Frequently Asked Questions



  1. Kirlian Camera
  2. Paolo Conte: cosa vuol dire "Sijmadicandhapajiee"?



  1. Kirlian Camera

    COMMENTO AL CD 'ERINNERUNG' DEI KIRLIAN CAMERA.

    1] 'ERINNERUNG' è un cd dalle molte sfaccettature, sia come scelte musicali, sia come testi cantati. Subisce però per intero il fascino strano e subdolo della 'memoria': il ricordare come meccanismo della psicologia più vicino al tempo, che lo attraversa e interferisce sulle sue possibilità di recuperare il passato. Il cd è dunque da ascoltarsi quale rivincita della musica sul tempo e in questo caso sulla storia che vuole annichilire una delle facoltà più artistiche che l'uomo possegga. Nel giocare col tempo si profila l'ambito proprio della memoria, che è poi il luogo di ciò che è passato ma è possibile rendere presente. Non rifiutare l'esperienza che ci sta alle spalle riporta in vita quegli angeli, fatti di momenti ed emozioni, detentori di cosa siamo nell'estensione della vita e non solo. Di qui lo sguardo doppio dei K.C., da una parte verso il futuro insistendo sulle atmosfere elettroniche quasi apocalittiche ed è lo sguardo cieco della paura di esistere, dall'altra il ritorno alla dolce tana della memoriache riapre spazi di luce. Purtroppo al centro, indimenticabile, si colloca la memoria rifiutata di due guerre mondiali che inceppa il meccanismo nell'istante in cui si distoglie lo sguardo da ciò che ha a venire e si cerca conforto nel già stato. La soluzione sarebbe vivere il presente senza domandarsi sul domani e senza voltarsi, ma questa è la falsa soluzione. Vera ricchezza è l'aspirazione pericolosa tesa a riavvicinare futuro e passato in un abbraccio col presente. Se tutto ciò sia riuscito ai K.C., dovrà essere considerato da ogni singolo ascoltatore nel suo intimo: per quel che mi riguarda l'obiettivo è stato colto grazie al sovrapporsi naturale di molteplici prospettive, dalle quali nasce uno sguardo vero, l'opportunità di vedere. Nelle brevi puntualizzazioni che seguiranno, cercherò di mettere in chiaro i riferimenti storici, culturali del passato, lasciando poi al lettore trarre le conseguenze per il dopo. Per rifarmi a un esempio della letteratura tedesca si tratta di affrontare dall'unico punto di vista accessibile, il presente, lo scambio continuo di messaggi sul filo del ricordo fra 'Ora'(Jetzt) e 'Allora' (Einst). Ho pensato inoltre di fornire la traduzione di un testo di Stramm e uno di Storm che vengono utilizzati in due modi differenti. Il primo, riscritto, è inserito nei brani dove si usano strumenti elettronici, mentre l'altro è ripreso fedelmente e in originale con accompagnamento acustico.

    2] La memoria, nel dopoguerra, sembra essere stata espunta dalla vita, che pure proprio alla memoria deve la sua conservazione e la sua bellezza. August Stramm, poeta dadaista tedesco, era soprattutto cultore del ricordo, non era anzi che cantore della memoria. Sapeva osservare, nulla gli sfuggiva: ma ciò che affascinava il lettore era la sua capacità di stringere in un solo fascio di luce gli ambigui confini fra un TU e un IO e con quello snidare dal sospeso una relazione fondata sulla memoria comune. Quando Theodor Storm scriveva, le suggestioni dell'Idealismo, i suoi sguardi al futuro erano tramontate da un pezzo e del resto lui stesso è sistemato fra gli autori tardoromantici. Malinconico più di chiunque, poeta delle emozioni invisibili, suscitatore di immagini tristemente piccole e private, egli fu tuttavia l'autore dei versi 'SCHLIEßE MIR DIE AUGEN BEIDE' (Chiudimi entrambi gli occhi). Puro intimismo. E' possibile, probabile, che i primi lettori ci vedessero nient'altro che un timbro malinconico, un gioco breve e decadente. Ma il gioco fu ripreso da Alban Berg e divenne una ballata, coinvolgente. E oggi, cent'anni dopo, la ricordiamo con i toni caldi della voce di Emilia. E' quindi lecito pensare che nel passaggio fra ottocento e novecento, fino, diciamo, alla cesura della prima guerra mondiale, la memoria sia stata 'ERINNERUNG', ricordo declinante. Variamente caratterizzata mediante la dimensione dell'interiorità, la memoria, nel mondo di ieri, restava la primadonna nel rendere vera una relazione con l'altro. Era ammirata come dinamismo e iniziativa nello spirito, come partecipazione all'iniziazione dei padri. Spesso anzi, oblio e dimenticanza la contrastavano, la sviavano, ma l'atto di comunicare la forza delle origini o esperienze comuni spettava a lei, sempre. Memoria è dinamismo? Oblio è stanchezza? Senza rendercene conto gli ambiti si sono confusi. E' questa, nelle parole dei K.C., la mostruosa irrazionalità, il buio intellettuale dei nostri giorni. Ascoltando il molto ben composto cd 'ERINNERUNG', si rivela la presenza continua del ruolo del ricordo, ma si stenta a riconoscerne la funzione originaria di discesa nell'animo per conoscersi e successivamente comunicarsi agli altri. Come invece accade all'IO-assoluto di Stramm che nel crearsi dei mondi fittizi, scopre fortunosamente la via verso il TU. E "der Weg, der Weg" (la via, la via) ripete la voce di Angelo in Erinnerung. Ma a quello che, nel 1914, anno di pubblicazione della strammiana ERINNERUNG, era forse un estremo omaggio alla memoria, alla sua forza di conservazione, restava una vita posta in dubbio dal prorompere degli eventi bellici (del '15-'18). La moderna riscoperta della memoria fatta dai K.C. è segnata da un ritorno ai padri, quali ideali riferimenti, Alban Berg, Storm, Stramm e tuttavia è incrinata da toni malinconici, di smemoratezza, in sé anche romantici (la fassbinderiana VERONIKA VOSS e SEA OF MEMORY). Dopo gli orrori della storia, rifiutare il passato sembrerebbe l'unico destino. Per recuperare la memoria occorre dunque l'allenamento a dimenticare e nel trasporto della mente a rifugiarsi nell'animo, dare respiro a ciò che oggi è solo monumento, immobile statua. Simboli che i K.C. utilizzano volentieri, accanto a immagini di desolati cimiteri in cui sembrano risuonare le parole tragiche di Hitler (DAYS OF LAURA ZERO). Passeggiando fra queste rovine è perciò lecito aspettarsi l'insorgere di una naturale aspirazione a dimenticare, a fare 'tabula rasa', di cui una eco si trova nel nome LAURA ZERO dalla ovvia assonanza con 'anno zero': punto nodale nella storia tedesca. Punto di rinascita, determinato dalla memoria, monito a ricordare i delitti commessi e desiderio inespresso di cancellare. E in un nuovo inizio custodire l'essenziale. La memoria è pur sempre necessaria, ma di per sé non attrae, non ammalia, la si dà per scontata, come il respiro. Nessuno sta più attento a goderne le ricchezze, gli aggettivi che la definiscono sono sognante, fatta di sogni irreali che "passano fra le dita e la mente" (SEA OF MEMORY), tutt'al più l'odierna è una memoria dei sentimenti, estremamente privata: "i ricordi son fatti di amori e sogni", canta Emilia in MEMORY ARE MADE OF THIS (VERONIKA VOSS). Ai margini di questa evoluzione forse irreversibile si nota che i K.C. scegliendo una musica dalle rapide metamorfosi: bruschi passaggi dall'elettronica a brani classici con chitarra acustica, pongono in essere quella battaglia, sempre e continuamente persa di ciò che l'uomo era e si è dimenticato di essere e ciò che sarà di cui ancora non può serbare un ricordo.

    3] I CANTI DELLA MEMORIA

    E' convinzione dei K.C. che nell'odierna situazione spirituale, non vi sia alcuna esigenza che appaia tanto imperiosa come ristabilire la "memoria". ERINNERUNG, ricordo, appunto, prende il nome da un omonimo componimento di August Stramm, poeta della disarmonia prestabilita, della solitudine grandiosa e terribile, che nel ricordo assaporò l'ultima via per comunicare. Cos il testo:

    Mondi di silenzio uscire da me
    mondi mondi
    neri e scialbi e luminosi!
    Luce nella luce!
    Sfavillano divampano fiammeggiano
    s'intessono fluttuano vivono
    s'appressano lontanano
    lontanano
    tutti i desideri dolorosamente dispersi
    tutte le lacrime aspramente represse
    tutte le vampe freddamente soffocate
    nel bollente fluire del mio sangue
    nell'ardore dei miei tendini
    attraverso la vampa dei pensieri
    tempestano tempestano
    si flettono s'insinuano
    palpitano cercano
    per te
    la via...

    Accanto a questa poesia, ne troviamo una seconda, SCHLIESSE MIR DIE AUGEN BEIDE, un controcanto alla smemoratezza, interpretato da Emilia su testo di Theodor Storm, poeta delle emozioni invisibili e suscitatore di immagini tristemente piccole e private. Già musicata dal viennese Alban Berg, insieme ad altre opere di Storm, qui se ne dà una nuova analisi seguendo il motivo ordinatore del chiudere gli occhi per evocare i ricordi:

    SCHLIESSE MIR DIE AUGEN BEIDE
    CHIUDIMI ENTRAMBI GLI OCCHI
    [per voce e pianoforte, due versioni: 1907/1925]

    Chiudimi entrambi gli occhi
    con le tue care mani:
    tutta la mia sofferenza
    al tocco della tua mano si placa.

    E mentre adagio il dolore
    onda a onda scompare,
    con l'ultima punta che affiora
    tu colmi tutto il mio cuore.

    [Theodor Storm, GEDICHTE, Berlino, 1885]

    I K.C. incidono per la tedesca DISCORDIA (tel. 0211/314012). Il materiale qui sopra citato si può rintracciare presso AUDIOGLOBE Firenze (tel.055/6504458-6504459). DIOGLOBE Firenze (tel. 055/6504458-6504459).

    Decus





  2. Paolo Conte: cosa vuol dire "Sijmadicandhapajiee"?

    Conte č di Asti, perla enologica della fertile terra piemontese. Orbene "Sijmadicandhapajiee" nel nostro dialetto significa letteralmente "Siamo dei cani da pagliaio". Questo č un detto tipico dei contadini delle nostre terre per indicare le persone che coltivano pochi interessi o che comunque non escono mai dalla propria ristretta cerchia di conoscenze ed attivitā, persone "per cui le arti stan nei musei".

    T-Bone Malone