Cari amici, quella che è appena trascorsa è stata una giornata pesante. E' iniziata molto presto, troppo: perchè nell'oscurità della notte si consumano solitamente i crimini peggiori. E quello di stanotte non trovo altre parole per definirlo. Centinaia di quelle che dovrebbero essere forze dell'ordine sono state lanciate contro poche persone inermi e assonnate, che presidiavano pacificamente il proprio territorio contro l'ennesimo tentativo di sfregiarlo con un'opera che di utilità pubblica ha molto poco, mentre ha forse troppi interessi particolari e deve essere imposta con la forza. Dopo settimane di militarizzazione di una intera comunità, dove le persone non potevano più muoversi liberamente a casa propria, dietro ordini che sembravano venire da un film di guerra i poliziotti hanno caricato di botte la gente, senza dar loro nemmeno la possibilità di ritirarsi e abbandonare il presidio di fronte a quella evidentissima superiorità: sarebbe bastato sgombrare pacificamente il presidio, invece è stata perpetrata una aggressione, premeditata nella sua violenza, e che ha lasciato decine di feriti, anche gravi, tra gli anziani, le donne, la gente della Valsusa. Un giovane è stato manganellato mentre era ancora a terra, avvolto nelle coperte e impossibilitato a scappare; una donna che portava un collare medico ha avuto il naso rotto senza che avesse fatto nulla; un anziano signore è stato trascinato via e preso a manganellate. Un ministro dell'interno che afferma pubblicamente cose così incredibilmente diverse da queste, che sono state documentate e viste in tutte le televisioni, dovrebbe semplicemente riconoscere di non essere in grado di svolgere il suo lavoro e rassegnare le proprie dimissioni. L'unica reazione che la popolazione ha potuto mettere in atto è stata sotto gli occhi di tutti: il blocco della intera valle, che è un corridoio di transito verso l'europa; l'autostrada del Frejus, le statali, la ferrovia sono state occupate e bloccate dalla popolazione che spontaneamente è scesa in piazza e ha fronteggiato le cosiddette forze dell'ordine, respingendole, questa volta, e costringendole a ritirarsi, di fronte all'evidente impossibilità di imporre una logica di forza ad una intera comunità che ha già sopportato abbastanza. Se i disordini di oggi non hanno provocato danni gravi e molti più feriti lo si deve solo alla razionalità, pacatezza e forza interiore della gente che è scesa in piazza sapendo di essere dalla parte della ragione e di non avere bisogno di dimostrarlo con la violenza. E sono state rapide anche le dimostrazioni di solidarietà che, un po' per volta, arrivavano da tutta Italia, dalle persone che hanno capito che oggi le autorità delegittimate hanno veramente toccato il fondo. Non è più questione di far valere le ragioni, di far capire che l'alta velocità in Valsusa c'è già ed è poco sfruttata; che la si potrebbe ottimizzare con un decimo dei soldi e del tempo previsti da questo insensato progetto; che così si mette a repentaglio la salute delle persone della valle e di Torino; che le autorevoli proposte alternative vanno prese in considerazione; che questo progetto non ha ancora il benchè minimo finanziamento europeo, e che quindi c'è tutto il tempo per mettersi attorno a un tavolo e discuterlo; che se non si raggiunge il consenso locale si dovrà militarizzare la valle per 15 anni; che questa incapacità di gestire la situazione è sintomo di una incapacità profonda di questa classe politica che invece di riempirsi la bocca con luoghi comuni dovrebbe agire negli interessi della gente che gli paga lo stipendio. La questione ora è che la rivolta civile andrà avanti finchè non ci sarà una significativa dimostrazione che le problematiche legate a questo progetto non possono essere liquidate con qualche manganellata e con le solite dichiarazioni prive di contenuti tecnici. Staremo a vedere cosa si deciderà di fare, ma comunque sarà dura. Ora ho sonno vi saluto e vi lascio un pensiero su una cosa che ho imparato in questi giorni: se su questa vicenda le informazioni che vengono date dai media e ai media sono così distorte, non so pensare cosa succeda veramente ad esempio in Iraq, o in Palestina, o comunque in tutte quelle situazioni in cui non c'è la possibilità di verificare direttamente la veridicità delle notizie. Vi invito quindi a visitare i siti, linkati anche nella home page della LIPU di Torino (www.arpnet.it/lipu), per avere notizie aderenti alla realtà dei fatti. Riccardo Ferrari Delegato LIPU Torino Torino, 6/12/2005