CoCoRiCò


SOBRI per un mondo migliore
MENO E MEGLIO


Trasferire flussi di denaro dai circuiti delle multinazionali alle cooperative sociali, risparmiare energia e comportarsi in modo compatibile con l'ambiente, utilizzare il potere del consumatore per indirizzare il mercato verso forme di maggiore giustizia è già molto; ma se in un mondo in cui ogni anno 40 milioni di persone muoiono di fame vogliamo che tutti abbiano il minimo per vivere, non è sufficiente che il 20% della popolazione mondiale che dissipa l'80% delle risorse consumi responsabilmente, è necessario consumare meno. Non ci potrà essere giustizia senza l'equilibrio di questi rapporti.
Consumare di meno è una necessità per ridurre sia l'impatto sociale dei nostri consumi che quello ecologico; la nostra società infatti non è sostenibile. E' ovvio che in un mondo a risorse limitate non è possibile avere una crescita continua dei consumi, bisogna porre un limite; il problema è che lo abbiamo già oltrepassato, e dobbiamo tornare indietro se vogliamo una civiltà in grado di durare nel tempo.
Insostenibilità significa che il consumo delle risorse, la loro trasformazione e la generazione di rifiuti avvengono ad un ritmo più rapido della capacità di recupero da parte del pianeta. Nel 1990 le riserve conosciute di petrolio consentivano il prelievo al flusso corrente fino al 2030; il problema non è sapere se la stima deve essere corretta in eccesso o in difetto, ma cosa fare quando i bambini di oggi saranno adulti ed il petrolio sarà esaurito.
Consideriamo l'esempio dell'alimentazione. Ci troviamo in una situazione in cui molti non hanno di che nutrirsi, mentre altri mangiano troppo a danno della loro stessa salute. Il 35% delle calorie della nostra dieta proviene da prodotti di origine animale; questa abitudine è sia dannosa che inefficiente; la carne possiede una forte presenza di grassi ed in particolare di colesterolo, che costituisce una delle principali cause di disturbi come l'arteriosclerosi e le malattie coronariche. D'altra parte, la scelta della carne rispetto ai vegetali è inefficiente perché per produrre un kg di carne bovina o suina sono necessari rispettivamente 16 o 6 kg di proteine vegetali. In altre parole, ogni volta che mangiamo una fettina sfruttiamo uno spazio di terra 16 volte più grande rispetto a quello necessario per nutrirci di legumi o altri vegetali. Se immaginiamo che il nostro stile di alimentazione venga esteso al resto del mondo, la terra potrebbe produrre il cibo necessario a nutrire solo 2,9 miliardi di persone; se invece tutti adottassero una dieta a basso contenuto di carne, ci sarebbe cibo sufficiente per circa 6 miliardi di persone (nel 1994 la popolazione mondiale era di 5,7 miliardi con una crescita di 90 milioni ogni anno). E allora, perché non mangiare meno carne? magari due o tre volte la settimana invece che tutti i giorni?
Quello dell'alimentazione è un esempio significativo, ma lo stesso discorso vale per le altre risorse. Insieme alla terra, abbiamo ricevuto in eredità un enorme capitale di risorse: acqua potabile, terreno coltivabile, pescato, foreste, aria, energia, clima. E noi, invece di accontentarci di vivere con gli interessi, stiamo intaccando il capitale a ritmo elevato.
Se tutti i paesi seguissero lo stile di vita di quelli ricchi, sarebbero necessari 5 o 6 pianeti da utilizzare come miniere e come discariche. Il problema dell'aumento della popolazione è certamente grave, ma la principale causa della fame e del mancato sviluppo sono i nostri consumi. Se una mamma ha preparato cinque fette di torta per cinque figli, arriva il primo e ne mangia quattro, diremo forse che la causa dell'appetito dei fratelli è che cinque figli sono troppi? Non ci potrà essere il necessario per vivere per tutti se noi non riduciamo i nostri consumi, sia eliminando gli sprechi che abituandoci ad uno stile di vita più semplice.
Consumare di meno non è facile, implica una inversione di tendenza, una profonda revisione critica dei nostri consumi per capire di cosa abbiamo realmente bisogno e cosa invece consumiamo per abitudine o perché indotti dalla società. Significa cambiare mentalità, affermare che il benessere non coincide con il consumo; significa tenere presente il concetto di limite, utilizzando le risorse in modo razionale e controllato.
Scegliere una vita semplice significa dosare con equilibrio gli elementi della nostra giornata, è una scelta estetica ancor prima che etica. L'opposto della semplicità non è il lussso, ma la vita frammentata.
Tutto ciò può sembrare un'utopia; dobbiamo però considerare che la nostra società dovrà comunque passare ad un regime di basso consumo a causa del limite nelle riserve del pianeta; si tratta di arrivarci per forza, quando non se ne potrà fare a meno, o per scelta attraverso una riconversione graduale.


Libri
Durning - Worldwatch Institute, "Quanto basta?", Franco Angeli 1994.
Schumacher, "Piccolo è bello", Oscar Mondadori 1993.

Riviste
La rivista "Tecnologie Appropriate" si occupa di consumo critico, risparmio etico, economie locali e altri aspetti legati ai nuovi modi di vivere, abitare e lavorare; il recapito della redazione è C.P. 78, via Don Giovanni Verità 25, 47023 Cesena (FO), tel. 0547/23018; la rivista è pubblicata da Macro Edizioni, San Martino, 47027 Sarsina (FO).