Copertina



AGRICANTUS
Tuareg
(Compagnia Nuove Indie,1996)


Ecco a voi dieci motivi per investire le vostre preziose e sudate lirette in questo magnifico CD:
1 - Tuareg è un'opera che è stata ispirata da un viaggio del gruppo attraverso il Nord Africa; non è solo un titolo ad effetto, è una specie di cartolina musicale dal mondo ormai perduto dei "fieri uomini blu", schiacciati tra frontiere loro imposte, civiltà occidentale, stragi e guerre di stato.
È un tributo alla strenua lotta per sopravvivere di questo popolo nomade, dimenticato come tutte le minoranze e lasciato al suo destino dalla pigra e ipocrita comunità internazionale.
È una testimonianza del fatto che questo popolo tuttora esiste; non è solo un mitologico prodotto della fantasia di un qualche autore di libro o film, non è scomparso sotto le dune ma vive tuttora e soffre il destino riservato ai nomadi che non si riconoscono in una patria.
2 - Gli Agricantus ci offrono ottima musica, curata da ogni punto di vista, atmosfere tipicamente dub, nenie ipnotiche, sonorità quanto mai ricercate e lontane dai canoni nostrani, accostamenti tra strumenti musicali di tradizioni e continenti diversi, dal didjeridoo australiano alla chitarra tuareg, dal mandolino al tamtam.
Il risultato è un disco prezioso e evocativo, prova che la buona musica non è solo di casa nella terra di Albione.
Il gruppo dà il meglio di sè durante l'esibizione dal vivo, dove ottime capacità musicali e canore si affiancano a una coinvolgente presenza scenica.
3 - Si legge l'interessante evoluzione del gruppo dal precedente Gnanzù, ristretto ad un ambito più locale, fino ad aprirsi ad orizzonti più vari.
4 - Si accompagnano alla musica testi tradizionali Tamachek (la lingua dei Tuareg), ninne nanne, canzoni d'amore, parole magiche per esorcizzare il male, canti tradizionali di guerra, inni alla vita e alla morte, filastrocche dei bambini.
5 - Non solo i testi sono molto poetici e lirici, ma anche il mezzo, la lingua con cui sono espressi ha dello straordinario: Siciliano, Français, Tamachek, Schwyzerdutsch, Lingala, Deutsch: per la bella e brava cantante Rosie Wiederkehr non esistono confini e ogni parola o frase assume una sonorità particolare, diventa puro suono, che carica di emozioni che prendono l'anima, al di là del semplice significato.
6 - Tutto si fonde, tutto entra in quel vortice che è la musica degli Agricantus, dove ogni cosa che può produrre suono, dallo strumento più umile, alle voci del gruppo fino al battere delle mani, ha un senso particolare, nulla è casuale, tutto opera a rendere l'atmosfera sempre più coinvolgente e a far capire che il mondo è uno, così come l'uomo.
Tutti uniti da una musica, da un ritmo che percuote le ossa e le corde piu profonde del nostro animo.
7 - Il brano Ummiri é un magnifico richiamo di strumenti lontani; il solo sentirlo fa pensare al deserto, al caldo, alla solitudine. Com'u ventu ti fa saltare e ballare, ti fa vivere.
Rosie trasmette vibrazioni irresistibili: un ritmo frenetico ti prende.
8 - "I proventi derivanti dalla vendita di questo CD contribuiscono a sostenere il progetto "Musnat", aiuto per scuole nomadi, nell'ottava regione del Mali" . Si fa anche del bene!
9- È un buon CD anche dal punto di vista estetico, bella copertina, indispensabili i testi con le traduzioni a fianco, le immagini del deserto, dei Tuareg, del gruppo in viaggio, e poi è tutto BLU come questa rivista!
10 - Compratelo perché sono bravi, perchè è il primo gruppo che recensisco e perchè ve lo consiglio io.

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