A.A.A. Cercasi Grande Fratello2
Cari lettori,
A.A.A. cercasi Grande Fratello 2. Già,
dopo la prima edizione, ora si prospetta una seconda edizione di questa
trasmissione altamente culturale. In questo caso, come definire gli spettatori
che seguono questa trasmissione? Portinaie? (con tutto il rispetto per
la categoria) Guardoni? Emancipati? Sta di fatto che, dal 3 maggio, sono
ripartite le selezioni per i partecipanti, con un’affluente migrazione
verso le discoteche, sedi ufficiali per la selezione della seconda edizione
del programma. Quali possono essere le motivazioni che spingono le persone,
non tutte giovanissime, a tentare quest’avventura? Chissà. La notorietà?
La popolarità? Le motivazioni possono essere tante. Sicuramente,
per una TV commerciale è un grosso business, per l’elevata audience
di spettatori cui nulla sfugge di ciò che hanno fatto Tarricone,
o Cristina, per non parlare poi di Salvo, che ne discutono in ufficio,
al mercato, al bar, parlandone come se quelle persone avessero sempre fatto
parte della nostra vita, fossero i nostri grandi amici. Poi, quando la
TV è spenta, si torna dall’ufficio o dalla spesa, il dialogo termina:
conosciamo Tarricone, ma non il vicino di casa, sappiamo ciò che
avviene nella casa del Grande Fratello forse anche meglio di ciò
che avviene a casa nostra. E le conoscenze degli spettatori, almeno di
quelli che seguono questo genere di programmi, sono più approfondite
su quanto riguarda Cristina, Salvo e Tarricone che sui loro figli.
La televisione, mi chiedo, serve soltanto a fare
audience? E' ovvio che una TV commerciale miri ad attirare l'attenzione
degli spettatori sugli spot pubblicitari, è questo che la fa vivere.
Ma è molto grave che uno strumento potente come la TV, che potrebbe
stimolare gli spettatori con programmi intelligenti, sia usato così
male, e non serva a migliorare la vita e la qualità delle persone,
come dovrebbe fare.
Guido Gilardi
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