Mozione votata all'unanimità nell'assemblea sindacale del Liceo Scientifico Statale "A.Volta" di Torino, il 13 febbraio 2001.

 

Nel generale clima di aggressione alla scuola statale portato avanti da forze politiche di governo e di opposizione, la Giunta regionale è prossima a presentare al Consiglio regionale del Piemonte un disegno di legge sul “diritto allo studio”.

· Negli anni passati la Regione Piemonte ha ridotto progressivamente il valore reale degli stanziamenti per il diritto allo studio, creando notevoli difficoltà ai Comuni, alle famiglie e alle scuole più impegnate con iniziative innovative in questo campo.

Per il solo effetto dell’inflazione il valore dei 35 miliardi stanziati nel lontano 1985 si è ridotto di 18 miliardi.

Ora la Giunta regionale piemontese, dopo ben 16 anni dall’ultimo intervento sul diritto allo studio, presenta un disegno di legge che, mentre lascia inalterato quello stanziamento, prevede, nei fatti, ben 31 miliardi a favore degli alunni delle scuole private.

In sostanza si tratta di una proposta di legge che, per come è stata congegnata, esclude la grandissima maggioranza degli studenti delle scuole statali, che rappresentano il 92% di quanti frequentano un’istituzione scolastica.

Infatti

· Viene introdotta una franchigia dell’1% sul reddito familiare per le spese scolastiche rimborsabili; ad esempio, una famiglia con un reddito annuo di 40 milioni non potrebbe chiedere il rimborso per le prime 400mila lire di spese, e poiché le tasse di iscrizioni delle scuole statali non superano mediamente le 150.000 lire, ciò porterebbe ad escludere la grande maggioranza degli studenti.

·    Le spese rimborsabili riguardano voci previste quasi esclusivamente nelle rette delle scuole private. Sono esclusi dal provvedimento i libri di testo, le mense, le attività educative legate alle normali attività didattiche, le gite di istruzione, i trasporti, ecc., cioè tutto quanto serve a fare una buona scuola.

· E’ prevista la possibilità di chiedere il rimborso delle spese di iscrizione alle scuole private anche per le famiglie con un reddito imponibile fino a 140.000.000.

Forse che in questi 16 anni non è aumentato vertiginosamente il costo dei libri di testo, dei trasporti e delle mense? E’ così che la Regione Piemonte intende garantire il diritto allo studio?

Noi, lavoratori della scuola, riteniamo che i sostegni per il diritto allo studio debbano essere dati a tutti e prioritariamente agli studenti delle famiglie con più basso reddito che frequentino le scuole statali, degli enti locali, i centri per l’educazione degli adulti e della formazione professionale.

La grande scommessa sull’educazione e sulla formazione si vince soltanto difendendo il carattere statale della scuola statale e non privatizzandola per via burocratico - aziendalistica come anche la riforma Berlinguer - De Mauro rischia di favorire.  

Per questi motivi, chiediamo al Consiglio Regionale del Piemonte di respingere il disegno di legge della Giunta e di intervenire davvero a favore del diritto allo studio per tutti.