CUB SCUOLA
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Condividendone pienamente il contenuto, la CUB Scuola ritiene di dover dare la massima diffusione al documento che segue.
ASSEMBLEA SINDACALE DEL 18 GENNAIO 2000
LICEO SCIENTIFICO "A.EINSTEIN" DI TORINO
n Le prese di posizione
Esprimiamo il nostro rifiuto di ogni forma di discriminazione e di selezione degli insegnanti su base antiegualitaria ed antidemocratica.
Attiene alle scelte di fondo della nostra democrazia che lo Stato sia promotore di giustizia e di uguaglianza (art.3, 2° comma della Costituzione): stravolgere questo principio significa aprire nella scuola una contrapposizione pericolosa fra docenti e uno scadimento di tutto il sistema formativo.
Quindi:
è NO! a qualsiasi differenziazione salariale e di carriera che intacchi il principio di garanzia democratica dello Statuto dei lavoratori, secondo cui a uguale lavoro e uguale orario corrisponde uguale salario.
è NO! a qualunque "beneficio" economico che, lasciando irrisolto il problema della riqualificazione economica di tutta la categoria docente, istituisca retribuzioni privilegiate pseudomeritocratiche.
Sottoponiamo spunti della nostra discussione assembleare ad altre scuole per istituire collegamenti, suscitare dibattiti, sollecitare valutazioni e proposte. Chiediamo a tutte le scuole di far circolare i risultati delle assemblee dIstituto e di zona, anche via e-mail, per diffondere informazione e presa di coscienza e di parola su meccanismi, implicazioni, conseguenze del megaconcorso e proposte alternative ad esso.
n La discussione
A) La politica scolastica
Figlia di questo clima, la politica della formazione perseguita dal "masterplan" (il piano pluriennale del "sistema unico integrato" pubblico-privato di istruzione, formazione e ricerca) apre smagliature sempre più vistose nei principi di laicità dello stato e della scuola, e in quei valori di democrazia e di civiltà giuridica e sociale del lavoro che sono state faticose conquiste, dentro e fuori della scuola.
Il rinnovato esame di maturità è quel guscio vuoto di cui quasi tutti gli insegnanti delle scuole superiori hanno già fatto esperienza. Un provvedimento lungamente auspicato, come linnalzamento dellobbligo scolastico, è stato attuato parzialmente e senza ripensare il percorso quinquennale, lasciando che per intanto gli insegnanti se la cavino da sé a creare quasi dal nulla un obbligo che non sia solo essere obbligati a stare un anno in più a scuola, ma sia unoccasione formativa, significativa e coinvolgente per chi la vive.
Questa limitazione delle libertà democratiche dei docenti è attuata proprio nel momento in cui i cambiamenti strutturali si susseguono a ritmo accelerato, e più forti sono il fermento e la protesta "dal basso". Essa sembra voler ridurre al minimo la possibilità di mettere in discussione le linee portanti di una riforma che trova consenzienti quasi solo i sindacati definiti "rappresentativi" (ma di che cosa, è sempre più difficile dirlo: sicuramente non degli interessi della scuola nel suo complesso, cioè di chi la usa e di chi la fa).
B) Il megaconcorso
Ragioni per respingere il "compenso accessorio" ce ne sono a iosa:
È sul diritto allo studio come grande servizio e funzione pubblica che si pongono pesanti ipoteche. Infatti, individualizzare le prestazioni sociali comporta la perdita del carattere universalista del welfare: il diritto allo studio con insegnanti "più bravi" diventa un bene privato, e non più collettivo.
La scelta sbrigativa di misurare in centesimi (e con lalta affidabilità scientifica dei quiz!) le competenze professionali e laggiornamento culturale si disinteressa alla grande di come accertare lefficacia dellazione pedagogico-didattica, che alla fin fine non vuol dire misurare quanto sia bravo chi insegna, ma quanto sia diventato bravo chi impara.
Tale scelta è in sé rivelatrice di scarsa coincidenza fra quanto la riforma sbandiera (la novità della scuola centrata sullapprendere) e i vecchissimi modi del reclutamento docenti, che danno per scontato che tanto si sa, altrettanto si sa insegnare.
n Le richieste, le proposte, le iniziative
· A tutti i cittadini e alle cittadine: