CRITERI GENERALI

 

Nella ricerca dei prodotti, i gruppi d'acquisto si trovano ad applicare a casi specifici criteri generali. I criteri generali che vengono solitamente utilizzati nella ricerca dei produttori possono essere riassunti in quattro punti:

Questi sono i criteri generali, ma cosa significa applicarli alla scelta del formaggio, delle scarpe, del detersivo? Come vanno dosati tra di loro questi criteri? Questa conoscenza di tipo pratico - come scelgo un dato prodotto, cosa chiedo ad un produttore - è di grosso valore, e può essere raccolta e diffusa con vantaggio di tutti.

Pur nella diversità dei modi di operare dei diversi gruppi, i criteri per la scelta di un particolare prodotto possono infatti essere gli stessi, e questo può portare ad una maggiore validità delle ricerche dei produttori locali. Si tratta quindi di pervenire insieme a definire una forma di conoscenza pratica che ci possa guidare nelle nostre scelte dei prodotti e produttori.

La "Guida al Consumo Critico", oltre a raccogliere diverse informazioni sulle aziende, fornisce anche consigli per l'acquisto e l'utilizzo dei vari prodotti. Anche la rivista "I Care", sempre del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, riporta aggiornamenti ed in ogni numero analizza un prodotto in particolare.

Qui si intende portare una ulteriore contributo alla definizione di questi criteri, soprattutto per quanto riguarda i prodotti realizzati dai piccoli produttori. Nelle pagine che seguono si trovano alcuni criteri di scelta elaborati per prodotti specifici a partire dai criteri generali esposti.

 

Libri

- Centro Nuovo Modello di Sviluppo, "Guida al consumo critico", EMI 1996.

- "I care - la Rivista del Consumatore Critico", pubblicata dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo.


I criteri> prodotti agricoli

 

I pesticidi sono una delle principali cause di inquinamento di terra e acqua, oltre che degli alimenti. L'agricoltura convenzionale, di tipo intensivo e monoculturale, si basa sull'uso di mezzi chimici (concimi, antiparassitari, diserbanti) sia in fase di produzione che per la conservazione.

Secondo l'Istituto di Wuppertal, una delle azioni da intraprendere per raggiungere un futuro sostenibile è la riconversione, graduale ma estesa, delle terre rinunciando completamente alla concimazione con azoto sintetico e all'uso di pesticidi.

Per fortuna l'Unione Europea si è accorta del problema dell'inquinamento dei suoli e delle falde, e intende favorire forme di agricoltura a basso impatto ambientale.

Agricoltura biologica

La prima forma riconosciuta è l'agricoltura biologica, che si basa sulle seguenti regole:

In questo modo l'azienda agricola diventa un'organizzazione complessa, dove convivono diverse coltivazioni, siepi, bosco, insetti e altri animali.

L'Unione Europea ha stabilito quali sono le regole da rispettare per l'agricoltura biologica (Regolamento CEE 2092/91), lasciando poi agli stati membri la loro applicazione; secondo tali regole vengono istituiti dei marchi che certificano l'applicazione del metodo di coltivazione biologica sui prodotti agricoli. I produttori che intendono utilizzare il marchio devono farne richiesta alle Regioni e scegliere l'organismo di certificazione che verifica il rispetto delle regole.

In seguito alle nuove disposizioni italiane (G.U. del 24/1/97), gli organismi riconosciuti per la certificazione biologica sono otto: AIAB, Associazione Suolo e Salute, BioAgriCoop, CCPB, Codex (ex Demeter), Ecocert Italia, Istituto Mediterraneo di Certificazione (ex AMAB), Quality Assurance System International Services; a questi si affiancano altri organismi regionali. Quando troviamo sui prodotti uno di questi marchi, sappiamo che la coltivazione è stata condotta secondo le regole della agricoltura biologica.

Lotta integrata

Oltre alla agricoltura biologica, un altro modo per ridurre l'uso di pesticidi è il metodo della lotta integrata, anch'esso riconosciuto e regolamentato dall'Unione Europea (Regolamento CEE 2078). La lotta integrata si basa su di un utilizzo limitato di prodotti chimici, affiancati dai metodi naturali di difesa dai parassiti. L'attuazione locale del regolamento europeo ed i controlli sui produttori che intendono seguire questo tipo di coltivazione sono affidati alle Regioni. Purtroppo non esistono marchi che certifichino il prodotto in modo chiaro per il consumatore, si può però richiedere l'elenco dei produttori che seguono il metodo di lotta integrata all'Assessorato all'Agricoltura della Regione.

Per il consumatore biologico "puro", la lotta integrata può apparire come una soluzione di compromesso. Bisogna però dire che la sua maggiore facilità di applicazione rispetto al biologico ne può consentire una estensione molto più rapida.

Piccoli produttori

Alcuni produttori molto piccoli, con aziende a dimensione famigliare, pur seguendo il metodo della agricoltura biologica trovano troppo onerosa la certificazione (il costo minimo si aggira sulle 500'000 lire annue) e preferiscono non richiederla (si veda la presentazione dell'A.S.C.I. tra le organizzazioni nazionali nella parte dedicata ai produttori).

Questi produttori vanno certamente favoriti, devono però essere conosciuti direttamente per evitare che dichiarino biologico ciò che non lo è. A questo proposito una attività consigliata per i gruppi d'acquisto è la gita domenicale presso il produttore, con la possibilità di osservare come avviene la lavorazione, discutere di metodi e criteri con il produttore e sperare in qualche assaggio. Se il piccolo produttore produce anche per l'autoconsumo, questa è già una buona garanzia della bontà dei suoi prodotti.

Sintetizzando

Provando a riassumere, ci sembra di poter stabilire alcuni possibili criteri per guidare la scelta nei prodotti dell'agricoltura:

Una ulteriore attenzione che possiamo porre è quella di preferire varietà locali per difendere la nostra regione dall'impoverimento della sua biodiversità.

 

Per informazioni

Gli organismi riconosciuti per la certificazione biologica sono i seguenti:

- Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB), strada Maggiore 29, 40125 Bologna, tel. 051/272986.

- Associazione Suolo e Salute, loc. Sterpeti 30, 61030 Montefelcino (PS), tel. 0721/725365.

- BioAgriCoop, via Fucini 10, 40033 Casalecchio di Reno (BO), tel. 051/6130512.

- Codex, via Fornello 4, 43030 Basilicanova (PR), tel. 0521/682000.

- Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici (CCPB), viale Masini 4/2, 40126 Bologna, tel. 051/254688.

- Ecocert Italia, via Balduino 25, 95128 Catania, tel. 095/442746.

- Istituto Mediterraneo di Certificazione, via Fratelli Bandiera 28, 60019 Senigallia (AN), tel. 071/7928725.

- Quality Assurance System International Services, strada Olmo Valle 2/H5, 06074 Perugia, tel. 075/5171630.

Libri

- "Tutto Bio '97 - Guida completa al biologico"; viene pubblicata tutti gli anni dalla Distilleria di Forlì, tel. 0543/32532.

 

I criteri> olio d'oliva

 

Oggi abbiamo bisogno di un minimo di informazioni per scegliere con cognizione tra le molte etichette con cui l'olio di oliva è posto in commercio. A causa di una legge complessa e poco chiara è infatti possibile vendere prodotti ampiamente manipolati e profondamente alterati, potendoli pur sempre chiamare "olio di oliva". In realtà, come risulta da una attenta lettura della legge, il concetto che ci suscita alla mente alla parola "olio" a termini di legge viene chiamato "olio extra vergine di oliva", sia perché è stato ottenuto con una semplice spremitura meccanica delle olive, sia perché non ha subito nessun processo fisico o chimico tale da alterarne l'equilibrio; l'olio extra vergine di oliva gode inoltre di una acidità non superiore all'1%, a garanzia dei suoi caratteri organolettici: sapore, odore e colore.

Con olio extra vergine di oliva si intende olio di oliva vergine ottenuto soltanto mediante processi meccanici o altri processi fisici in condizioni che non causano alterazioni dell'olio, e che non ha subito alcun trattamento diverso dal lavaggio, dalla decantazione e dalla centrifugazione; sono esclusi gli olii ottenuti mediante solvente o con processi di riestrerificazione e qualsiasi miscela con olii di altra natura; la sua acidità non deve eccedere l'1%. L'olio di oliva vergine è definito in modo simile a quello extra vergine, ma la sua acidità può raggiungere il 2%. L'olio di oliva comune è invece ottenuto da un taglio di olio di oliva raffinato e di olii di oliva vergini (queste informazioni sull'olio d'oliva sono state tratte dal libro di ricette vegetariane "Il cucchiaio verde", Demetra 1988).

Conviene quindi preferire olio extra vergine di oliva, meglio poi se spremuto a freddo, in quanto la spremitura a freddo mantiene tutte le qualità dell'olio anche se ne produce una minore quantità e si tratta quindi di un prodotto più caro.

 

I criteri>detersivi

 

Inquinamento

Il problema principale per i detersivi è quello ambientale, un buon detersivo deve essere rispettoso del creato. Quindi non deve contenere:

La legge prevede che i detersivi siano biodegradabili almeno al 90%. La biodegrabilità deve essere raggiunta in 19 giorni. Nei detersivi si trovano inoltre:

Altri criteri

Altri criteri da seguire riguardano i punti seguenti:

Consigli

Oltre ai soliti consigli: lavaggio a pieno carico, seguire la dose consigliata anche in base alla durezza dell'acqua, sostituire l'ammorbidente con l'aceto bianco, pensiamo che per i bucati fino a 40 gradi vada bene il sapone di Marsiglia; per gli altri si può scegliere fra lo spendere un po' di più e acquistare un prodotto del tipo "SuperEcoBio", oppure optare per una alternativa biodegradabile al 100% e con basso impatto, meglio se di un produttore locale che non appartiene ad una multinazionale.

Bisogna considerare che ogni detersivo ha comunque un impatto ambientale, e si tratta quindi di scegliere quello a impatto più basso. Per alcuni detergenti, è anche possibile realizzare autonomamente detersivi a basso impatto ambientale, ad esempio per pulire i vetri oppure acciaio e ceramica.

 

Libri

- Waniorek e Waniorek, "Pulizie verdi", Edagricole 1996.

 

I criteri>giocattoli

Giocare è la vita stessa del bambino, il giocattolo è il suo compagno di viaggio. I giocattoli hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino: con il giocattolo il bambino impara a stabilire delle relazioni, mette alla prova i sentimenti.

Fino a qualche decennio fa i giocattoli raramente erano acquistati, più spesso erano realizzati in casa con materiale semplice. Più il giocattolo è semplice e grezzo, più accende l'invenzione del bambino. E allora possiamo anche noi scegliere giocattoli semplici, e qualche volta provare a costruirli insieme ai nostri figli.

Se il bambino possiede pochi giocattoli, sarà più facile per lui tessere con questi un rapporto personale; se nella sua stanza ci sono pile di giocattoli, si abituerà ad un rapporto "usa e getta". Non è la quantità di giocattoli a far felice un bambino, ma la possibilità di poter giocare in modo sempre diverso; più il giocattolo è semplice, maggiori sono le possibilità di utilizzo che offre. Il giocattolo ideale è robusto, sicuro, colorato, adeguato al bambino per forma e dimensioni e suggerisce modi diversi di giocare; un qualunque oggetto tra le mani di un bambino può trasformarsi in un giocattolo.

Proviamo allora a regalare pochi giocattoli, ad esempio una volta ogni tanto invece che in tutte le occasioni, anche per permetterci di scegliere con più cura dei giocattoli in grado di accompagnare il bambino.

E poi, naturalmente, preferiamo i giocattoli artigianali (ad alto contenuto di mano d'opera per favorire l'occupazione), cerchiamo di evitare (se ci riusciamo) i giocattoli provenienti dall'Asia in assenza di garanzie sulle condizioni di lavoro, preferiamo giocattoli in legno piuttosto che in plastica e scegliamo colori atossici.

 

Libri:

- Papetti e Zavalloni, "L'arte di costruire giocattoli creativi", Macro Edizioni 1993.