CoCoRiCò


FARE LA SPESA per un mondo migliore
BOICOTTAGGIO


Rifiutarsi di collaborare con chi tiene un comportamento iniquo è una delle azioni più semplici ed immediate che possiamo fare. Diventa naturale non acquistare un prodotto per un comportamento della azienda produttrice che non condividiamo: sfruttamento, usura, collaborazione con regimi oppressivi, distruzione ambientale, esportazione di armi, impiego di lavoro minorile; ed il consumo critico può diventare un'abitudine silenziosa per segnalare al mercato cosa vogliamo. In alcuni casi però la gravità e l'urgenza di una situazione richiedono un intervento diretto. I consumatori possono allora ricorrere all'arma del boicottaggio: un'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti per portare l'azienda produttrice a rivedere i propri comportamenti dannosi. Per organizzare una campagna di boicottaggio è necessario porsi obiettivi precisi e raggiungibili, stabilire contatti con l'azienda avvertendola delle nostre intenzioni e richieste, creare un movimento di opinione sconsigliando ai consumatori l'acquisto di un prodotto e informando i mezzi di comunicazione.
Diversamente da quanto si può pensare, gli esempi riusciti di boicottaggio sono molti, anche a causa della particolare attenzione che le aziende pongono alla loro immagine. Il primo dicembre 1955 una donna negra seduta su di un autobus di Montgomery (Alabama) si rifiuta di alzarsi per lasciare il posto ad un bianco, dal suo arresto inizia una campagna contro il regime di segregazione che ha un punto forte nel rifiuto dei negri ad utilizzare gli autobus. La campagna, guidata da Martin Luther King, porta in un anno all'abolizione delle leggi di segregazione sugli autobus e ad iniziare il processo di integrazione tra bianchi e neri.
Gandhi ha fatto del boicottaggio uno degli strumenti di lotta nonviolenta più efficaci; altre campagne riuscite sono state condotte contro la Dow Chemical (USA, 1960) per la produzione di Napalm per la guerra del Vietnam, contro la Polaroid (1970) per il rifornimento al Sudafrica di sistemi di identificazione utilizzati dal regime oppressivo, e gli esempi sono ancora molti.
Il boicottaggio come forma di lotta nonviolenta, più diffuso nei paesi di cultura anglosassone, si sta ultimamente presentando anche in Italia. Nel 1985 si venne a sapere che banche italiane continuavano a concedere prestiti al Sudafrica nonostante il divieto a causa del regime razzista, si organizzò allora una campagna di boicottaggio invitando i risparmiatori a ritirare i depositi; in seguito alla campagna, l'Istituto San Paolo di Torino sospese le operazioni finanziare in Sudafrica.
Una difficoltà del consumatore per avere un comportamento critico è quella di conoscere i comportamenti delle aziende, non sono i mezzi di comunicazione di massa a diffondere notizie in proposito; la rivista "Boycott!", a cura di Mani Tese, segnala le campagne di boicottaggio e altre situazioni di ingiustizia insieme al testo di lettere da inviare in difesa dell'ambiente o dei diritti umani.

Per informazioni
Sulla rivista "Boycott!": Mani Tese, via Cavenaghi 4, 20149 Milano, tel. 02/48008617.

Libri
Centro Nuovo Modello di Sviluppo, "Boycott! - Scelte di consumo scelte di giustizia, manuale del consumatore etico", Macroedizioni 1992.