Una delle conseguenze dell'anarchia scaturita dall'invasione giacobina è
il formarsi, in tutto il Piemonte, di gruppi di rivoltosi spesso capeggiati da
avventurieri senza scrupoli.
Sotto il dominio francese diventano sempre più numerosi e non
c’è paese che non abbia il suo.
Si hanno notizie di un certo "sig. Conte" che giunge a Racconigi
armato e pronto a compiere diverse imboscate con la sua banda detta "reverendissima
squadra"; attorno al conte si raccolgono i peggiori elementi del circondario
racconigese (Cavallermaggiore e Marene).
I componenti della banda hanno nomi pittoreschi: "Scolasticot",
"Barilot", "Cioffrè"; la loro fine sarà
segnata dall’arrivo di un generale francese: Thurreau, uno dei maggiori
"giustizieri di banditi" , il quale li farà prigionieri
e li passerà per le armi il 17 luglio del 1800.
Un certo Solei prenderà parte alla sommossa di Racconigi del luglio
del ‘97, continuerà a girare indisturbato per le campagne tra Saluzzo
e Savigliano. La sua storia è singolare: dopo essere stato incarcerato
per diversi anni, sia sotto il governo sabaudo che sotto quello francese,
ritorna come presenza nel 1799 a Racconigi.
Le porte del carcere gli vennero aperte grazie alla filosofia sabauda che
preferiva mandare allo sbaraglio dei delinquenti piuttosto che i propri
soldati.
Uno dei più citati e famosi banditi presenti in Piemonte tra
il 1796 ed il 1799 fu il "sig. Viora Branda de’ Lucioni". Di
lui si hanno poche notizie certe, pare che fosse nativo di Varese, ex ufficiale
austriaco fu fatto prigioniero nella sollevazione di Pavia del 1796, condannato
a morte e poi graziato.
All’arrivo delle truppe nemiche francesi, il Maggiore (come si faceva chiamare)
si sposta con un gruppo armato a difesa dei territori lombardo-piemontesi sotto
le insegne regie.
Nel suo avvicinamento a Torino, passando per Novara, Vercelli e Chivasso,
il Branda recluta contadini e briganti: avanza, uccide e saccheggia ripristinando
il vecchio ordine. Non concede nessuna pietà ai francesi ed ai loro
"amici".
In breve tempo si trova alla testa di migliaia di contadini male armati,
questo gruppo disomogeneo verrà chiamato "Massa cristiana".
I suoi atteggiamenti e la sua personalità gli permettono di far
leva nel senso religioso dei contadini.
"Entrato in un paese, il Maggiore fa suonare le campane a martello.
Abbatte l’albero della libertà e fa innalzare la croce; quindi si
getta in ginocchio e prega con un fervore tanto ardente quanto falso".
Branda de’ Lucioni verrà arrestato in seguito a nuove sue incursioni,
ma dopo tre mesi di carcere scompare; a Torino corre voce che si sia rifugiato
al di là dell’Appennino, ma non si hanno altre notizie sulla sua scomparsa.