SCHEDA TECNICO-POLITICA SU AUTONOMIA E FINANZIAMENTI CONNESSI

L’anno scolastico 1998/’99 che sta per aprirsi sarà sicuramente un anno di svolta per la scuola italiana, nel bene e nel male. Del Contratto di lavoro scaduto il 31/12/’97 e delle "trattative" che si sono svolte nel corso della primavera/estate - evidentemente in forma più clandestina del solito - pochissimi lavoratori hanno saputo qualcosa. I giornali al massimo hanno dedicato a questa notizia un trafiletto di poche righe nelle pagine economiche. Un gran battage pubblicitario hanno avuto, invece, le questioni attinenti all’autonomia scolastica (Regolamento dell’Autonomia, Dimensionamento delle istituzioni, Dirigenza ai capi di istituto, Decentramento amministrativo, Razionalizzazione della rete scolastica) e quelle legate all’introduzione di una legge sulla parità scolastica (da leggersi correttamente come finanziamento alla scuola privata).

In realtà, tutte le questioni sopraelencate sono strettamente collegate, in un preciso disegno che vede da tempo tutti uniti e tutti insieme Governo, CGIL-CISL-UIL, Confindustria e ARAN. Tutti i lavoratori della scuola conoscono bene la miseria delle cifre stanziate nella scorsa Finanziaria per i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego. Quello che è meno noto è che, se "scontro" (si fa per dire) c’è stato tra Governo/ARAN e sindacati confederali per la parte economica, la cosa si è verificata perché i primi - dei veri pitocchi – hanno mostrato di non volere nemmeno darci l’1,8% dell’inflazione programmata per il ’98, ma solo lo 0,4% perché - per raschiare il fondo del barile delle nostre retribuzioni - detraggono dalla cifra i cosiddetti trascinamenti per gli aumenti contrattuali del biennio ‘96/’97 scattati lo scorso anno; mentre i secondi - dei veri signori – pretendono il rispetto dei patti (i famigerati Accordi di luglio che hanno introdotto i tetti programmati di inflazione, cioè il blocco dei salari). L’oggetto dell’eventuale contesa non ci sembra molto appassionante (se avere 7.500 o 27.000 lire lorde).

Al di là del gioco delle parti, va purtroppo detto che, fino ad ora, il disegno dei manovratori sta riuscendo: ci hanno fatto saltare del tutto un contratto (quello del ‘91/’93), mentre si inventavano macchinosi Fondi di Incentivazione che non hanno mai funzionato; con quello del ‘94/’97, poi, sono stati aboliti gli automatismi e ridotte le retribuzioni di tutti per incentivare ulteriormente il lavoro aggiuntivo utilizzando i risparmi operati. Ora stanno "maturando" gli effetti di questa "rivoluzione" degli assetti retributivi e della stessa organizzazione della scuola, di cui l’autonomia (insieme alla Dirigenza ai capi di istituto) è uno degli assi portanti. Lo slogan implicito di questi signori potrebbe essere: "Chi non si adegua alle innovazioni – o, almeno, non fa finta di farlo - non mangia". Quindi, occorre muoversi, farsi avanti, buttarsi a "produrre progetti" per recuperare qualche lira di salario, sgomitando con i colleghi perché le risorse non sono sufficienti per tutti. Il meccanismo è apertamente costruito in modo tale per cui solo una piccola minoranza deve poter accedere alla retribuzione aggiuntiva.

Versione "nobile": la scuola italiana è allo sfascio; solo premiando i "migliori", che fungeranno da traino, e lasciando al palo i "peggiori", che si spera si tolgano - o "vengano" - tolti di mezzo al più presto, potrà rinnovarsi.

Versione "classica": gli insegnanti non fanno un tubo, lavorano solo 18 ore alla settimana, hanno 3 mesi di ferie e sono tutti o mogli di professionisti o doppiolavoristi; prendono (con la variante masochista "prendiamo") già troppo per quel che fanno ("facciamo"). Se vogliono qualcosa in più, che se lo sudino.

Versione "moderna" (tipo "just in time"): egualitarismo salariale, sicurezza del posto di lavoro, garanzie e diritti, contratto collettivo, collegialità, solidarietà tra lavoratori: tutta roba vecchia. Oggi è l’individuo che va "valorizzato" e ci vuole qualcuno che abbia il potere di premiare e punire.

A dire il vero, le tre versioni sono intercambiabili e spesso vengono variamente usate, dalle stesse persone, a seconda delle circostanze. Sia chiaro: nemmeno a noi piace la scuola italiana così com’è e siamo convinti sostenitori della necessità di una riforma radicale. Ma le nozze non si possono fare con i fichi secchi:

L’Italia, com’è noto, è all’ultimo posto in Europa per le spese per l’istruzione in rapporto al PIL, con una secca, costante diminuzione delle risorse investite negli ultimi anni. Per riformare il sistema formativo italiano occorre investire tutte le risorse necessarie (altro che tagli in ogni Finanziaria!) per le attrezzature, i locali, i laboratori, l’aggiornamento, nonché le retribuzioni dei lavoratori.

Fermo restando che l’autunno, fin dalla ripresa delle attività didattiche, dovrà vedere la ripresa di iniziativa dei lavoratori della scuola sul contratto e contro l’introduzione di una legge sulla parità con le scuole private (per evitare che il quadro su delineato diventi definitivo, anzi, si aggravi), vediamo come sono state ridistribuite e spezzettate le risorse per le nostre retribuzioni, una forma di vero e proprio caporalato introdotto nella scuola, che si affianca a quello esistente da tempo per i colleghi precari.

Il riferimento è ai "Fondi" più importanti e più noti. Sicuramente ce ne saranno altri, quelli fatti ad hoc per le "figure" di sistema (o i "figuri" di sistema o le figure che "si sistemano", a dir si voglia), cioè quei colleghi che, vicini alle organizzazioni sindacali pienamente attive nell’introduzione del nuovo meccanismo, conoscono da tempo cosa riserverà loro il futuro e, quindi, si sono attrezzati in tempo). Occorre anche far rilevare che ARAN, Governo e sindacati confederali non hanno alcun pudore e non sentono il senso del grottesco nella firma di accordi sui vari fondi o nell’introduzione di nuove norme a distanza di mesi, se non l’anno successivo, rispetto al testo di riferimento (la regola pare essere: il 31 agosto ’98 si firma un Contratto Nazionale Decentrato per l’incentivazione di attività riferite al 1998, cioè per gli 8/12 dell’anno finanziario appena passato! Qualche maligno potrebbe pensare, appunto, ad accordi fatti ad uso e consumo degli amici).

 

  1. FONDO PER IL MIGLIORAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA E PER LE PRESTAZIONI AGGIUNTIVE
  2. Si tratta del FONDO DI ISTITUTO già in vigore, con riferimento all’art. 71 del CCNL. Nella circ. 287 del 26/6/’98 (che comunica l’avvenuto finanziamento per i primi 8 mesi del ’98) viene chiamato "FONDO PER IL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI al personale delle scuole […]"). È basato su parametri oggettivi (n° allievi x n° di ore settimanali di lezione, in ragione di L. 1.000 per allievo + n° dipendenti statali in servizio nella scuola, in ragione di L. 240.000 per addetto). Tali risorse sono disponibili ogni anno, anche se tutti gli anni viene siglato con le OO.SS un Contratto Decentrato Nazionale, sia per la necessaria copertura finanziaria, sia per dare ragione di esistere ai sindacati scuola confederali. Le attività retribuibili, da programmare ad inizio anno, sono quelle dell'art. 43 per i docenti e dell’art. 54 per gli ATA del CCNL. Per l’individuazione e l’assegnazione dei singoli incarichi e attività da svolgere, i Capi di istituto devono acquisire le proposte elaborate dal Collegio Docenti e, per gli ATA, quelle formulate dal Responsabile amministrativo e dall’Assemblea del personale; sulla base di tali proposte il Capo di istituto elabora il piano delle attività da incentivare per l’approvazione del Consiglio di Istituto.

    Dopo la delibera, il Capo di istituto assegnerà incarichi ed attività mediante apposita lettera che deve recare: esplicitazione dell’attività da svolgere, periodo di riferimento, retribuzione stabilita dal Consiglio di Istituto (art. 72). Da notare che il contratto prevede che "la materia inerente l’individuazione delle attività aggiuntive deve formare oggetto, insieme all’organizzazione del lavoro degli ATA, di informazione e di eventuale esame congiunto nei confronti delle organizzazioni sindacali" (la cosa è stata ricordata dal Ministro nella Circ. 287 del 26/6/’98).

     

  3. FONDO PER L’ARRICCHIMENTO E L’AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA E PER GLI INTERVENTI PEREQUATIVI

Si tratta di finanziamenti specifici per sperimentare l’autonomia (che avrà i suoi pieni effetti: personalità giuridica a tutte le scuole, dimensionamento ottimale, Dirigenza ai capi di istituto e regolamenti vari, solo dall’a.s. 2000/2001).

La L. 440/’97 ha definito le risorse finanziarie spendibili nel triennio ‘97/’99 (845 miliardi) e le ha suddivise nelle varie voci. La normativa definitiva, approvata dalla Corte dei Conti, è quella trasmessa con la C.M. 279 del 18/6/’98 (D.M. 251 del 29/5/’98 e Direttiva 252 del 29/5/’98) che sostituiscono la Direttiva 238 del 19/5/’98.

Si possono quindi sperimentare, già dall’a.s. ‘98/’99:

Da notare che, mentre la Direttiva 238 del 19/5/’98 dava istruzioni precise, la 252 del 29/5/’98 – definita "sostitutiva" – è più generica (non è chiaro, quindi, se si possono ancora applicare le indicazioni della precedente). Sicuramente è cambiata la ripartizione dei finanziamenti; occorrerà fare, a questo proposito, una verifica. Si tratta, con tutta evidenza, di un pezzo di contratto già concordato dai confederali.

a) PROGETTI FINALIZZATI ALL’AUTONOMIA

Per quanto riguarda le risorse (salvo verifica), alla fine di giugno risultava che (secondo le indicazioni della Direttiva 238, sulla base della quale il Provveditorato di Torino ha anche diffuso una scheda), ciascuna scuola poteva disporre dei seguenti finanziamenti:

n una quota fissa così articolata (erogabile in base alla semplice presentazione del progetto, entro il 30/9/’98, senza approvazione del Provveditore; il progetto è dunque necessario):

n un’ulteriore quota per progetti particolarmente complessi. Per questi progetti occorre la valutazione del Nucleo Provinciale di Supporto dell’Autonomia del provveditorato, che comunque deve fornire i finanziamenti per i progetti approvati entro il 30 ottobre.

Tuttavia nell’ultima versione della Direttiva c’è una diversa ripartizione degli interventi finanziabili (ad esempio, sono stati messi in uno stesso gruppo gli interventi per la realizzazione dell’autonomia, l’innalzamento del tasso di scolarità e l’introduzione di una seconda lingua nelle medie) ed un incremento dei finanziamenti. Ciò probabilmente significa che occorrerà rifare i calcoli, a partire da quelli per la quota di risorse fisse per scuola.

Nell’ultima versione, effettivamente, i fondi stanziati per questa tipologia di interventi ammontano a 218 miliardi complessivi, così distribuiti:

  1. INIZIATIVE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO (LEGATE ALL’AUTONOMIA) e INTRODUZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE DIDATTICHE.

Nell’ultima stesura i finanziamenti complessivi ammontano a 98 miliardi, così ripartiti:

  1. SVILUPPO DELLA FORMAZIONE CONTINUA (EDUCAZIONE DEGLI ADULTI):

  1. INIZIATIVE POST-SECONDARIE e INIZIATIVE COFINANZIATE CON L’UNIONE EUROPEA:

  1. INTERVENTI PEREQUATIVI ANCHE MEDIANTE INTEGRAZIONE DEGLI ORGANICI PROVINCIALI:

  1. INTERVENTI PER LA VALUTAZIONE DELL’EFFICIENZA E DELL’EFFICACIA DEL SISTEMA SCOLASTICO:

  1. APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 27 e 77 DEL CCNL SCUOLA

Si tratta dei famosi premi ad personam, da dare a pochi, introdotti nel contratto dall’art. 77 e, fino ad ora, non operanti perché occorreva aspettare di recuperare un minimo di risorse derivanti dall’abolizione degli scatti biennali.

Della serie: togliere a tutti per dare a pochi. Si tratta di ben 200 miliardi da erogare ad un numero di dipendenti compreso tra il 10 e il 20% del totale complessivo per "riconoscere prestazioni professionali specificamente connesse all’avvio del processo di autonomia didattica e le relative attività di progettazione". Le modalità di gestione sono le stesse dell’art. 72 del CCNL (Fondo di Istituto). Le risorse, che non sono alternative ai compensi per le attività aggiuntive, verranno "quanto prima" assegnate alle singole scuole in proporzione al numero di dipendenti in servizio. L’accordo è del 26/2/’98; la circolare del ministero è la n° 220 dell’8/5/’98. Il periodo di riferimento è l’anno scolastico 1997/’98, l’anno scorso! Sarà interessante vedere come si concilierà l’elemento temporale (il riferimento allo scorso a.s.) con l’iter illustrato in precedenza per l’attribuzione del Fondo di Istituto.

L’art. 27 del CCNL, poi, è quello sulla progressione professionale, quello che prevede, tra l’altro, la possibilità di anticipare lo scatto per meriti particolari. Non si capisce perché si faccia riferimento a questo articolo (l’unico riferimento possibile – a meno che non sia stato scritto un altro pezzo di contratto in modo "aùmm aùmm", come suol dirsi – è che i fondi provengono dai vecchi scatti biennali di anzianità aboliti, la vecchia progressione di carriera e, quindi, non sapendo dove collocarli, li hanno messi lì).

Il 26/6/’98 è stata emanata la circ. 289 che ricorda che, oltre per i premi individuali ad un numero ristretto di lavoratori, tale fondo è riservato all’avvio sperimentale in 100 scuole della valutazione della qualità delle prestazioni individuali del personale.

 

4) FONDI PER GLI IDEI (INTERVENTI DIDATTICI EDUCATIVI INTEGRATIVI)

Si tratta dei fondi riservati alle scuole superiori per gli interventi di recupero sostitutivi degli esami di riparazione. Nel ’95 è stato istituito un fondo annuo di 260 miliardi, ripartito per provincia. La ripartizione per scuola avviene per l’80% in base a parametri oggettivi (n° alunni, n° classi, ore settimanali, ecc.). La retribuzione – come per ogni ora di lezione frontale – è quella della tabella D del CCNL: 41.000 lire lorde per docenti laureati, 39.000 per i diplomati. La scuola deve fare un piano di fattibilità per la gestione del fondo. A mo’ di esempio, nel 1997 un Istituto tecnico commerciale di 760 alunni e 39 classi ha avuto a disposizione per retribuire gli IDEI un fondo di 75.880.000 lire.

 

  1. FONDO PER LE INIZIATIVE COMPLEMENTARI E INTEGRATIVE DELL’ITER FORMATIVO DEGLI STUDENTI

Si tratta di 40 miliardi per gli studenti delle scuole superiori come da Direttiva 133/’96 (dalle 11.500 alle 13.000 lire per allievo, a seconda della tipologia di istituto, usabili ad esclusivo giudizio degli allievi per l’apertura delle scuole al pomeriggio. Quindi non sono necessariamente a disposizione per la retribuzione di eventuali attività aggiuntive dei docenti e personale ATA).

Il Provveditore di Torino fa sapere (e stigmatizza) che solo il 60% dello stanziamento sia stato usato dalle scuole nel ’96!

[G.G.]

 

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