Un'occhiata in libreria, a cura di Piera Rossotti Pogliano

Andrea Malabaila, 23 anni, Torinese, laureando in Scienze della Comunicazione, ha recentemente pubblicato il suo primo romanzo. Tra i suoi sogni, diventare un giornalista sportivo o uno scrittore a tempo pieno. Le sue letture e i suoi modelli letterari? «Il mio scrittore preferito è, senza ombra di dubbio, J.D. Salinger, a cui spero un giorno di avvicinarmi. Mi piacciono, poi, Carver, Burgees e, in Italia, Brizzi, Culicchia e Pellegrini (ho avuto occasione di parlare con tutti e tre). Mi commuovo leggendo "Il Piccolo Principe". Cerco il ritmo e la semplicità (in questo m'ispiro ai Beatles)». 
La recensione del suo freschissimo, giovane romanzo è del suo amico Andrea Costello, «l'unico al mondo con la media del trenta e lode», secondo Malabaila.

Goldrake, ovvero il tempo della nostalgia

Il protagonista di Quelli di Goldrake è un adolescente-che-non-vuole-crescere, o meglio un giovane rimasto legato ai miti della sua adolescenza e della sua infanzia. Tra questi miti una parte importante ha l'immaginario collettivo (specialmente giovanile) della generazione cresciuta negli anni 80: eroi virtuali giapponesi, videogiochi, televisione e soprattutto pubblicità, anche piloti brasiliani prematuramente scomparsi e fantasisti francesi a strisce verticali incolore, inoltre feste mascherate dove tutto può accadere come nei film liceali americani, quelli col "nerd" che si prende una colossale rivincita sui bulli di periferia e si sostituisce a loro nella hit parade delle ragazze. L'eterna adolescenza del protagonista è palese nel suo stretto rapporto col tram, filo conduttore dell'intera vicenda, ne è poi nell'atteggiamento sognatore che evade dalla dura realtà proiettando il suo mondo ideale talora nel futuro talaltra, più spesso, nel passato, nel ricordo struggente, dell'incontaminata età infantile e soprattutto della propria vicenda sentimentale con Lei. 

Il tentativo di isolarsi in un proprio mondo dei sogni ha anche dei momenti "pragmatici" (il tentativo di staccarsi dal sostegno familiare, la ricerca dell'indipendenza economica partendo da un lavoro che non piace), però si manifesta vistosamente nella passione per la musica e nella creazione di un gruppo, nelle proprie ambizioni di fama e successo attraverso la musica, nel rapporto molto stretto con l'amico-confidente, preso costantemente a modello perché intimamente sentito come migliore ma non inarrivabile. L'incontro casuale con Stella e l'innamoramento mai apertamente confessato, vissuto con pudore e cercando una storia semplice, fatta di momenti indimenticabili perché intimamente vissuti come tali, nella certezza che lo fossero anche per lei, sembrano il (provvidenziale: Zio Fanale e Madonna Ciccone) compimento di un percorso, iniziato con una sorta di "preparazione" adolescenziale del protagonista. L'apparenza superficiale è quella di un fallimento: le cose non sono andate come aveva sognato, i bei momenti sono durati poco e lì per lì non sembravano nemmeno così belli, vissuti come un'attesa di qualcosa di più, di un naturale completamento di eventi che dovevano svolgersi lentamente, secondo un copione ripetutosi infinite volte nelle storie di altri giovani qualunque. Tuttavia il finale (e non solo) lascia il sospetto che sia stato meglio così: l'obiettivo del protagonista, più o meno confessato a se stesso, sembra essere quello di vivere brevi momenti indimenticabili; andare oltre sembra togliere a questi apici l'aura di eccezionalità. La ragazza idolatrata con delicatezza, pur nella sua normalità fisica e caratteriale, è un po' come la "donna angelicata" di uno stilnovista, che al suo solo passaggio fa provare un'intensa esperienza spirituale, quasi mistica, al poeta, che non a caso dopo deve mettersi a scrivere per fissare una volta per tutte quell'attimo. Anche Stella è un'apparizione, di quelle che paiono cosa venuta dal cielo in terra a miracol mostrare; il tentativo di rendere più concreto il legame con questa entità spirituale infatti non solo fallisce, ma non è mai realmente posto in atto; ci sono mille esitazioni, come in Dante che resta folgorato da Beatrice vedendola a nove anni dall'ultima volta e che la vedrà ancora solo nove anni dopo.
Il protagonista di Quelli di Goldrake vive in una sorta di romanzo di formazione, superficialmente è lo stesso dall'inizio alla fine ma in realtà è cambiato, imparando dai propri errori o accettando il suo destino; nell’ideale percorso dell’autore il prossimo personaggio potrebbe vivere un'altra storia simile a questa, col tema del rimpianto e dello scacco, dell'"inettitudine" ad affrontare certe prove e del rifugio nel ricordo, oppure potrebbe essere passato allo stadio successivo, essere in definitiva "cresciuto", restando però legato al tempo mitico e irripetibile dei sogni, delle emozioni, della fanciullezza, dei sentimenti intensi e platonici.

Andrea Costello