PINO CACUCCI
Outland Rock
(Oscar Mondadori)


L'opera ha un avvio secco, impersonale con la parte che dà il titolo all'intero lavoro. Va detto subito che si tratta di una ristampa in serie economica uscita quest'anno, il cui originale risale però al 1982. E' diviso in quattro parti: quattro momenti differenti per argomento ma di eguale e formidabile taglio stilistico, efficace in relazione al titolo (che si dimostra così programmatico) e anche al talento narrativo mostrato nei quattro episodi. Quattro episodi: appunto Outland Rock, Quiete pubblica, Passaporto e il più lungo Colluttorius. Sembrano veramente storie fuori dal mondo e soprattutto il primo e l'ultimo movimento dimostrano la bravura di CACUCCI come "un artigiano, un costruttore di trame, di atmosfere e di personaggi" con spazio e situazioni assurde, microinsignificanti e per questo assurdamente planetarie, ma è il mondo a renderle assurde non le situazioni in se stesse. Divertente, ma nello stesso tempo molto curato: come dicevo uno stile molto personale, insolito per un narratore italiano: incisivo, incalzante, secco come uno stacco di batteria, più protratto e violento: eccitante come un riff di chitarra, che tiene e cattura l'attenzione in un continuo tiramolla tra piccolo piccolissimo - insignificante e grande grandissimo - senza senso!

Johnny

PS: giovane autore, ha tra gli altri pubblicato: Puerto Escondido da cui Salvatores ha tratto il film e Polvere del Messico e Punti di fuga.