CINEMA
da Venezia
di Barbara
Sassano
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FUORI CONCORSO, GRANDI ATTESE E
PIACEVOLI SORPRESE
- Come
potrebbe non essere più che atteso un film nel
cui cast figurano Robert De Niro, Dustin Hoffman,
Vittorio Gassman e Kevin Bacon? Infatti, non
potrebbe. "Sleepers", film d'apertura
della 53a Mostra del Cinema di Venezia, ha dato
in pasto al pubblico 140 minuti di grandi
performances attoriali e una storia forse non
troppo originale (giovani detenuti crescono e si
vendicano con il loro sadico e pedofilo
carceriere) ma appassionante. Dopo fatiche come
Good Morning Vietnam (nell'88 alla Mostra per le
Notti Veneziane), Rain Man, Bugsy e Rivelazioni,
Barry Levinson confeziona un film decisamente ben
fatto, a tratti un po' troppo dilatato nei tempi,
ma carico di tensione e decisamente significativo
su alcuni aspetti della vita nella leggendaria e
violenta Grande Mela: De Niro prete "di
strada", più votato a comprendere la triste
e crudele realtà newyorkese che ai comandamenti,
Hoffman, camaleontico e bravo come nella migliore
tradizione, avvocato sfinito dall'alcool ma
ancora pieno di spirito, Kevin Bacon così
convincente nella sadica perfidia dell'aguzzino
Nokes.
La pellicola è ispirata al romanzo,
controverso e discusso, di Lorenzo Carcaterra,
secondo cui la storia alla base è realmente
accaduta: un fatto che pare essere smentito dalle
cronache giudiziarie americane. Decisamente su un
altro filone il film di chiusura, il limpido e
commovente "Shine", bello e apprezzato,
come non poteva che meritare. Un piccolo
capolavoro di Scott Hicks, impegnato finora
soprattutto in lavori per la televisione ma già
premiato in diversi Festival con Sebasian e il
passero, nel 1989. La storia è quella di David,
musicista dotatissimo ma schiacciato da una
pesante e severa figura paterna. Riconosciuto
nella sua bravura da eccellenti maestri e
spronato a continuare, David non riesce però ad
accettare il distacco forzato dalla famiglia: un
forte esaurimento segna il crollo della sua
carriera e della sua vita, dominata da confusione
mentale e continui ricoveri. Ma David non diventa
una vittima apatica del suo male e del suo
dolore, semmai una persona strana ed originale,
imprendibile ed imprevedibile, che si lascerà
guarire dall'amore di una donna e si consacrerà
ad un tardivo ma incommensurabile successo.
Attese e trepidazioni, soprattutto da quel vasto
manipolo di appassionati che mai potrebbero
seppellire nella memoria The Piano, anche per
Jane Campion, che, salutata in conferenza stampa
da un applauso lunghissimo, ha presentato
"Ritratto di Signora", dal romanzo di
Henry James, protagonisti Nicole Kidman, scortata
a Venezia dell'inseguitissimo marito, e John
Malkovich, che non ha potuuto non rievocare la
sua performances dn un altro film in costume, le
Relazioni Pericolose di Frears: il gusto
fotografico e la sensibilità registica della
Campion non deludono, anche se la storia manca di
momenti particolarmente incisivi, complice la
difficile trasposizione di un romanzo tanto
corposo.
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