ASH
1977
(Infectus Rec, 1996)


Bentrovati, dopo un periodo di forzato silenzio.
Una della mie "gite" fuori porta, mi ha dato la possibilità di conoscere musicalmente in una performance dal vivo, un gruppo novello, con intenzioni serie e capacità al di sopra della media. Un nome breve - ASH - una sigla che trova le proprie radici nello slang locale. Irlandesi, visi puliti, capelli corti e biondi o castani, sembrano usciti da uno dei più autorevoli collegi britannici. Imponente la resa sonora: precisi e definiti lasciano trasparire le loro rabbie da periferia. Un numero,una data, è il titolo del loro primo disco. 1977 è l'anno in cui andò a toccare e dividere le coscenze dei perbenisti dell'epoca, anche se effettivamente di punk in questo album non ce n'è a iosa. Questo gruppo è rappresentato dal trio direttivo: Tim Wheeler, Rick Mc Murray, Mark Hamilton, attorno al quale ruotano collaboratori musicali che riempiono e modellano, con tecniche differenti ogni pezzo, assemblando l'intero album. Ritmi incalzanti, impennate di marshall e voci da bravi ragazzi educati è il primo impatto conoscitivo con la band. Sonorità dai tratti femminei, ben marcate dalla collaborazione di una vocalist di nome Lisa Moorish. Questo disco prodotto dagli stessi ASH con l'aiuto di Owen Morris, già produttore degli Oasis, è stato registrato a Londra. È sicuramente una delle tante espressioni musicali che ci arrivano dalla Gran Bretagna, ma vale la pena fermarsi ad ascoltare: basta l'inizio per sctenare vari fattori endocrini di innesto adrenalinico. Qui anche il metallaro più scatenato trova sfogo per i propri ascolti, con la sorpresa di trovarsi di fronte la nuda e cruda realtà dei sobborghi industriali delle periferie del Nord Europa. Volti imberbi e occhiali sul naso, non fanno certo immaginare il tipo di energia musicale che si sprigiona non appena innestano i jack, e le mitragliate del batterista, frutto di impegnativi esercizi, dettano legge nella fucina dei distorsori, quasi a scandire la catena di montaggio sonora che si sviluppa in questo disco. Mi auguro di trovare ancora sul mio cammino questi giovani visi d'angelo dal cuore tosto.

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