La Repubblica, 19 marzo
2002
Confederali, Snals e Cub
oggi sfilano insieme a difesa dell'occupazione. Un corteo per le strade del centro con
comizio in piazza Cavour
"Questa riforma taglia solo i
posti"
MARCO TRABUCCO
Sarà un giorno di vacanza, forzata ma pur sempre vacanza,
questo martedì 19 marzo, per molti scolari e studenti piemontesi. Per la prima volta da
anni, infatti, i sindacati tutti insieme Cgil, Cisl, e Uil, ma anche gli autonomi dello
Snals e la confederazione di base Cub hanno proclamato uno sciopero generale
regionale di tutto il personale della scuola. I sindacati contestano il taglio dei posti
previsto dal Ministero dell'Istruzione: circa 1500 in Piemonte. Ma nel 2003 e nel 2004,
dalle classi (ma anche tra il personale tecnico e amministrativo) scompariranno altre
migliaia (si parla di circa 3 mila nella nostra regione) di posti di lavoro. Ma la
protesta non si limita ai tagli e assume anche caratteri più propriamente politici,
legati alla riforma che il ministro Letizia Moratti sta per varare: «Noi scioperiamo
anche, spiegano i sindacati - per difendere la scuola pubblica e perché la riforma non
sia calata dall'alto ma venga discussa e condivisa con utenti e operatori».
In occasione dello sciopero sono state
organizzate manifestazioni in tutti i capoluoghi di provincia del Piemonte: a Torino un
corteo unitario di Cgil, Cisl, Uil e Snals partirà alle 9.30 in via Bertola, di fronte
alla scuola elementare Pacchiotti, percorrerà via Pietro Micca, dove alle 10 una
delegazione sarà ricevuta dalla direzione regionale dell'Istruzione poi proseguirà per
piazza Solferino, via Santa Teresa, via Maria Vittoria, via delle Rosine e si concluderà
in piazza Cavour, dove ci sarà il comizio. Sono previsti interventi di un genitore, di
uno studente di un insegnante di un istituto tecnico, di due maestre della scuola materna
e della scuola elementare. Concluderà il segretario regionale della Cisl Scuola Mario
Novazio, che parlerà a nome di tutti i sindacati. Contemporaneamente il Cub organizzerà
un presidio in piazza Castello davanti alla Prefettura.
Inoltre a Torino, come in molti altri comuni del Piemonte, l'astensione dal lavoro
bloccherà il servizio mensa per gli studenti delle scuole elementari e madie inferiori.
La refezione sarà invece garantita negli asili nido e nelle scuole materne.
«E' fallito il tentativo di conciliazione con la direzione
regionale dell'Istruzione - spiega Mario Novazio, - per avere i docenti e i non docenti
necessari a mantenere quantità e qualità del servizio scolastico in Piemonte. Il numero
dei posti assegnati dal Ministero alla nostra regione è decisamente insufficiente così
si sarà costretti dal prossimo anno scolastico a tagliare il tempo pieno e il tempo
prolungato, l'insegnamento della lingua straniera nelle elementari, i progetti di qualità
nella materna e gli indirizzi diversificati nella superiore». Per Novazio, «lo sciopero
rappresenta un momento di lotta per sbloccare la situazione nei confronti sia della
direzione regionale che del Ministero e raccoglie anche la forte protesta in atto in tutte
le scuole riferita al disegno riformistico in negativo prospettato dal ministro Moratti».
E il segretario della Cisl piemontese, Mario Scotti, lamenta anche l'assenza di un dialogo
e di un confronto su questi con la Regione, nonostante più volte i sindacati ne abbiano
fatto richiesta.
Ancora più dura la posizione della Cub: «È essenziale opporsi al taglio dell'organico - spiega Cosimo Scarinzi - che comporta, per i colleghi in ruolo, il degrado delle condizioni di lavoro e per i precari, la negazione del diritto all'immissione in ruolo. Per questo bisogna combattere contro i tagli dell'organico che comporterà, nel giro di tre anni, quasi 40.000 posti di lavoro in meno nella nostra regione. E opporsi all'espulsione dalla scuola di quote crescenti di personale tecnico e amministrativo, mentre aumentano i carichi di lavoro e la complessità dei compiti che ricadono sul personale nella scuola dell'autonomia e al riordino dei cicli scolastici che determinerà l'esternalizzazione di diverse materie (educazione fisica, artistica, musicale) ridotte ormai ad un optional per ricchi».