Sostengono la scolarizzazione di bambini e ragazzi
a diversi gradi di istruzione
in zone rurali molto povere e prive di infrastrutture.
Sostengono anche le spese per le cure mediche di ragazzi affetti da HIV.
Chi le segue sul territorio:
Padre Vincent: segue i ragazzi della provincia di Pyay
Padre Gabriel: coordina due gruppi
- la comunità di Suor Martha,
- la comunità di Suor Cecilia.
Padre James: adozione per gruppi di ragazzi
Quanto durano: può essere un impegno a lunga scadenza, che
richiede però anche una certa flessibilità. Infatti, si spera che i bambini ed i ragazzi
completino il loro ciclo di studi (anche universitari); talvolta però possono verificarsi
abbandoni per insuccesso scolastico o necessità familiari. Pertanto l'abbinamento
adottato-padrino non è sempre esclusivo, e a volte ci si trova nella situazione di
proporre un'adozione nuova in sostituzione di quella terminata; questo fatto non è
negativo perché permette di mantenere una certa continuità nel sostegno di una realtà
davvero drammatica.
Quanto costano: 120 euro all'anno.
A cosa si provvede: a sostenere in generale tutte le spese
per l'istruzione, alle quali le famiglie non riuscirebbero da sole a far fronte, tenendo
presente che il livello di povertà è altissimo.
Come si comunica: la comunicazione avviene tramite lettere
scritte dai ragazzi ai loro padrini una volta l'anno; queste lettere sono scritte in
birmano ma riportano la traduzione inglese, fatta dal referente in loco; quando arrivano
in Italia, la Segreteria dell'Associazione si occupa della traduzione. Viceversa, i
padrini possono scrivere e consegnare le lettere alla Segreteria dell'Associazione (meglio
se in inglese, altrimenti anche in questo caso la nostra Segreteria si occuperà della
traduzione).
Si precisa che le lettere inviate dagli adottati non sono particolarmente varie ed hanno
sempre un tono piuttosto formale; questo è dovuto da un lato alla censura molto forte
attuata dal governo, per cui c'è sempre il rischio che finiscano nelle mani sbagliate, ma
anche all'indole del popolo birmano, che considera la discrezione come un segno di
rispetto. Peraltro, data la situazione politica, i Birmani hanno una grande difficoltà ad
esprimere ciò che pensano, essendo da sempre abituati a non farlo.
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