunga strada che ci aspetta ancora da percorrere”.
“Finora ci hanno raccontate - aggiunge Pia Pera - come accade per la Lolita di Nabokov. Si può dunque tentare, prendendo spunto proprio da un suggerimento dello stesso scrittore russo inserito nelle pieghe del racconto, per riscrivere la storia dalla parte della bambina.....”

L’AURORA FEMMINILE, forse una metafora un po’ semplicistica ma efficace, chiude Strange Days, il film di Kathryn Bigelow. Non casualmente, preannuncia la fine di questo secolo e del millennio che si va consumando. Cuore di secolo, l’incontro proposto da Noidonne-Legendaria, pone al centro della questione nuovamente l’emergere della soggettivita femminile. “La donna rifiuta il modo in cui finora o stata pensata dall’uomo - dice Rossana Rossanda -.Come un grazioso, seduttivo complemento di altri. Perch§ dire male di questo secolo? Farlo vuol dire ammettere implicitamente che gli altri secoli per noi erano forse migliori?”. Il nostro secolo non o ancora concluso, anche perch§ il pensiero che vede la donna come protagonista non si o espresso in maniera compiuta, si tratta di un processo complesso, in progress. Oltretutto, o difficile pensare a un ordine diverso da quello patriarcale: pensare da donna al di fuori di questo ordine non o semplice. Ma il nostro secolo può anche essere quello che comincia con Dora che sbatte la porta in muso a Freud. Una porta che si chiude. Un secolo che si apre. Un paradosso paradigmatico che annuncia l’avvento del dualismo maschio/femmina. Che determina la fine del dualismo maschio/femmina. Rosi Braidotti ha le idee chiare: “Bisogna essere pieni di fantasia, avere il gusto del paradosso, forzare l’immaginazione per entrare in sintonia con le contraddizioni che si elidono a vicenda, con le coesistenze dei termini opposti. Il separatismo, altresì, non o al tramonto. Esistono, nascono continuamente nuovi spazi limitati. L’eterosessualita del sociale viene messa in discussione. Dove c’o una luce, una speranza che occhieggia nel buio, ci si trovi nel Pakistan di Bhutto o negli Stati Uniti di una donna formidabile come Hilary Clinton, gratta gratta vai sempre a trovare una donna”.

Torino, 17 Maggio 1996

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