APPELLO PER L’ABROGAZIONE DELL’ART. 29 DEL CCNL E DELL’ART. 38 DEL CONTRATTO INTEGRATIVO (IL "CONCORSONE")

La CUB Scuola (e mail: fls-2@arpnet.it), condividendone il contenuto, fa proprio e si assume il compito di diffondere nelle scuole il seguente appello promosso da un gruppo di insegnanti di PADOVA (e mail: fermipd@tin.it) sull’abolizione del concorsone.

I sottoscritti insegnanti chiedono l’abrogazione dell’art. 29 del CCNL (26/5/99) e dell’art. 38 del Contratto Integrativo (3/8/99).

Tali articoli, a fronte di un aumento salariale di 90.000 lire lorde per tutti, prevedono un meccanismo concorsuale selettivo per gli insegnanti che abbiano maturato 10 anni di servizio di ruolo che comporta, per il 20% del personale docente, una maggiorazione di 6 milioni lordi annui pensionabili.

Riteniamo che tali norme:

  1. Non corrispondano alle esigenze dei docenti che mai hanno chiesto un aumento salariale irrisorio per tutti in cambio di consistenti aumenti salariali per una presunta élite degli insegnanti.
  2. Svalorizzino, umiliandola, la funzione docente, introducendo surrettiziamente meccanismi di divisione tra docenti di serie A e di serie B che tendono oggettivamente ad incentivare atteggiamenti e pratiche individualistiche, in netto contrasto con gli sforzi fatti in questi anni per superare qualsiasi divisione tra gli insegnanti. Inoltre, esse sono in palese contraddizione con la necessità, sempre più impellente in questo particolare momento di transizione (modifiche dei cicli scolastici, sperimentazioni e attuazione di progetti per l’autonomia scolastica, nuove richieste culturali a livello territoriale), di sviluppare attività scolastiche, curriculari ed extracurriculari, centrate strategicamente sulla collaborazione attiva e progettuale tra insegnanti.
  3. Violino un principio fondamentale dello Statuto dei Lavoratori che prevede, a parità di funzione e di orario di lavoro, pari salario e pari trattamento pensionistico.

Da anni si chiede di valorizzare la funzione docente con aumenti salariali dignitosi per il lavoro che già viene svolto nelle scuole e che è andato via via aumentando in questi anni (attività connesse al nuovo esame di stato, all’autonomia scolastica, all’aggiornamento, ecc.).

Chiediamo la revoca delle norme in oggetto e la ridistribuzione equa della quota prevista tra tutti gli insegnanti. Chiediamo, comunque, che scelte contrattuali così importanti per la ridefinizione della professione docente siano sottoposte a serie e democratiche consultazioni nelle sedi scolastiche. Invitiamo gli insegnanti a far sentire la loro voce, superando il senso di rassegnazione che serpeggia ormai nelle scuole e aprendo un proficuo dibattito a tutti i livelli.

COGNOME e NOME

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