SÌ, LA VITA È TUTTA UN QUIZ… ¯

Il 23 dicembre scorso il Governo ed i sindacati suoi amici hanno preparato per gli insegnanti un regalo avvelenato: il concorso per selezionare 150.000 docenti ai quali concedere 6.000.000 di lire di aumento annuo, corrispondenti a circa 300.000 lire nette al mese.

Si tratta - sarebbe sciocco negarlo - di un’offerta allettante per lavoratori che hanno visto ridursi per più di un decennio la propria retribuzione. Crediamo, di conseguenza, che sia necessario valutare quest’offerta in maniera lucida, evitando sia di farsi accecare dai bagliori della propaganda governativa e confindustriale, sia di farsi rinchiudere nella logica della ricerca della salvezza individuale e della guerra di tutti contro tutti.

In estrema sintesi, il concorso:

- consegna all’apparato dell’amministrazione un potere enorme. Le commissioni saranno costituite da ispettori dei provveditorati e da capi di istituto, oltre che da colleghi in pensione, con l’effetto di riconoscere all’apparato stesso il diritto di valutarci. Possiamo immaginare le conseguenze di un meccanismo del genere dal punto di vista dei rapporti di potere, delle pratiche clientelari, del modo stesso di vivere la funzione docente;

- costringe i colleghi alla caccia al punteggio per quel che riguarda i titoli (funzioni svolte, corsi frequentati, pubblicazioni, ecc.) che pesano nella valutazione per il 25%. Ognuno di noi, se vorrà partecipare al concorso, dovrà costruirsi un curriculum sulla base di una pletora di attività che, per la gran parte, non incidono sul nostro effettivo lavoro e sulla qualità del servizio. Saranno, nella peggiore delle ipotesi, inevitabilmente premiati coloro che hanno studiato da piccoli per fare carriera e, in ogni caso, un collega si vedrà preferito ed un altro escluso sulla base di criteri profondamente ingiusti;

- affida un altro 25% del punteggio alla capacità di risolvere un questionario di cento domande che sembra, a ben vedere, un quiz o, meglio, un quizzone, che pretende di essere lo strumento adeguato per valutare scientificamente la competenza dei docenti, mentre non può che essere una caricatura;

- dà alle commissioni, costituite come abbiamo visto, il diritto di attribuire in maniera sostanzialmente arbitraria il 50% dei punti sulla base di una sorta di salto nel cerchio di fuoco. Possiamo immaginare l’effetto finale negativo per quel che riguarda i rapporti fra i colleghi promossi e quelli bocciati che saranno, a ragione, convinti del carattere iniquo della selezione;

- esclude i colleghi che hanno meno di dieci anni di servizio in ruolo e quindi, considerando che nella scuola si entra in ruolo, di regola, dopo molti anni di lavoro precario, quelli che hanno meno di quindici anni di servizio effettivo, con la conseguenza di dividere ulteriormente la categoria;

- nega, nei fatti, i bei discorsi sulla collegialità che pure ci vengono ammanniti a pranzo, cena e colazione dai vari formatori e dirigenti. Se ognuno deve correre per sé, la collaborazione fra colleghi diviene oggi, e diverrà sempre di più in futuro, un rischio per il proprio percorso di carriera;

- prepara un clima di tensione nelle scuole fra coloro che saranno giudicati adeguati e coloro che saranno rispediti nella bassa forza. Si pone, fra l’altro, un problema giuridico evidente visto che colleghi che svolgeranno esattamente lo stesso lavoro avranno, dopo il concorso, trattamento economico e uno statuto professionale diversi.

Molto altro vi sarebbe da dire ed è necessario che la discussione fra i colleghi sia approfondita e rigorosa. Non è certo casuale che coloro che ci impongono questo concorso, coloro che hanno firmato il contratto senza consultare la categoria, coloro che non hanno tenuto alcun conto delle decine di migliaia di firme raccolte nelle scuole contro il concorso, oggi neghino ai sindacati di base perfino il diritto di assemblea. Per dividere meglio la categoria è necessario negare persino il diritto di parola a chi è fuori dal coro. Crediamo, però, che costoro abbiano fatto male i conti

Rifiutiamo di accettare l’idea di una "valutazione ad ogni costo", a prescindere dalla qualità delle proposte. Rifiutiamo di accettare l’idea che la competizione – così cara alla Confindustria e ai suoi reggiborsa, Berlinguer e sindacati di stato – venga accettata come la panacea per la scuola pubblica. Il tutto a danno della cooperazione didattica tra colleghi, della funzione educativa della scuola, di un reale miglioramento della professionalità docente.

Chiediamo a tutti i colleghi di porsi in relazione con la CUB Scuola, di preparare mozioni di scuola, di proporre iniziative.

c.i.p Corso Regio Parco, 31 bis TO 14/1/’00

CUB SCUOLA

Corso Regio Parco 31 bis, 10152 Torino - Telefax 011282929

e mail: fls-2@arpnet.it

Torna alla pagina principale