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Django Reinhardt


Django Reinhardt è definito dal "Dictionnaire du Jazz" (ed.Bouquins) di A. Clergeat e J.-L. Comolli: "l'incontro fra il retaggio gitano e il jazz degli anni trenta". Tale posizione, in lui etica ed estetica, deriva semplicemente anzi soltanto da una personale leggerezza di attitudine verso la vita come la musica. Virtuoso della chitarra, in seguito a un incidente, un incendio, in cui perse l'uso di alcune dita, inventò un nuovo modo di suonare, molto personale, a ottave, condizionato dalla menomazione e da una naturalezza che lo induceva ad attacchi violenti, un vibrato intenso, come a sfumature ricercate, arabeschi, una musica dai colori intensi e ricca di armonia. La sua attività musicale è sempre rimasta discontinua a una lettura a distanza, intermittente variabile insieme all'umore del chitarrista, un uomo pellegrino e straniero rispetto al proprio tempo e anche al jazz d'oltre oceano. Di origine gitana, fu scoperto da un pittore francese Emil Savitry e svolse la parte più creativa, fantasiosa della carriera prima del secondo dopoguerra, ossia prima del viaggio negli Stati Uniti. Non a caso sono gli anni trenta e quaranta quando Django inizia difficili collaborazioni con i musicisti della scena francese, ricordo il violinista St‚phane Grappelli, Andr‚ Ekyan e sempre durante il periodo della grande guerra lo guida il desiderio di comporre una sinfonia, MANOIR DE MES REVES, di cui le parole sarebbero dovute essere di Jean Cocteau. L'opera conclusa fu troppo difficili per l'esecuzione dal vivo.
Così per Django la musica è soprattutto viaggio improvviso, si fa passione interiorizzata più che interesse esterno, e la passione espressione del cuore. Django sa anche riproporsi, c'è intensità nel suo sguardo da pittore quanto nelle sue esecuzioni; sorpresosi pittore seppe abbandonare la musica di quando in quando. "Al di fuori del tempo" venne definita la sua scelta di interpretare la musica, un poco d‚mod‚e, come di fatto, se paragonata all'impronta resa da Charlie Parker, Bud Powell, Gillespie e al chitarrista a lui contemporaneo Charlie Christian.


DISCOGRAFIA minima

Anouman, 1953
Belleville
Crazy rhythm
Daphne
Eddie's blues, Improvisation sur le premier mouvement du Concerto en r‚ mineur de J.S.Bach
Finesse
Honeysuckle rose
Improvisation
Minor Swing
Montmartre
Night and day
Nuages
Rythme futur
Souvernirs
St. Louis blues
Sweet Georgia Brown
Tiger rag




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