Suoni dall'America Latina

tratta dalle schede della mostra Budrio EquoSolidale

Un pezzo di canna e un battente di legno sono oggetti tanto semplici che a mala pena riescono ad essere riconosciuti come oggetti. Eppure possono diventare un importante mezzo di comunicazione culturale: l’uso appropriato, da parte di un suonatore, di colui cioè che ne conosce e ne determina a sua volta il valore conferendogli la voce, il suono, lo trasforma in uno degli oggetti culturalmente più complessi: lo strumento musicale. Per comprendere a fondo ciò occorre superare il nostro concetto di complessità, che è riduttivamente legato solo a prodotti industriali e tecnologici, allargandolo a criteri che tendono a considerare un oggetto come complesso di forme, suono, struttura, decorazioni, e utilizzo. Questo riguarda prima di tutto il significato del rapporto che esiste tra uomo e musica, nel quale lo strumento musicale rappresenta il mezzo di espressione di quelle conoscenze, materiali e spirituali, che sono riflesso della concezione del mondo di una determinata civiltà. Appare chiaro che uno strumento musicale è legato in maniera indissolubile alla società che l’ha creato o che lo utilizza, ed è a questo punto che lo studio degli strumenti musicali (organologia) deve essere affiancato dallo studio dell’antropologia, in grado di comprendere non solo gli aspetti più prettamente musicali o tecnici, ma anche quelli religiosi e magico-simbolici, che consentano di superare il criterio della catalogazione secondo valori eurocentrici per i quali il violino èpiù connotato come strumento musicale di una zanza o di un tamburo.
Ecco allora lo scopo di questo lavoro, che si propone di fornire alcuni elementi di comprensione degli strumenti musicali appartenenti a culture ‘altre’, per riconoscerne l’origine e i caratteri tecnici e culturali più elementari, allo scopo di valorizzare questi oggetti, talvolta estremamente semplici,
costruiti con materiali ‘poveri’ o addirittura con materiali di recupero o scarti industriali. Stiamo tentando di spiegare il fascino che questi strumenti esercitano quando, una volta tra le mani, fanno sentire la loro voce: come non rammentare che la parola ‘suonare’ in molte lingue africane ma anche europee significa allo stesso tempo ‘giocare’ (to play in inglese, jouer in francese)? Probabilmente oltre a rappresentare elementi di comprensione di altre culture, questi oggetti musicali possono essere una forma di educazione musicale, anche più valida del vuoto nozionismo a cui siamo abituati (e sottoposti).

Oggetti musicali

Nelle loro qualità materiali gli strumenti musicali sono prodotti artigianali raffinati, che comprendono svariate tecniche, da quelle costruttive/artigianali a quelle artistiche, fino a quelle che comportano una buona conoscenza dell’acustica e della musica. A partire dalla scelta dei materiali costruttivi nulla viene lasciato al caso, ma rappresenta il frutto di una conoscenza precisa, poiché gli strumenti musicali conservano i poteri della materia da cui sono ricavati oppure dell’animale che rappresentano: quando il musicista li utilizza, acquista la forza e l’aspetto dell’animale o dello spirito che lo strumento rappresenta, o dei quali riproduce la voce. In alcuni casi sono gli spiriti o le divinità in prima persona che si manifestano attraverso il gesto di suonare. Così quando lo sciamano dei Baure del Rio Bianco (Amazzonia) suona il flauto o la tibia di giaguaro, è proprio il giaguaro che èpresente, con tutti i valori che gli sono attribuiti dalla tribù.
Le dimensioni e le forme degli strumenti sono altrettanto legate a precisi valori e producono un significato: a ogni dimensione corrisponde una determinata altezza I tonalità I modo, ai quali, a loro volta, vengono fatti corrispondere precisi significati musicali e simbolici. Nelle musiche tradizionali molto spesso infatti ogni nota I tonalità ha un proprio valore assoluto, e non può essere sostituita da altre (come nel caso del cosiddetto “trasporto di tonalità” della musica occidentale colta) senza coinvolgere (e stravolgere) precisi e particolari significati della musica e della fruizione. Così alla nota Do e al relativo modo I tonalità, corrispondono figure, immagini, segni, concetti etici e norme che non appartenendo a nessun altra nota I modo I tonalità, ne caratterizzano e ne codificano il valore. L’insieme di tutte queste norme e concetti danno vita a li-guaggi musicali, espressi in forme e strutture, estremamente profondi, capaci di rappresentare e contenere significati e valori molto più complessi di quanto possa fare l’odierna musica eurocolta. La musica mantiene qui ancora vivo il proprio rapporto con il mito, con le forme archetipiche del pensiero umano, a cui, per mezzo delle forme rituali, dà vita e voce.
Le decorazioni che ornano gli strumenti mus-cali contribuiscono a determinarne il valore secondo precisi criteri simbolici: non solo animali e segni riconducibili a forme I segni precisi, ma anche segni per noi 'astratti’, i colori e le tecniche utilizzate per produrre lo strumento e per decorarlo, all’interno delle culture che ne conoscono (e ne riconoscono) significato e sintassi, vengono letti insieme al suono e alle forme più direttamente musicali. Un ulteriore rilievo merita il fatto che molto spesso questi strumenti musicali sono veri e propri pezzi unici, differenti l’uno dall’altro per decorazioni, forme e dimensioni: la produzione assolutamente artigianale e l’estro creativo dei costruttori sono quanto più lontano possa esistere dalla produzione in serie alla quale siamo abituati. Pertanto sottolineiamo ancora il piacere che può dare uno strumento che fino nei dettagli rappresenta la consapevolezza del suo costruttore, le sue scelte e la sua volontà di comunicarle ad altri.
Dal concorso di tutti questi aspetti materiali e simbolici, che variano secondo le culture in esame ma che sono sempre intimamente e inestrinsecabilmente legati, si determina il valore di uno strumento musicale etnico.