Where the long shadows fall




1) LA CATTEDRALE SUL LAGO
I CURRENT `93 sono un gruppo inglese, di Londra, nato attorno alla figura di David Tibet, talento multiforme, musicista ma anche disegnatore; la loro discografia è molto ampia e legata a una costante metamorfosi dell'intenzione musicale, tanto che è possibile parlare di musica fondata sull'esperimento, sulla prova, sul rischio, per D. Tibet, di porre se stesso e il proprio mondo creativo `in pratica', in un susseguirsi di risultati sempre differenti che non hanno il tempo di scivolare in un metodo compiuto. E labile resta ogni intento di afferrarne l'essenza: la cattedrale esiste, ma costruita sull'acqua, può solamente essere osservata.

2) AI PIEDI DEL "GIARDINO DELLE ROSE" Where the long shadows fall (Dove scendono le lunghe ombre) dei CURRENT `93, è un'opera affascinantissima, non soltanto perché l'ascoltatore, diventato il soggetto, il tu confidenziale al quale si rivolge il lamento di Rachele, si accorge di assistere a un'amplificazione teatrale e drammatica del testo biblico, come se fosse in un teatro e una voce gli sussurrasse parole e dolore. Ma perché si basa su una molto congeniale melodia monotematica, ampliata per l'intera durata del brano quasi a ispirare organicamente le pause, le durate e le stesse caratteristiche espressive del testo cantato. E in più David Tibet, loro leader, fantasioso e intuitivo, sotto sotto, può restar tutto solo con se stesso, dedicarsi a sofisticati esercizi di intonazione, autosuggestivi, indulgere alla sua felicissima vena di immedesimazione nella parola, nel verso che si crea in musica al momento epifanico dell'esecuzione. Sottotitolato Beforetheinmostlight (Davanti alla luce interiore), il discorso cresce dalle pagine bibliche, trova la sua voce iniziale nel femminile lamento di Rachele: una prima linea melodica fondata su religiosa memoria:

"A voice was heard in Ramah, lamentation, and
bitter weeping; Rachel weeping for her children
refused to be comforted for her children, because
they were not"
(Geremia XXXI, 15)

Passano alcuni secondi, pochi, quando un'altra voce carica di forza interiore, inizia, in un sussurro sempre variato nella durata delle singole sillabe, a ripetere un ritornello: "dove scendono le lunghe ombre". Seconda linea melodica che finirà per intrecciarsi con la recitazione del testo poetico, una specie di sovrapposizione e fusione delle due dimensioni; creano, insieme, un effetto di profondità e altezza all'interno dell'aspetto melodico. Dall' incontro di melodia e parola, di introspezione e interiore rivelazione si libera improvvisamente il senso fatato di essere dentro la musica... Insomma, una parabola di stazioni emblematiche, il testo si ambienta sulla sponda di un fiume e in un giardino di rose, come spesso se ne trovano dietro le chiese in Inghilterra, comunque spazio religioso difficile da interpretare, montaliano lembo di terra solitario. Nello stupendo finale la voce dell'infelice cantore sparisce nel silenzio crescente su una costernazione protratta: "Why can't we all just walk away?" ("Perché‚ noi tutti non possiamo semplicemente andarcene?"). La fuga si fa reale solo nello spazio carico d'ombre della musica.

Decus