accordarsi con
L'UNIVERSO

È ormai parecchio tempo, storicamente inteso, che i musicisti accordano i loro strumenti avendo come preciso riferimento il La a 440 Hertz.
Prima che ci si accordasse tutti allo stesso modo ciascuno era libero di interpretare una melodia senza essere formalmente vincolato ad un'altezza sonora determinata o valida per tutti. Nello sforzo di costruire un sistema più ordinato ed intelligibile possibile, nonché più semplice, si formalizzò un sistema di rapporti matematici tra le note che è noto come "sistema temperato" e che vide Bach tra i suoi più convinti sostenitori.
Senza dilungarci in noiose questioni matematiche, è però interessante notare come i rapporti perfetti che rappresentano le varie armoniche rispetto al suono fondamentale e generatore determino un sistema monotonale che non consente modulazioni su altre tonalità, a meno di stridenti contrasti armonici. "Tutto è relativo" afferma una certa teoria ed anche in musica non si scappa; quindi, stando a quelli che sono i rapporti naturali tra le note, se vogliamo cambiare tonalità dobbiamo anche cambiare punto di riferimento, altrimenti passando da un Do maggiore, usando le note generate dal Do, finiremmo per sembrare scordati.
Ma poiché la teoria della relatività è apprezzabile solo per velocità prossime a quelle della luce, anche le nostre quotidiane voglie musicali stanno tranquillamente in piedi usando il sistema temperato, che ci evita funambolici salti acrobatici percepibili solo da un orecchio finissimo. Ciò non toglie che la costruzione della musica del mondo occidentale moderno, il nostro, è basata su di una doppia convenzione comunemente accettata: il La a 440 Hertz ed il sistema musicale temperato.
Sta però levandosi a soffiare impetuoso il vento dell'età acquariana e le convenzioni cominciano a stare strette di spalle: risposte formali non sono più sufficienti per domande che tendono alla ricerca della sostanza. Lasciando tranquillo ancora per un po' il sistema temperato è da diverso tempo che tengo d'occhio, invece, il fatidico La del diapason. Sarei dell'idea che sta giungendo il momento di "riaccordare" la musica su di una nuova frequenza, non stabilita a priori ma attinta dalla vastità dell'universo: la vibrazione di fondo. Questa è la voce che pervade tutte le cose e che gli scienziati identificano come il residuo "fossile" del Big Bang, mentre altri interpretandola da diversi punti di vista, ne danno una visione più filosofica se non religiosa.
Lasciando da parte le speculazioni filosofiche, delle quali si potrebbe comunque discutere lungamente, la lunghezza d'onda di questa vibrazione è ormai cosa nota: basterebbe quindi prenderla come riferimento e, d'ottava in ottava, arrivare fino alle frequenze percepibili dal nostro orecchio. Avremmo così una musica meravigliosamente accordata con l'universo. Notevole no!

Acquario 63