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LA QUESTIONE


BIBLIOTECA INTERNAZIONALE DI CINEMA E DI FOTOGRAFIA "MARIO GROMO"

A Torino esiste un prezioso patrimonio internazionale (e sottolineo "inter") che, se potesse parlare, disconoscerebbe il paese in cui si trova. In qualsiasi altra nazione un tale "tempio" di sapere cinematografico costituirebbe il fiore all'occhiello di fronte alla comunità internazionale di studiosi, appassionati e semplici curiosi di cinema. Sapete invece di quanti locali dispone la Biblioteca Internazionale di Cinema e di Fotografia "Mario Gromo"? Tre, di cui uno per la consultazione (sei banchi per non più di sedici lettori), uno per l'amministrazione ed un terzo riempito all'inverosimile di scaffali contenenti il prezioso materiale.

Ma lasciatevi accompagnare in questo luogo così importante.

L'Associazione Museo del Cinema nasce il 7 Luglio 1953 dall'iniziativa della professoressa Adriana Prolo, una storica, non esperta di cinema ma infaticabile raccoglitrice di materiale sul precinema (la fase storica precedente il "cinematografo" dei fratelli Lumière), e Mario Gromo, illustre personaggio, già collaboratore di Henri Langlois (mitico fondatore della Cinémathèque Française di Parigi, dove si fecero le ossa, tra gli altri, i "Giovani Turchi" della Nouvelle Vague).

L'associazione vede tra i suoi fondatori Giovanni Pastrone, il regista di "Cabiria" (1914) e tra i successivi vicepresidenti il prof. Guido Aristarco.

La prima sede ufficiale della Biblioteca è il piano terra di Palazzo Chiablese in Piazza San Giovanni, dietro Piazzetta Reale. Qui, in sedici sale, si offre al pubblico il Museo Nazionale del Cinema, il cui materiale diviene proprietà del Comune di Torino esattamente ad un anno dall'inaugurazione.

Trentatré anni dopo, esattamente il 10 Dicembre 1986, si sposta nella sede, dove è tuttora ospitata, dell'ex cimitero di San Pietro in Vincoli, monumento storico risalente al 1777, il primo cimitero di Torino (insieme ad un altro non più esistente).

Nel 1993 si trasforma il Fondazione, cosa che le permette di essere a bilancio degli enti pubblici competenti sul territorio (Regione, Provincia e Comune) grazie a sovvenzioni dovute per statuto. Altri finanziamenti vengono poi raccolti per le singole iniziative, come nel caso della recente mostra "La magia dell'immagine" sulle macchine del precinema.

Ora la Biblioteca raccoglie materiale riguardante il cinema e la fotografia, compresi testi scientifici e di fisiognomica.

Aperta venti ore a settimana, ospita venti-venticinquemila volumi e ventimila testate di periodici, anche di argomento fotografico.

È iniziata la catalogazione informatica -affidata ad esperti- in SBN (Sistema Bibliotecario Nazionale, un sistema informatico che sfrutta le potenzialità delle reti per mettere a disposizione degli utenti il patrimonio bibliotecario italiano). Si prevede la fine dei lavori, relativi ai soli volumi, entro il 1997; "per i periodici - ci spiega la direttrice della biblioteca, signora Spina- il lavoro partirà più avanti e sarà più complesso per il gran numero di collezioni dal numero 1"(basti pensare a testate quali i "Cahiers du cinema" o "Art").

Per ora si sta immettendo il "pregresso", a partire dalle edizioni degli anni dal '20 al '40. Fondamentale in questa fase è la grande competenza del professor Paolo Bertetto, titolare della cattedra di Storia e Critica del Cinema B alla Facoltà di Lettere nonché Direttore Scientifico della Fondazione e referente dell'Università. La catalogazione del "nuovo" invece verrà svolta dall'organico.

Proprio l'organico è uno dei problemi della Biblioteca: può infatti contare su appena due operatori fissi più uno part-time; un numero maggiore tuttavia, vista la mancanza di spazio, comporterebbe un ulteriore, paradossale problema: il sovraffollamento.

La signora Spina tiene a spiegare come "il ruolo del personale sia fondamentale nell'aiuto al lettore, in quanto fornisce una collaborazione attiva per le ricerche: occorre guidare il lettore" passo passo.

Questa struttura, così attenta alle esigenze di ogni utente, e schiacciata da una parte dalla mancanza di risorse e dall'altra dall'imponente mole di materiale, non può che limitare l'uso della Biblioteca: potendo soddisfare non più di quattro lettori contemporaneamente per un massimo di dieci al giorno (spesso le ricerche necessitano di più giorni), la media mensile si restringe ad ottanta utenti. Alcuni di questi -occorre dirlo- sono studiosi provenienti dall'estero.

Come è possibile dunque che un tale patrimonio sia relegato in locali così angusti? Come può un'insostituibile tappa per chiunque intenda realizzare uno studio sulla settima arte sopravvivere solo grazie alla passione di alcune persone innamorate del cinema?

È ormai certo lo spostamento dell'intera collezione del Museo alla Mole Antonelliana, e ci sorge spontanea una domanda a riguardo. Sconsolata, la signora Spina, accompagnandoci al cancello, ci lascia con queste parole: "Non ci sarà spazio per noi alla Mole".

 

Gianluca Matteucci

 

 

Per chi fosse interessato:

Biblioteca Internazionale di Cinema e di Fotografia "Mario Gromo"
Via San Pietro in Vincoli, 28 - Torino
Tel. 011/5214784
Apertura: Martedì 9-17
Mercoledì Giovedì Venerdì 9-13