VG-Letteratura e Arte

Torino, Parigi, New York, Osaka. Tapié. Un art autre.

Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea

(13 marzo - 1 giugno)


 La mostra "Torino, Parigi, New York, Osaka. Tapié. Un art autre" è stata allestita presso la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea (13 marzo - 1 giugno) per rendere omaggio all’attività del teorico e critico d’arte Michel Tapié de Céleyran, a dieci anni dalla sua scomparsa. La straordinaria raccolta esposta è costituita da un centinaio di opere, dipinte o scolpite da settantasei artisti che hanno lavorato dal 1945 nell’area dell’informale americano, europeo e giapponese.

tapie

Tapié infatti visse e lavorò a Torino dal 1956 al 1977, dopo aver scoperto a Parigi i più importanti artisti del dopoguerra e dopo aver teorizzato all’interno del movimento informale una nuova estetica, a cui diede il nome di art autre per sottolinearne l’individualità creativa e il distacco dalla tradizione figurativa, collegandosi poi al pensiero scientifico e alle dottrine orientali.

Proprio a Torino Tapié fondò nel 1960 l’International Center of Aesthetic Research (ICAR), un vivace centro culturale collegato a Parigi, New York e Osaka, dove una serie di attività internazionali e di mostre permisero alla città di conoscere l’action painting, la Scuola del Pacifico e il giapponese Gruppo Gutai. E l’immagine coordinata della mostra è incentrata proprio sul logo dell’ICAR, l’ideogramma "kakemono" disegnato da Insho Domoto, rovesciato però per motivi grafici.

Il percorso dell’esposizione si articola in cinque sezioni, i raggruppamenti stilistici teorizzati da Tapié e l’evoluzione della sua posizione estetica, dall’art autre del dopoguerra al Barocco d’insiemi, che riunisce gli artisti che lavoravano sulle "strutture di ripetizione degli insiemi complessi".

E’ curioso notare che questa mostra si apre a 35 anni esatti da "Strutture e Stile" la mostra che, proprio nella stessa sede, illustrò l’art autre e l’attività dell’ICAR, contribuendo a quel clima di aperture internazionali che ha caratterizzato la vita artistica di Torino e che finalmente ora si torna a respirare.

Barbara Roggero