CUB SCUOLA

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Replica del Ministro Letizia ARNABOLDI BRICHETTO Moratti nell'esame in Commissione VII, della legge finanziaria

 

L'istruzione è stato l'unico settore, insieme alla sicurezza e ai soggetti deboli, ad ottenere più risorse dalla legge finanziaria   Non si interviene sugli orari dei docenti, ma si chiede a tutti il rispetto dell'orario di lavoro.

Nota nostra - Come si possa affermare che non si interviene sull’orario quando si obbligano gli insegnanti a coprire trenta giorni di supplenza e gli spezzoni è un mistero. Per quanto riguarda, poi, le risorse, siamo di fronte ad un’affermazione singolare: le famose risorse, infatti, coprono l’inflazione programmata e non quella reale e, di conseguenza, siamo a fronte di un taglio, contemporaneo, della retribuzione media e degli organici. D’altro canto il Ministro è una donna d’onore e se afferma una cosa che contrasta con la matematica e l’evidenza dobbiamo credere che creda a quanto dice. Che quanto dice abbia un senso è un altro discorso.

Disponibilità a introdurre correttivi, affidandoli alle decisioni delle stesse scuole per rendere la sostituzione del personale assente meno drastica.

Nota nostra - Quando il Ministro dice scuole intende, con ogni evidenza, parlare di Dirigenti Scolastici. Insomma, è disposta a rafforzare il potere della sua guardia pretoriana. Una concessione davvero generosa.

L'università: è previsto uno stanziamento di cassa superiore a mille miliardi superiore a quello di competenza. Edilizia universitaria: sono disponibili limiti di impegno per 15 miliardi che comportano 150 miliardi di investimento

Organici: va stabilizzato il personale della scuola in seguito ad una eredità negativa. Nel 1998 venne decisa una riduzione del 3% nel biennio 98/99. Il risparmio previsto di 1900 miliardi venne acquisito in anticipo ma la riduzione non venne applicata, anzi il personale docente aumentò di 55 mila unità e vennero assunti 94 mila ATA, aumentarono in modo incontrollato le supplenze.

Nota nostra – Evidentemente, secondo il ministro, le decine di migliaia di colleghi ancora precari benché siano abilitati all’insegnamento non esistono e il personale è aumentato quando l’evidenza dei fatti ci dice che i posti in organico non sono coperti. Per quanto riguarda il personale ATA, la nostra eroina, dimentica i 18.000 posti di lavoro tagliati con l’assegnazione del lavoro a cooperative di pulizia e il fatto che vi è stato un passaggio di personale dagli enti locali al ministero, passaggio che ha comportato una secca riduzione della retribuzione per i lavoratori interessati.

        1. Il quadro generale

La legge finanziaria per il 2002 sconta una negativa situazione di partenza della finanza pubblica, gravata da un deficit superiore di 25 mila miliardi alle previsioni, cui si è aggiunta l'incertezza determinata dalla crisi internazionale e, ora, dalla guerra appena iniziata nella quale siamo coinvolti per la nostra appartenenza all'alleanza NATO.

Questa incertezza rende impossibile fare previsioni circa l'evoluzione dell'economia, quanto meno di qui alla fine dell'anno, ma certamente comporta, quanto meno ad oggi, un contesto economico-finanziario restrittivo. A ciò si devono aggiungere i vincoli del Patto di stabilità europea.

Questo ha costretto il Governo a rinviare gli investimenti necessari a rilanciare lo sviluppo e, oltre al rinvio degli investimenti, tutti i Ministeri hanno dovuto subire consistenti tagli, sia nel bilancio di assestamento 2001, sui beni e servizi, sia sul bilancio di previsione 2002.

 

        2. La scuola, l'università e la ricerca

Il nostro Ministero non ha subito tagli, come qui ho inteso da alcuni di voi, ed anzi ha avuto un incremento di risorse, sia pure contenuto, insieme al solo Ministero dell'Interno.

Segno, questo, della consapevolezza del Governo, oltre che di non poter rinviare le misure di sostegno delle situazioni di più forte svantaggio sociale, di non poter privare di investimenti la scuola; si tratta infatti di investimenti nelle risorse umane e nel futuro.

 

        3. Le scelte della legge finanziaria per la scuola

Ove si tenga conto dell'attenzione avuta per la specificità della scuola, nel senso anzidetto, le soluzioni proposte con il complesso delle disposizioni contenute nell'articolo 13, concernenti l'organizzazione scolastica, sono coerenti, e anzi costituiscono il logico sviluppo della riforma introdotta nel corso della passata legislatura.

Nota Nostra – Una volta tanto ci troviamo d’accordo. Vi è una sostanziale coerenza fra le scelte della signora Letizia Arnaboldi Brichetto Moratti e quelle del precedente governo nel merito della politica scolastica. D’altro canto, il persistere in scelte inaccettabili non rende queste stesse scelte più condivisibili. Ci siamo opposti al concorso indecente e, con la stessa determinazione, ci opponiamo alla valigetta 24 ore che ci viene proposta dalla dama di ferro.

Riforma che ha profondamente modificato l'assetto organizzativo dell'amministrazione delineando un quadro di riferimento del tutto nuovo e diverso rispetto a quello configurato dal precedente ordinamento.

Si è trattato quindi di proporre, con la legge finanziaria, un complesso di norme che hanno alla loro radice, sia per quanto concerne la sede delle responsabilità decisionali e di gestione, sia per quanto riguarda l'oggetto stesso di tali responsabilità, i principi di sussidiarietà, di autonomia e di flessibilità organizzativa.

Nota Nostra – Quando i ministri impareranno a parlare in italiano?

1.      La sussidiarietà, che consisterebbe nell’affidare le decisioni e le risorse ai soggetti sociali interessati ad un servizio, significa finanziamenti diretti ed indiretti alle scuole private.

2.      L’autonomia consiste nel trasformare le scuole in aziende e nel dare potere ai dirigenti e, di conseguenza, nel ridurre l’autonomia reale dei lavoratori della scuola e degli studenti.

3.       La flessibilità organizzativa consiste, infine, nel tagliare l’organico (abbiamo dimenticato la flessibilità in uscita che vuol dire licenziamenti?) e nel dare potere discrezionale ai quadri aziendali, scusate, ai dirigenti, per quel che riguarda l’organizzazione del lavoro.

Un'applicazione concreta di tali principi è stata proprio quella di configurare gli uffici scolastici regionali quali centri di responsabilità amministrativa e quindi titolari diretti di allocazioni di risorse nello stato di previsione della spesa, in modo da consentire un'attività di gestione più aderente e flessibile rispetto alle specificità locali e pertanto più vicina ai bisogni degli utenti.

Ulteriore applicazione è stata quella di decentrare le decisioni in materia di determinazione e di ripartizione degli organici e di conferimento delle supplenze, di razionalizzazione della spesa.

Concordo peraltro con l'appunto di richiamare i criteri dettati dalle norme vigenti per la definizione degli organici, cui dovranno attenersi anche i direttori regionali e i capi d'istituto.

Le soluzioni proposte relativamente alle prestazioni dei docenti non toccano la disciplina dell'orario contrattuale, che resta impregiudicata, ma si pongono nell'ottica di una più razionale utilizzazione del predetto personale, nel rispetto delle disposizioni contrattuali vigenti. Le ore aggiuntive verranno compensate come lavoro straordinario, secondo quanto previsto dal C.C.N.L. vigente.

NOTA NOSTRA –Oh gran bontà dei ministri nuovi! Il lavoro straordinario verrà pagato come lavoro straordinario. In realtà, l’ipotesi del ministro è sin troppo chiara: una parte dei colleghi avrà un orario prolungato e il salario corrispondente. Questa retribuzione sarà pagata con il taglio degli organici (35.000 posti di lavoro in meno). Un buon esempio di cannibalismo ministeriale.

Sulla questione dell'insegnamento della lingua straniera occorre dire che, a fronte dei piani di finanziamento pluriennale realizzati per la formazione dei docenti di lingua straniera nella scuola elementare, si è riscontrato che le competenze acquisite dai predetti docenti non sono state e non vengono pienamente utilizzate. Si rende pertanto necessario che vengano date precise indicazioni al riguardo.

 

Quanto al tema specifico delle supplenze occorre precisare che certamente non è questa - e cioè la legge finanziaria oggi in esame - la prima volta nella quale quel tema si è posto.

Nota Nostra – Vero! Sin troppo vero! Vale, però, quanto già detto: il persistere nel male non rende il male bene. Per di più, quest’affermazione sembra un avvertimento ai propri complici (CGIL-CISL-UIL-SNALS e Gilda) che hanno sempre accettato il taglio degli organici e fanno i discoli di fonte ad un ministro che sembra volerli escludere dalla concertazione.

Si può però dire al riguardo, così come del resto per l'altra questione relativa all'orario, che le soluzioni proposte sono ispirate ai principi di autonomia e responsabilità, per cui le decisioni sono affidate alle scuole stesse, al fine di assicurare loro la flessibilità necessaria, senza che entrino più in gioco automatismi con effetti distorsivi. Il Governo comunque è disponibile a introdurre correttivi che rendano ad esempio la norma relativa alla sostituzione del personale assente meno drastica nel suo impatto applicativo.

NOTA NOSTRA – Il ministro, insomma, sembra rendersi conto di avere lievemente esagerato. Ci resta il dubbio che abbia sparato 100 per portare a casa 90 e per permettere ai sindacati di stato di rivendicare l’ennesima vittoria consistente nell’attenuazione concordata di misure contro i lavoratori della scuola.

Sulla valorizzazione del personale docente, da conseguire attraverso il reinvestimento dei risparmi preventivati, siamo sempre stati consapevoli che la soluzione effettivamente più congrua ed opportuna sarebbe quella di destinare a quel fine l'intero ammontare dei risparmi stessi.

NOTA NOSTRA – Il ministro insiste nella proposta del cannibalismo in categoria: risparmi sugli organici (leggi licenziamenti di fatto per quanto riguarda i precari) in cambio di straordinari per i colleghi di ruolo. Della qualità della scuola non si parla, d’altronde nell’azienda, la qualità si valuta sulla base del bilancio.

Peraltro, questa soluzione si porrebbe del resto nel solco del perseguimento degli obiettivi di qualità tracciati già dalla legge n.440 del 1997. Peraltro devo mettere in evidenza che risorse per il comparto della scuola sono state specificatamente previste nella legge finanziaria, in aggiunta alle risorse previste per tutto il pubblico impiego.

Relativamente alla proposta concernente la diversa composizione delle commissioni degli esami di Stato, siamo aperti a correttivi emendativi come quello di limitare il suo ambito applicativo alle scuole pubbliche e a quelle paritarie. Devo anche chiarire che ovviamente stiamo predisponendo rapidamente un disegno di legge che riformi l'intera materia.

NOTA NOSTRA – In altri termini, le scuole paritarie, che sono oggi il 60% delle private e che saranno, entro quest’anno, l’80% potranno vendere i diplomi e, grazie al pentimento del ministro, il 20% delle private che non è proprio possibile parificare faranno fare gli esami ai propri studenti nelle parificate di proprietà dello stesso “imprenditore” o di un suo amico. Un buon esempio di eliminazione degli illeciti mediante la loro legalizzazione.

Un'ultima fondamentale annotazione in materia di personale della scuola. L'art. 40 della legge finanziaria 1998 prevedeva una riduzione del personale del 3% nel biennio 1998/1999, con un risparmio previsto di 1900 miliardi. La legge finanziaria del 2000 prevedeva una ulteriore riduzione dell'1% con riferimenti espliciti a riduzioni delle supplenze brevi. A fronte di queste misure vi è stato invece un incremento di personale docente di 55.000 unità, di 94.000 ATA e un incremento incontrollato di supplenze. Questa è la situazione che noi abbiamo ereditato e le disposizioni contenute nell'art. 13 sono finalizzate a fornire gli strumenti per l'inizio di un effettivo governo della spesa del personale scolastico nonché per l'inizio di una riqualificazione della spesa, finora prevista ma mai attuata.

NOTA NOSTRA – Letizia Arnaboldi Brichetto Moratti si tiene, con ogni evidenza, al motto “repetita iuvant”. Noi diciamo che, in questo caso per fortuna, non è sempre così. I numeri che da, infatti, non possono convincere chi conosce la scuola, i suoi problemi, le sue difficoltà.