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Campagna elettorale
a sostegno dell'Ulivo

ULIVO

PICCOLA E GRANDE DISTRIBUZIONE

CONTESTO
I danni causati dalla Grande Distribuzione Organizzata ai piccoli commercianti vengono spesso sottovalutati dal Polo, che parla solo di tasse, oppure vengono affrontati proponendo generiche manovre di protezione (proibire nuovi insediamenti di GDO).
All'obiezione che Berlusconi é presente nella GDO il Polo obietta che anche le Coop lo sono.

APPROCCIO
Il problema dei commercianti non sono solo le tasse ma soprattutto la concorrenza della GDO. Questo punto va enfatizzato ogni volta che si parla di tasse coi commercianti. Chiarire che la concorrenza della GDO é un pericolo maggiore delle tasse, che si tratta di un problema serio che coinvolge il futuro di molti piccoli esercizi, che fischiare gli esponenti del centro-sinistra può essere una soddisfazione inutile se non si trova un rimedio e che la sinistra ha una soluzione e da molti anni, che conviene (ai commercianti per primi) ascoltarla.

CRITICHE
Il Polo sottovaluta i danni della GDO e contro questa propone solo misure protezionistiche.
  • i danni della GDO: il numero di esercizi commerciali al minuto diminuisce costantemente in tutti i settori, mentre bar e caffé aumentano di numero, segno che le tasse sono un problema reale, ma minore rispetto alla concorrenza della GDO.
  • le misure protezionistiche: le misure protezionistiche sono un tampone che può funzionare per qualche anno, ma quando crollano (e dovranno crollare perché sono incompatibili con l'integrazione europea) lasciano il settore protetto ancora più indifeso. Peggio: lo lasciano alla mercé della GDO straniera anziché di quella italiana, che nel frattempo é stata penalizzata.
  • RISPOSTE
    Le critiche del Polo ignorano la realtà del commercio.
  • Se il problema sono le tasse perchè bar e ristoranti aumentano costantemente di numero e i negozi di alimentari invece diminuiscono? I bar non subiscono la pressione fiscale come gli altri? Evidentemente c'é dell'altro e nasconderlo può essere utile ai politici in campagna elettorale, ma non serve ai commercianti.
  • Le Coop danneggiano il commercio al minuto: allora perché in Emilia Romagna e Toscana dove la GDO é tanto forte si é avuta una diminuzione del piccolo commercio inferiore rispetto ad esempio a Piemonte e Lombardia? Perchè in Emilia e Toscana si é trovato un equilibrio virtuoso, utile ad entrambi i settori.
  • La sinistra ha scoperto i problemi dei commercianti solo oggi: negli anni d'oro del commercio, quando bastava aprire un negozio qualsiasi per fare i soldi, la sinistra si occupava, coerentemente con i propri valori, di altre categorie deboli.
  • PROPOSTE
    Il commercio al minuto non può pensare soltanto di difendersi (sgravi fiscali a pioggia, limiti alla GDO), ma deve reagire alla crisi.
    Non si può sperare di arginare la concorrenza della GDO solo con la regolamentazione degli insediamenti (che pure é necessaria, in Emilia esiste) e neppure competendo sui prezzi, perché la differenza di produttività é incolmabile. Occorre chiedersi "perchè un consumatore dovrebbe venire da me invece che andare in un supermercato?". Se non si trova una risposta a questa domanda la battaglia é persa in partenza.
    La risposta é che la competizione può avvenire su due piani:
  • qualità e specializzazione dei singoli negozi
  • cooperazione con altri negozi
  • Per il primo punto occorre innovazione, attualmente modesta nel commercio al minuto (spesso i prodotti vengono venduti come si faceva 50 anni fa, i gruppi di acquisto sono quasi sconosciuti, la specializzazione é modesta). I commercianti dovrebbero piuttosto chiedere aiuto allo stato (o ai comuni) in questo senso e non con la detassazione, un vantaggio che la GDO sarebbe in grado di rimangiarsi in un anno con un ulteriore aumento di produttività.
    Per il secondo punto occorre migliorare l'ambiente urbano e cooperare con altri negozi. Il modello é quello dei Centri commerciali naturali: 8-10 negozi che si uniscono per fornire servizi accessori (trasporto merci, sorveglianza auto, spazi per raccolta carrelli e deposito acquisti, consegne a domicilio, ordinazioni telefoniche, cura dei bambini), fare promozione (marchi, punti di informazione ai clienti) acquistare in gruppo.

    QUALCHE DATO
    La diminuzione di esercizi commerciali al minuto é stata inferiore in Emilia che in Piemonte e in Toscana rispetto alla Lombardia. Se in Piemonte si fosse verificata la stessa diminuzione dell'Emilia vi sarebbero oggi circa 800 esercizi in più. Se la diminuzione fosse stata come in Toscana ce ne sarebbero oltre 2700 in più.


    1988 1993 variaz. %
    Piemonte 73779 70033 - 5,1
    Emilia 77782 74360 - 4,4
    Lombardia 140517 135028 - 3,9
    Toscana 75660 73601 - 2,7 (fonte Istat)
    I negozi di alimentari in tutta Italia, dal 1987 al 1993, sono diminuiti del % mentre i bar sono aumentati del %.
    		1987	1993	variaz. %
    Bar e caffé 129289 138519 + 7,1
    Alimentari 384983 340881 - 11,5 (fonte Istat)
    ANEDDOTI
    Con i divieti si ritardaÊsolo il crollo. Quando, all'inizio della rivoluzione industriale, i tessitori inglesi persero il lavoro a causa dei telai meccanici vi furono proteste anche molto violente, tuttavia l'efficienza del sistema tessile inglese aumentò. In Portogallo si scelse invece di proteggere i tessitori e per qualche tempo l'occupazione fu salva. Poi arrivarono i prodotti inglesi a basso prezzo e i tessitori portoghesi conobbero una disoccupazione ancora maggiore. Per giunta ad arricchirsi furono i capitalisti inglesi e non quelli portoghesi.


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    Ultimo aggiornamento: 29 marzo 1996