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cura di Massimo Schiro

Silicon Village! Toglietemi una curiosità, come si suona col pc?

Il Villaggio Globale, in questo numero, vuole lanciare sulle autostrade di Internet, un generale chiarimento alla musica elettronica, precisamente sullo standard MIDI per il pc.
Il discorso sarà sì generico ma mi scuso per non riuscire ad evitare un linguaggio prevalentemente tecnico. Ci occuperemo principalmente del sequencer per il sistema Microsoft Windows 3.1, ma i temi possono essere facilmente adattati per sistemi operativi più o meno avanzati oppure paralleli come Unix e Mac. Per suonare con il pc occorre come sempre un hardware e un software.

Hardware. L’hardware minimo richiesto è composto da un computer (non eccessivamente veloce e capiente, questo grazie al funzionamento del sistema MIDI che spiegherò oltre), una scheda audio da 8 bit, una tastiera musicale MIDI e infine un cavo di interconnessione tra la scheda e la tastiera musicale.
Il PC. I computer multimediali completi oggi in commercio, offrono la possibilità di avere al prezzo di circa due milioni di lire, un processore molto veloce (Intel Pentium 75) e una RAM di 16 Mbyte, un monitor molto definito, un lettore CD-Rom, e una scheda audio (solitamente la Sound Blaster a 16 bit). Ribadisco che una stazione del genere è ben oltre sufficiente per la creazione di un file ".mid".
Le tastiere musicali. Oltre al pc occorre la tastiera musicale. In questo caso si può utilizzare una periferica studiata apposta per questo utilizzo che non suona indipendentemente ma svolge esclusivamente il compito di inviare al pc il nome della nota musicale (costo all’incirca 350.000 lire) Si può collegare invece, in modo per così dire più professionale, una tastiera musicale indipendente tra i numerosi modelli in commercio, a patto che abbia la possibilità di ingresso MIDI. In questo modo il computer utilizzerà i timbri (i vari strumenti musicali, a fiato, a corda, ecc.) memorizzati dall’apparecchio e il valore di resa varia a seconda dei modelli. Molte tastiere oggi in commercio utilizzano suoni campionati e si sono imposte ai sintetizzatori, perché questi ultimi cercano di imitare gli strumenti in base a una combinazione di onde sonore, invece i suoni campionati si ottengono digitalizzando gli strumenti veri. Per fare un esempio, la nota do basso di un pianoforte a coda viene "registrata" nella posizione do basso della tastiera. In base all’ampiezza di note campionate, il prezzo della tastiera varia da circa un milione, fino a superare di molto i 5 milioni. Il cavo di interconnessione. Questo cavetto che costa circa 50.000 lire serve per completare l’interfacciamento tra pc e tastiera. Si inserisce nella porta joystick della scheda audio e si collega alla tastiera con due spinotti a 5 pin nelle prese IN e OUT.

Software. Parte del software necessario viene fornito con la scheda audio e prevede il funzionamento dei file con la desinenza ".wav" e ".mid" che stanno a rappresentare il digitalizzatore sonoro Wave e il lettore di dati MIDI. Oltre a questi l’utente deve procurarsi un Sequencer MIDI. La differenza tra WAVE e MIDI. Si tratta di due applicazioni molto diverse. Un file wave si può creare molto facilmente con un PC. Le applicazioni windows già fornite con la macchina contengono un digitalizzatore audio con il quale attraverso un microfono inserito nell’ingresso della scheda audio, si possono registrare fonti sonore esterne e creare un file ".wav". Questo avviene per una conversione dell’onda sonora da analogica a digitale, stessa tecnica che ci permette di ascoltare i compact disc ad alta fedeltà e senza fruscio. Il campionamento può avvenire a 8 o a 16 bit, in mono o in stereo, e con una diversa frequenza. La frequenza ottimale con cui viene campionata un onda è di 44,1 Khz (cioè circa 40000 campioni al secondo) ma a una migliore resa della digitalizzazione corrisponde un aumento dello spazio di memorizzazione occupato su disco (per esempio un minuto a 44 Khz occupa 4.8 Mbyte!) Il discorso MIDI è totalmente diverso perché la generazione di suoni da tastiera viene memorizzata sotto forma di comandi, occupando poco spazio (per esempio viene memorizzata la nota La in quella determinata battuta, con un volume e un effetto specifico). E’ sottinteso che con lo standard MIDI non è possibile immagazzinare dati complessi come la voce umana. Il sequencer. Ha un costo che varia in base alle opzioni e all’uso amatoriale o professionale (da circa 100.000 lire). La sua funzione principale è quella di simulare un registratore a 16 piste. Ad ognuno dei sedici canali è possibile assegnare uno strumento musicale diverso (il canale 10 è quello dedicato alla batteria). In un sequencer possiamo suonare e registrare ogni strumento in tempo reale e successivamente correggere ogni singola nota. Ad ogni nota vengono assegnati dei valori in riferimento al "touch response" (cioè quel dispositivo che in base alla violenza con cui tocco un tasto corrisponde la simulazione di una nota più forte o delicata), oppure in riferimento al "pitch bend" (la manopola laterale di una tastiera che varia la tonalità di una nota elasticizzandola, come avviene nella chitarra), e poi tutti i valori di effetto echo, sustain, riverbero oppure gli effetti complessi ottenuti con il DSP (Digital signal processor). Quando la melodia fornita da uno o più canali ci sembra soddisfacente è possibile effettuare dei ritocchi, oppure riprodurre dei LOOP (copiare un gruppo di note e ripetere la sequenza). Tutto questo avviene in maniera molto semplice, anche per chi non è molto ferrato con gli spartiti musicali. Nei più recenti programmi, non solo quelli più evoluti, appaiono finestre grafiche che non rappresentano solo il pentagramma ma anche simboli meno complessi che sotto forma di icone grafiche possono permettere se selezionate di riprodurre il suono singolo prescindendo da ogni interpretazione.
Il sequencer è importante anche per la post-produzione di un brano. Molti sono forniti di masterizzatore digitale e grafico con il quale è possibile controllare ogni canale e modificarlo anche in tempo reale. Inoltre quasi tutti sono predisposti per la stampa dello spartito musicale sia questo ridotto alla voce solista o a un pentagramma per l’intera orchestra. Inoltre per chi ha l’esigenza di suonare non potendosi collegare con un PC, i file .mid creati con un sequencer e trasferiti su dischetti da 3 pollici e mezzo possono essere letti da tastiere midi dotate di drive interno. Dicevamo dell’importanza di avere una tastiera di buon livello piuttosto che le periferiche da collegare esclusivamente al PC. Questo perché difficilmente il PC riesce ad avere una soddisfacente banca dati per timbri. Quindi indicando dal programma che l’uscita dei comandi deve pervenire a una tastiera collegata alla Sound Blaster (SBOUT) il suono sarà prodotto dalla tastiera e non interesserà le casse del computer.

I prodotti MIDI sul mercato. Abbiamo parlato molto di hardware e software per creare un file midi ma non abbiamo ancora accennato dei prodotti già "confezionati" per avere basi già fatte. Si possono trovare in edicola, nei negozi di dischi o di strumenti musicali. Sono basi MIDI compatibili con due tipi di sotto-standard il GM (General Midi) e il GS (Gs Roland). L’azienda italiana più rinomata in questo campo è la Midisoft che vende dischetti con 7 o 8 basi midi raggruppate in riferimento all’interprete o al genere musicale. L’ultima trovata Midisoft, degna di nota, è il sistema Song Service per l’acquisto di un prodotto personalizzato. Con una carta di credito del costo di 15.000 lire è possibile accedere a un terminale e selezionare le canzoni disponibili, ascoltarle con le cuffie e salvarle sul dischetto per un massimo di 8 brani a circa 2.500 lire l’uno. Il negoziante provvederà a fornire il disco che costa circa 2.500 lire ed è coperto da diritti SIAE.

Ma non mancano i problemi. Ho già accennato dei sotto-standard GM e GS. Questi si riferiscono alle banche dati di timbri che si differenziano in base alle marche produttrici di tastiere. E’ facile da intuire che solo da pochi anni le tastiere elettroniche sono state dotate di drive interno per la lettura di dischetti. E quindi quando ci si trova in un mercato con aziende che hanno adottato tecnologie diverse fino a quel momento si è obbligati a trovare un punto di incontro negli standard. Come in molti altri casi analoghi le cose sono state fatte a metà. La Roland, una delle maggiori produttrici di tastiere e apparecchiature musicali elettroniche, ha sempre mantenuto un suo standard costringendo gli utenti a una compatibilità tra apparecchi ridotta a una sola marca. Per questo oltre al General midi, la Roland propone la sua banca dati di timbri (quest’ultima per intenderci è una lista che mette d’accordo la tastiera con il computer assegnando a un numero il corrispettivo strumento). Ma i problemi di compatibilità non si limitano a questo. Alcune banche dati di tastiere lavorano con numeri da 0 a 127 e assegnano i rispettivi timbri; altre con numeri da 1 a 128 rendendo necessario un nuovo standard. Inoltre alcuni dischi General Midi non funzionano correttamente su alcuni modelli di tastiere e necessitano di una riprogrammazione dei dati sconosciuta. Insomma, per concludere io ho comprato una tastiera Yamaha PSR-620 con drive interno, con il mio sequencer interagisco fino a quando decido di salvare il file su disco e inserirlo nella tastiera. A quel punto niente. Silenzio di tomba. Alla faccia dello standard, la mia tastiera da un milione e mezzo non riesce a capire cosa io le stia propinando. Telefono alla Yamaha e mi dicono che è normale. La mia tastiera non legge le 16 tracce contemporaneamente, ma le legge sulla "traccia 0", insomma occorre far confluire i canali in uno unico. Ancora non ci sono riuscito. Un consiglio: prima di comprare una tastiera, se avete intenzione di collegarla al computer, non usate software copiato e fatevi collaudare il tutto dal vostro negoziante!

Statev’ accuort’! [MADMAX]