Associazione culturale per la promozione della conoscenza e della ricerca sulla Città di Torino


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Sensibili alla grande tradizione culinaria italiana da principio il nostro scopo era quello di progettare un Polo del Gusto in Torino: luogo dove si sarebbero dovute svolgere tutte le manifestazioni enogastronomiche.

Nel corso della nostra ricerca abbiamo approfondito gli aspetti dell'industria torinese dopo l'Unità d'Italia, anni durante i quali Torino ha assorbito tutti gli effetti dell'industrializzazione, ma anche anni in cui la pasticceria, la cioccolateria e la confetteria hanno iniziato a vantare tradizioni gloriose tali da far meritare al capoluogo subalpino il titolo di "Capitale del Dolce e del Cioccolato". Ed è proprio il cioccolato a scatenare l'idea di un "Museo e di un Parco del Gusto". Il cioccolato evoca tradizione, cultura, raffinatezza, sollecita suggestioni e stimola l'immaginario. Piace quasi a tutti ed è quindi una parola chiave per entrare in comunicazione con gli altri.

Ci è stata così proposta come zona ottimale per la realizzazione del progetto, un'area lungo le sponde della Dora (zona compresa tra Corso Svizzera, Corso Umbria, e Via Fossano). Le qualità strategiche dell'area che appaiono più evidenti sono costituite dalla grande dimensione, dalla collocazione nel cuore della città, dalla presenza del fiume e dalla buona accessibilità; caratteristica significativa di questa porzione di città, è tuttavia il suo carattere di area industriale abbandonata. La Dora ha, infatti, ospitato i principali insediamenti industriali; per decenni le sue acque, e quelle dei suoi canali, sono state la forza motrice di molti laboratori, compresi quelli dei primi cioccolatai. Attualmente è un'area occupata da strutture industriali nelle quali è da tempo cessata ogni attività produttiva e appare come una città abbandonata, abitata da scheletri giganteschi e fatiscenti.

Ci siamo così proposti di progettare mantenendo gli edifici dismessi, perché rappresentanti della vita di quegli operai che hanno visto l'avvio e lo sviluppo del processo di industrializzazione. Oggi entrando in questi "vecchi contenitori" si scorge soprattutto la qualità degli spazi, la loro ricchezza di suggestione e di storia. Il Museo trova così la sua collocazione all'interno del Dopolavoro Michelin (edificio progettato nel 1937); il laboratorio invece, dove si potranno vedere tutte le diverse fasi della produzione del cioccolato, è situato nel vecchio deposito di biciclette, un tempo utilizzato dagli operai della Michelin.

Il Parco è stato organizzato a ridosso dell'Ospedale Amedeo di Savoia e Birago di Vische, in quella zona verde attualmente chiusa al pubblico. Anche il Parco, collegato al Museo da un ponte che attraversa le sponde della Dora, vuole essere luogo di memoria, riserva di bellezze e di preziosità naturalistiche; esso è stato dotato di una biblioteca e di una serra (per la coltivazione della pianta di cacao), ed è stato progettato tramite attrazioni scenografiche, simboli di miti, di favole e leggende.




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