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Scheda Paese

INDIA

agg.

01/06/2010

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L'India in cifre

    • Popolazione totale: 1.029.991.145.
    • Circa il 50% dei bambini non viene registrato all'anagrafe.
    • Il 47% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno.
    • Oltre il 30% dei bambini sotto i cinque anni ha un ritardo nella crescita moderato o grave.
    • Il 33% dei neonati nasce sottopeso.
    • Il 53% dei bambini sotto i cinque anni è sottopeso.
    • Tra il 1994 e il 1997 il numero dei bambini tra 0 e 14 anni infettato dall'HIV/AIDS è triplicato arrivando a 48.000 casi.
    • La percentuale della popolazione che ha accesso ad impianti igienici adeguati è del 29%.
    • La spesa nel bilancio dello Stato per la Sanità è del 2% e altrettanto per l'istruzione.
    • Il 50% della popolazione adulta è alfabetizzato, di questi il 64% sono maschi e il 36% sono femmine.

 

Aspettative di vita

Tasso di mortalità infantile 63,19 morti/1.000 (dato del 2001)

Aspettativa di vita alla nascita

Sulla popolazione totale:62,86 anni

maschile:  62,22 anni

femminile:  63,53 anni (dati del 2001)
Tasso totale di fertilità 3,04 bambini nati /donna (dato del 2001)

 

Spese militari

Settori militari Esercito, Marina (compresa la flotta aerea della marina), Areonautica, diverse - Unità di Sicurezza o paramilitari (compresa l’unità di sicurezza di confine, la fanteria Assam, la fanteria Rashtriya e la Guardia di Sicurezza Nazionale)
Età per servizio militare 17 anni
Forza militare – disponibilità Età 17-49: 280.204.502 (dato del 2001)
Forza militare – in età di servizio Età 17-49: 164.410.461 (dato del 2001)
Spesa militare 13 miliardi di Euro (2001)

Spesa militare in percentuale del PIL

Spese militari/PIL in India 13.020.000.000/2.200.000.000.000 =0,6%
Spese militari/PIL in Italia 20.700.000.000/1.273.000.000.000 =1,6%

 

Indicatori economici

PIL Parità di potere d’acquisto - 2.100.000.000.000 di Euro (dato del 2000)

 

PIL – tasso di crescita reale 6% (dato del 2000)
PIL – pro capite 2.100 Euro (dato del 2000)
PIL – composizione per settore agricoltura: 25%

industria: 24%

servizi: 51% (2000)
Popolazione sotto la soglia di povertà 35% (dato del 1994)
Tasso di inflazione (prezzi al consumo) 5,4% (dato del 2000)
Forza lavoro / per settore agricoltura 67%, servizi 18%, industria 15% (dato del 1995)

 

Italia – India: alcuni confronti

Italia

Popolazione 57.679.825 (Luglio 2001)
Tasso di crescita della popolazione 0,07% (dato del 2001)
AREA abitabile 294.020 km2
Densità 196 abitanti per km2

 

India

Popolazione 1.029.991.145 (Luglio 2001)
Tasso di crescita della popolazione 1,55% (dato del 2001)
AREA abitabile  2.973.190 km2
Densità 346 abitanti per km2

 

Scolarizzazione in India.

In India i tassi di scolarizzazione elementare dei maschi e delle femmine tocca livelli allarmanti. Indagini condotte su campioni di famiglie rivelano che la frequenza scolastica effettiva passa dal 75% per i bambini al 61% per le loro coetanee, a testimonianza di un comportamento abitualmente discriminatorio da parte dei genitori. Di norma, fenomeni come la discriminazione a danno delle bambine e l'abbandono scolastico sono assai più intensi nelle zone rurali e nei piccoli centri: molto più spesso di quanto si immagini i bambini vanno a lavorare in età precoce semplicemente perché nel loro villaggio la scuola manca fisicamente.

Il 50% della popolazione adulta è alfabetizzato, di questi il 64% sono maschi e il 36% sono femmine.

 

Soglie di povertà in India

L'enorme paese è senza dubbio il più povero del pianeta, o almeno l'unico in cui la povertà così accentuata riguardi un numero tanto grande di persone. Le cifre di questa povertà sono impressionanti: circa metà della popolazione è riconosciuta ufficialmente sotto i limiti dell'indigenza; nelle grandi città due famiglie su 3 (per lo più numerose) vivono in una sola stanza; milioni di persone dormono lungo le strade, sui marciapiedi; i denutriti e i malati sono milioni.

 

L’India e la religione

Al primo posto per numero di fedeli vi è l'Induismo, praticato dall'80% della popolazione. Questa religione è caratterizzata da un numero elevato di divinità e dall'assenza di veri e propri dogmi; ciò ha permesso all'Induismo di assumere varie forme, svolgendo così un fondamentale ruolo di unificazione culturale del Paese. Tra le credenze basilari vi sono l'indistruttibilità dell'anima e la reincarnazione, per la quale, dopo la morte, l'anima di ogni uomo trasmigra in un altro corpo, umano, animale o vegetale a seconda delle azioni buone o cattive di cui l'individuo si è reso responsabile nella vita precedente (legge del karma). Da questa concezione deriva l'idea secondo la quale la condizione di ogni uomo dipende dal suo comportamento nella vita precedente. L'individuo rimane legato per tutta la vita alla casta in cui è nato e può sperare di migliorare la propria condizione sociale solo in un'altra vita e a condizione che abbia adempiuto ai doveri della propria casta (dottrina del dharma). L'origine religiosa della divisione in caste della società induista spiega la tendenza delle caste più umili a convertirsi ad altre religioni. Dopo l'Induismo, per numero di fedeli, viene l'Islamismo (11% della popolazione); seguono altre minoranze: i cristiani (2,3%), i Sikh (1,9%), i buddisti, i giainisti, i Parsi. Mentre i cristiani sono più numerosi nel Sud dell'India, i Sikh sono concentrati soprattutto nello Stato del Punjab, a Nord. La religione dei Sikh, monoteista e per molti aspetti in contrasto con l'Induismo, venne fondata dal guru Nanak nel XV secolo, con l'intento di far convivere pacificamente induisti e musulmani abolendo le distinzioni di casta. Il Buddismo, benché nato in India, conta un numero limitato di fedeli, per la maggior parte ex intoccabili, convertitisi negli anni Cinquanta per protesta contro la condizione umiliante cui li costringeva la tradizione induista. Il Giainismo fu fondato nel VI secolo a.C. da Mahavira, ed è considerato una religione "atea" poiché non ammette l'esistenza di un dio creatore, ma sostiene l'eternità del mondo. Principio fondamentale è l'Ahisma (la non-violenza), per rispettare il quale i giainisti sono rigorosamente vegetariani; essi evitano attività quali la caccia, la pesca ed anche l'agricoltura, in quanto causano la morte di esseri viventi, e quindi si dedicano a professioni commerciali. I Parsi discendono dagli antichi Persiani, come indica il loro nome, e seguono ancor oggi la dottrina di Zarathustra (o Zoroastrismo). Benché poco numerosi, essi svolgono un ruolo determinante nell'economia.

 

 

 

 

Alcuni cenni sul Kashmir

Cullato nel grembo delle maestose montagne dell’Himalaya, il Kashmir è uno dei luoghi più affascinanti della terra. Purtroppo in questo paradiso terrestre è oggi in corso una guerra.

Il Kashmir è un antico stato dell’India. Attualmente una linea di demarcazione, stabilita da una commissione del Consiglio di sicurezza dell’ONU nel 1949 in seguito a conflitti etnici, divide lo stato in due distinte regioni:

la zona orientale fa parte dell’Unione Indiana e si chiama Jammu-Kashmir. Si estende su una superficie di 100 mila km² (un terzo dell’Italia) e conta quasi 6 milioni di abitanti. Le capitali sono due: Srinagar per il periodo estivo, e Jammu per quello invernale.

la zona nord-occidentale, chiamata Azad Kashmir, è territorio del Pakistan. Le capitali sono Muzaffarabad, Gilgit e Skardu.

C’è poi un’altra regione: il Ladakh orientale, attualmente occupato dalla Cina e rivendicato dall’India.

L’economia della valle del Kashmir si basa sulle immense risaie, sui campi di granturco, di orzo, di canna da zucchero, di tabacco e di frutta. Allevamento di bovini, caprini e ovini e il tradizionale allevamento del baco da seta completano il sistema economico di questa ampia regione. La presenza di giacimenti di carbone, cromite, ferro e bauxite sono però alla base degli interessi da parte pakistana e indiana che sono sfociati nella guerra tra i due Paesi.

Se ci potete leggere sul Web è grazie al Progetto Associazioni del Comune di Torino

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