LA MUSICA COME VALORE ETICO E RICERCA DI DIO
STELLAR REGIONS
(Impulse!, 1995)


Da quando l'opera di JOHN COLTRANE, arricchita nel `95 dalla pubblicazione di alcuni inediti, si è andata completando, è diventata un lascito interrogativo che va ben oltre il campo strettamente musicale, fra eventi straordinari e improvvisazioni oniriche, per coinvolgere chi vi si affaccia in modo direi radicale. I brani orlati di mistero e i fraseggi infiniti sembrano modellati negli anni su un battito d'ali, come sulla luce delle stelle, il segno lontano delle montagne all'orizzonte e i mezzi suoni disarmonici delle città; gli a-solo, che esprimono il ritmo verticale dell'ascensione, rivivono nell'ascoltatore insieme al senso muto delle cose; il silenzio che travolgono e creano ci riporta alla condizione infantile e curiosa del domandarsi, proprio quando si ascolta A Love Supreme, punto centrale del suo percorso e intreccio di molteplici direzioni, o Stellar Regions registrato poco prima della morte, esempio di ricerca estremo seppur ancora profilato in un atto musicale di svolta. E' un piccolo privilegio dell'oggi avere a disposizione tutto il panorama compositivo di COLTRANE, così per sempre, immutabile, già percorso da una vena di classicità, a indicare la presenza di un linguaggio o espressione artistica che può ora essere studiata e interpretata. La sua espressività nella modulazione dei suoni, le scelte attinenti alla tonalità, alla durata dei suoni, lo studio e la ricerca sul suono stesso, singolo, eletto a centro dell'attenzione, secondo un progetto e una sensibilità simile al romanticismo di inizio ottocento, così almeno negli intenti di fondo, ma di per sé molto più estremo, sono pervase da una tendenza che è poi il loro fascino, profonda presenza e sintassi del discorso musicale. Parlo dello slancio religioso, che, senza confine geografico, percorre ogni composizione svelando il suo esserne parte, assimilandosi al paesaggio interiore e regalandosi solennemente all'ascoltatore. Il fatto è che COLTRANE è un musicista puro, di intuizione, di slancio verso l'essenza stessa della vita, non di abbellimenti: anzi è il cantore del mistero di verità e di vita che sente sotto le apparenze di una società in pieno sviluppo, di un'America tesa al benessere materiale, di città gravi di rumori indistinti, di quartieri sotterranei e ignoti, trasferiti, con i loro caratteri decantati per forza di invenzione, nello spazio artistico oscuro e leggero di luci. In Stellar Regions possono così ritornare, trasfigurate, domande irrisolte che, sotto un'altra angolazione, ma con analoga inquietudine di visionarietà, COLTRANE aveva già soppesato, ora rimettendole all'equilibrio della bilancia della giustizia, con la consapevolezza di aver trovato un perfetto equilibrio: la musica e la religione, due misure incantate ed equivalenti. Lo sfondo emozionale formativo di COLTRANE, legato all'infanzia in quanto periodo del concepimento della personalità, era religioso: anche la musica non si esulava dai riti sacri di ringraziamento a Cristo, poiché "l'universo in cui viviamo, che ci è stato dato, è grande e bello" (1). La musica fa parte del volo verso l'alto, reso in modo fedele alla meditazione nata dalla complessità interiore, trasmette la forza spirituale avvertita nell'universo fra le sfere astrali (Stellar Regions).

JOHN COLTRANE era figlio di un sarto, amante anch'egli della musica, violinista per diletto. Nacque il 23 settembre 1926 a Hamlet, nella Carolina del nord. La sua vita non mancò di gradazioni felici, né di un successo inatteso, dopo ventinove anni di illusoria felicità trascorsi a suonare discretamente, ma nulla più, il sax-alto e tenore, e il clarinetto. Nel `56 iniziò l'interesse del pubblico, per lui fu la pace, l'avvio della ricerca, nuovamente la sensazione di seguire un'inclinazione religiosa, un bisogno di espressione che gli rivelò le analogie della carriera musicale con la sua vicenda di uomo. Nel `55 aveva conosciuto Miles. Miles diede voce alla creatività sopita e sfumata, discreta ma anche inconsapevole di COLTRANE. Soprattutto poi l'amicizia profonda con Thelonious Monk, la conoscenza del senso musicale, del tatto, del modo di comporre di quest'ultimo, lo introdusse un po' anche nella segretezza del suo cuore. Qui COLTRANE compose pagine intense, ricordiamo My Favourite Things, tanto più che lui faceva parte di coloro che sperimentano un qualcosa sino all'estremo - si veda il rituale, quotidiano lavoro ai "sheets of sound", cortine, lastre di suono, in cui le note suonate "tanto velocemente si fondono in un continuo glissato" (2) - pagine struggenti ma anche limpide, spesso incantate, proprio perché lui sa di ammaliare con un abbandono imprevisto al sentimenti delle cose, alle `lacrimae rerum', con una volontà di lasciarsi coinvolgere e di coinvolgerci. Questa volontà procede tesa e silenziosa come cometa attraverso Expression e Interstellar Space fino a quella conclusione profumata di nuovi inizi che segna anche la fine di un uomo: Stellar Regions. Registrazione quasi tutta dal vivo, risalente al febbraio `67. Il linguaggio musicale conciso e raffinatamente estremo, ha l'intento di armonizzare le molteplici tematiche degli ultimi tempi in una brevità convincente. Allusioni a opere quali A Love Supreme, pur nell'assenza di Pharoah Sanders (sax-alto) e richiami formali al passato, impregnano un mondo, un universo, sfiorato ancora - ma per poco - da quella luce serafica (`Seraphic Light' è appunto il primo brano) che ci obbliga a camminare piano, a riflettere e, con prudenza, a sognare.

A LOVE SUPREME Impulse! 1987.
EXPRESSION Impulse! 1987.
INTERSTELLAR SPACE Impulse! 1991.
STELLAR REGIONS Impulse! 1995.

Decus


note:
(1) John Coltrane in DOWN BEAT, 12 aprile 1962
(2) Arrigo Polillo, JAZZ