Flauto boliviano di grandi dimensioni tipico della zona del lago Titicaca. Viene ricavato dal tratto compreso tra due nodi della canna di bambù, nel quale si ricavano cinque fori anteriori e uno posteriore per luso delle dita e quattro ulteriori fori non digitali per lintonazione dello strumento. Strumento tipicamente indio viene suonato in trope (gruppi di musicisti) costituite da un numero di interpreti che varia da dodici a ventiquattro. E costruito in tre taglie fondamentali:
Il Mohoceño (si legge mosegno) AykoriIl suonatore immette laria necessaria a suonarlo attraverso un cannello che è posto parallelamente alla canna principale, e che svolge la funzione di rendere lo strumento maneggevole nonostante le grandi dimensioni: si pensi alla stessa soluzione del cosidetto cannello adottata dagli strumenti a fiato di grossa taglia della musica europea, quali flauti bassi, fagotti e controfagotti. Il nostro flauto andino viene suonato tenendolo parallelo al terreno, come il flauto traverso, è solitamente intonato secondo una scala diatonica occidentale priva però del VII grado, spesso in mi minore e con una estensione di circa due ottave. Il suono ha un timbro, un colore particolare, morbido e soffice, con sfumature di profonda malinconia che paiono esprimere il destino delle popolazioni indie del continente sudamericano. Il Mohoceño spesso viene decorato con pirografie, oppure dipinto di colore viola, o anche intagliato con decorazioni geometriche a carattere rituale. |